Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine1033-1044

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abusivo esercizio di una professione - Professione forense - Praticante avvocato abilitato al patrocinio Successione di legge extrapenale

Non integra il reato di esercizio abusivo di una professione la condotta del praticante avvocato, abilitato al patrocinio, il quale abbia assunto la difesa di un minore nell'udienza di convalida dell'arresto tenuta dal Gip del tribunale per i minorenni, in quanto, nei limiti in cui tale attività difensionale è consentita dalla norma sopravvenuta di cui all'art. 7 L. 16 dicembre 1999, n. 47, la modifica della norma extrapenale si riflette sulla struttura stessa del precetto penale ed opera, dunque, il principio di retroattività della legge più favorevole (art. 2, cpv. c.p.).

    Cass. pen., sez. VI, 16 gennaio 2003, n. 1751 (ud. 9 dicembre 2002), Di Campli Finore A. (C.p., art. 348; L. 16 dicembre 1999, n. 479, art. 7; c.p., art. 2). [RV223341]


@Abuso d'ufficio - Configurabilità - Notaio - Atto pubblico di compravendita di immobile gravato da usi civici

Non integra il reato di abuso d'ufficio la condotta del notaio il quale abbia rogato atti di compravendita relativi a porzioni immobiliari gravate da uso civico, qualora sia già intervenuta una declassificazione per fatti concludenti, consistente nella perdita irreversibile delle caratteristiche fisiche e funzionali dei terreni agrari, rispetto alla quale il decreto di declassificazione - successivo alla stipula degli atti - ha natura meramente dichiarativa e non costitutiva.

    Cass. pen., sez. VI, 17 gennaio 2003, n. 2281 (ud. 17 dicembre 2002), Dolia E. (C.p., art. 323). [RV223348]


@Abuso d'ufficio - Elemento psicologico - Dolo - Intenzionale

In tema di abuso di ufficio, nella formulazione dell'art. 323 c.p. introdotta dalla legge 14 luglio 1997, n. 234, l'uso dell'avverbio «intenzionalmente» per qualificare il dolo ha voluto limitare il sindacato del giudice penale a quelle condotte del pubblico ufficiale dirette, come conseguenza immediatamente perseguita, a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad arrecare un ingiusto danno. Ne deriva che, qualora nello svolgimento della funzione amministrativa, il pubblico ufficiale si prefigga di realizzare un interesse pubblico legittimamente affidato all'agente dall'ordinamento, pur giungendo alla violazione di legge e realizzando un ingiusto danno al privato, deve escludersi la sussistenza del reato. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto che correttamente fosse stata esclusa, per difetto dell'elemento soggettivo, la configurabilità del reato di abuso d'ufficio a carico di un provveditore agli studi il quale, per ritenute imprescindibili esigenze di buon andamento del servizio, aveva disposto il trasferimento di un insegnante, investito delle funzioni di consigliere comunale, da un istituto scolastico ad un altro, in violazione del divieto normativo di siffatti provvedimenti, in assenza del consenso dell'interessato).

    Cass. pen., sez. IV, 18 novembre 2002, n. 38498 (ud. 11 settembre 2002), P.G. in proc. Lenoci. (C.p., art. 323; c.p., art. 43; L. 14 luglio 1997, n. 234, art. 2). [RV223410]


@Abuso d'ufficio - Obbligo di astensione da parte del pubblico ufficiale - Violazione - Ipotesi di reato

In tema di abuso d'ufficio, la violazione del dovere di astensione da parte del pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio integra l'ipotesi di reato quando si accompagna alla strumentalizzazione dell'ufficio stesso che denota uno sviamento di potere, ossia un uso distorto dei poteri funzionali ovvero un cattivo esercizio dei compiti inerenti un pubblico servizio. (Fattispecie in tema di gara di appalto per la fornitura di pasti alle mense scolastiche comunali in cui la Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi avverso la sentenza di condanna della legale rappresentante dell'impresa risultata poi aggiudicataria e del marito, già consulente incaricato dallo stesso comune di studiare e predisporre il capitolato di gara, il quale non si era astenuto dall'intervenire quale membro della commissione di esame delle offerte della gara di appalto, attribuendo impropriamente il punteggio alla impresa gestita dalla moglie).

    Cass. pen., sez. VI, 14 gennaio 2003, n. 1320 (ud. 13 dicembre 2002), Ferrini F. ed altro. (C.p., art. 323; L. 16 luglio 1997, n. 234). [RV223344]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Autolavaggio

Gli impianti di autolavaggio hanno natura di insediamenti produttivi e non di insediamenti civili stante la qualità inquinante dei reflui, diversa e più grave rispetto a quella dei normali scarichi da abitazioni, e per la presenza di residui quali oli minerali e sostanze chimiche contenute nei detersivi e nelle vernici eventualmente staccatesi da vetture usurate.

    Cass. pen., sez. III, 4 febbraio 2003, n. 5143 (ud. 13 dicembre 2002), Canavese S. ed altro. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152; L. 10 maggio 1976, n. 319). [RV223375]


@Appello penale - Casi - Sentenza di proscioglimento da delitto per prescrizione - Impugnazione dell'imputato

L'appello contro le sentenze di proscioglimento per delitto è inibito all'imputato solo quando l'assoluzione sia stata disposta per non avere egli commesso il fatto o perché il fatto stesso non sussiste. Ne consegue che la sentenza dichiarativa di estinzione del reato per prescrizione è sempre appellabile, anche quando l'imputato non abbia rinunciato alla prescrizione, ben potendo l'appellante sollecitare, allo stato degli atti, una decisione liberatoria con formula più favorevole secondo il disposto dell'art. 129, comma 2, c.p.p.

    Cass. pen., sez. VI, 8 gennaio 2003, n. 87 (c.c. 26 novembre 2002), Schiano e altri. (C.p.p., art. 591; c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 593). [RV223364]


@Appello penale - Cognizione del giudice d'appello - Divieto di reformatio in peius - Esclusione di una aggravante

Non viola il divieto di reformatio in peius il giudice di appello che, su gravame del solo imputato, pur escludendo l'esistenza di una circostanza aggravante, lasci inalterata la misura della pena inflitta in primo grado, qualora a quella esclusione non consegua una automatica riduzione di questa, ma la necessità di un rinnovato giudizio comparativo tra aggravanti residue e attenuanti, nella formulazione del quale il giudice di secondo grado conserva piena fa-Page 1034coltà di conferma del precedente giudizio di valenza, il cui esercizio è insindacabile in cassazione, se congruamente motivato. (Fattispecie nella quale il giudice di appello aveva escluso l'aggravante della premeditazione, ma confermato quella dei futili motivi, mantenendo fermo il giudizio di equivalenza