Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine779-794

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di Cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abuso d'ufficio - Abuso - Presupposti - Violazione di norma legislativa o di regolamento

In tema di indennizzabilità degli oneri di difesa sostenuti da dipendenti pubblici sottoposti a procedimento penale, conclusosi con sentenza di assoluzione, per fatti o atti direttamente connessi all'espletamento del servizio e all'adempimento dei compiti d'ufficio, l'art. 67 del D.P.R. 13 maggio 1987, n. 268 non trova applicazione nei confronti del sindaco di un Comune, il quale non riveste la qualità di dipendente, bensì di amministratore in situazione di immedesimazione organica con l'ente. Va pertanto esclusa la sussistenza del delitto previsto dall'art. 323 c.p. - disposizione da integrare necessariamente con il riferimento ad altra norma legislativa (o di regolamento in senso stretto), la cui violazione è presupposto necessario per la verifica dell'abuso - in caso di diniego, da parte dei componenti di una giunta comunale, di rifondere al Sindaco cessato dalla carica le spese sostenute per la difesa in un procedimento penale, definito con esito liberatorio, riguardante fatti commessi nell'esercizio delle pubbliche funzioni.

    Cass. pen., sez. VI, 27 novembre 2002, n. 40145 (ud. 8 ottobre 2002), P.G. in proc. Beriachetto e altro. (C.p., art. 323; D.P.R. 13 maggio 1987, n. 268, art. 67). [RV222985]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Acque provenienti da attività artigianali e da prestazioni di servizi

Nella nozione di acque reflue industriali rientrano tutti i reflui derivanti da attività che non attengono strettamente al prevalente metabolismo umano ed alle attività domestiche, atteso che a tal fine rileva la sola diversità del refluo rispetto alle acque domestiche. Conseguentemente rientrano tra le acque reflue industriali quelle provenienti da attività artigianali e da prestazioni di servizi. (Fattispecie relativa a scarico proveniente dal lavaggio dei macchinari di una officina tipo-litografica).

    Cass. pen., sez. III, 19 dicembre 2002, n. 42932 (ud. 24 ottobre 2002), Barattoni V. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59). [RV222966]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - In assenza di autorizzazione

Lo scarico da insediamento produttivo in fognatura, effettuato in difetto di autorizzazione, previsto precedentemente come reato ai sensi dell'art. 21, comma 1, della legge 10 maggio 1976, n. 319, configura il reato di cui all'art. 59, comma 1, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, atteso che la sanzione penale per lo scarico di acque reflue industriali senza autorizzazione si correla alla riscontrata mancanza del controllo preventivo della pubblica amministrazione ed è indipendente dal recapito finale.

    Cass. pen., sez. III, 19 dicembre 2002, n. 42932 (ud. 24 ottobre 2002), Barattoni V. (L. 11 maggio 1976, n. 319, art. 21; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59). [RV222967]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Modalità di campionamento

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, nella scelta delle metodiche di campionamento dei reflui sussiste una discrezionalità tecnica da parte degli organi accertatori, atteso che le relative prescrizioni hanno un carattere non cogente, così che la loro eventuale inosservanza non determina alcuna sanzione processuale.

    Cass. pen., sez. III, 11 dicembre 2002, n. 41487 (ud. 17 ottobre 2002), Taschetti G. (L. 10 maggio 1976, n. 319; L. 11 maggio 1999, n. 152). [RV223032]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Imputato detenuto fuori della circoscrizione del giudice di appello - Diritto a comparire

Nei giudizi d'appello che si svolgono in camera di consiglio secondo il disposto dell'art. 599 c.p.p., compresi quelli relativi alle impugnazioni delle sentenze pronunciate in primo grado nei giudizi abbreviati, l'imputato ristretto nella libertà ha diritto di comparire personalmente e, quando abbia tempestivamente manifestato la propria volontà in tal senso, la mancata traduzione rileva quale legittimo impedimento anche se si tratti di persona detenuta o internata in un diverso distretto di corte d'appello, conseguendo altrimenti dalla violazione del contraddittorio una nullità riconducibile alla lett. c) dell'art. 178 c.p.p. (In motivazione la Corte ha ritenuto che la disposizione contenuta nel comma 2 dell'art. 599 c.p.p. debba prevalere su quella generale contenuta nel comma 4 dell'art. 127 stesso codice, anche in considerazione del contesto processuale riguardante la colpevolezza dell'imputato).

    Cass. pen., sez. V, 29 luglio 2002, n. 28867 (ud. 6 giugno 2002), Rosmini D. e altro. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 443; c.p.p., art. 599). [RV223100]


@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Natura e presupposti della rinnovazione in appello

La rinnovazione dell'istruzione dibattimentale di cui all'art. 603 c.p.p. è istituto di carattere eccezionale che presuppone l'impossibilità di decidere allo stato degli atti; tuttavia il giudice, ove ritenga, nella sua discrezionalità, di non accogliere la richiesta di parte deve motivare in modo congruo e logicamente corretto il rigetto della stessa.

    Cass. pen., sez. VI, 8 gennaio 2003, n. 68 (ud. 2 dicembre 2002), P.G. in proc. Raviolo. (C.p.p., art. 603). [RV222977]


@Armi e munizioni - Armi proprie e armi improprie - Parte di arma - Nozione

Agli effetti della legge penale costituisce parte di arma non solo ogni parte strettamente necessaria a rendere l'arma stessa atta allo sparo, ma anche quella che contribuisce a rendere l'arma più pericolosa per volume di fuoco o rapidità di sparo, precisione di tiro e simili, ovvero più insidiosa, sempre che essa, pur avendo una sua autonomia funzionale, si presti a una ricomposizione con l'arma mediante un procedimento di facile e veloce effettuazione, di guisa che risultano penalmente irrilevanti solo le parti di mera rifinitura od ornamento, non aventi cioè riflesso alcuno, né diretto, né indiretto, sul funzionamento e/o sulla pericolosità dell'arma al momento della sua utilizzazione. (Nella specie è stata ritenuta parte di arma un silenziatore in quanto tale, indipendentemente dall'accertamento della sua riferibilità a un'arma specifica).

    Cass. pen., sez. I, 12 dicembre 2002, n. 41704 (ud. 24 ottobre 2002), Frittelli. (L. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 10). [RV222944]


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@Armi e munizioni - Detenzione abusiva - Gas e aggressivi chimici - Riconducibilità alla categoria degli aggressivi chimici

Ai fini della configurabilità del delitto previsto dall'art. 10 della legge n. 497 del 1974 (detenzione illegale di armi, esplosivi e aggressivi chimici), il ferrocianuro di potassio non rientra tra questi ultimi, in quanto non possiede quella idoneità intrinseca a produrre negli esseri viventi lesioni anatomiche-funzionali che è propria di tali sostanze.

    Cass. pen., sez. I, 23 dicembre 2002, n. 43532 (c.c. 12 novembre 2002), Faycal e altri. (L. 2 ottobre 1967, n. 895, art. 2; L. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 10). [RV222947]


@Armi e munizioni - Materie esplodenti - Detenzione abusiva - Configurabilità del reato previsto dall'art. 678 c.p

Non integra la contravvenzione prevista dall'art. 678 c.p. la detenzione di materiale esplodente, senza autorizzazione della competente autorità, allorché il quantitativo delle polveri esplodenti (nella specie petardi confezionati con polvere pirica) non supera i cinque chilogrammi.

    Cass. pen., sez. I, 8 gennaio 2003, n. 110 (ud. 21 novembre 2002), Germano. (C.p., art. 678; R.D. 6 maggio 1940, n. 635, art. 97). [RV223065]


@Armi e munizioni - Vendita - Cessione di armi da guerra estero su estero - Configurabilità di reato

Il bene giuridico protetto dall'art. 9 della legge n. 497 del 1974 è la sicurezza interna dello Stato e la salvaguardia dell'ordine pubblico interno. Ne consegue che i reati in materia di armi previsti da tale norma sono rigorosamente soggetti al principio di territorialità della legge penale, potendo quindi essere commessi soltanto da chi abbia posto in essere almeno in parte la condotta vietata o abbia realizzato l'evento nel territorio italiano, nei termini specificati dal secondo comma dell'art. 6 c.p. (Nell'applicare tale principio con riferimento al trasferimento di armi da guerra da paesi dell'Est Europa alla Liberia in violazione di risoluzioni dell'Onu, la Corte ha tra l'altro escluso nel caso di specie l'applicabilità dell'art. 25 della legge 9 luglio 1990 n. 185, in quanto non estensibile a situazioni realizzate integralmente all'estero da chi, non iscritto nell'apposito registro, abbia effettuato esportazioni senza alcun transito nel territorio italiano e senza che in Italia siano state compiute attività finalizzate al movimento delle armi «estero su estero»).

    Cass. pen., sez. I, 15 novembre 2002, n. 38401 (c.c. 17 settembre 2002), Minin. (L. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 9; L. 9 luglio 1990, n. 185, art. 25; c.p., art. 6). [RV222925]


@Associazione per delinquere - Estremi - Concorso di reati - Fondamento

È ammissibile il concorso tra il delitto di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati in materia di prostituzione ed il reato di cui all'art. 3, n. 7, della legge 20 febbraio 1958 n. 75 (consistente nel fatto di «chiunque esplichi un'attività in associazioni ed organizzazioni nazionali od estere dedite al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione od allo sfruttamento della prostituzione ovvero in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo agevoli o favorisca l'azione o gli scopi delle predette associazioni od organizzazioni»), risultando chiaro dalla letterale formulazione di detta norma che essa non configura un vero e proprio reato associativo ma presuppone, piuttosto, l'esistenza di una già costituita organizzazione criminosa per...

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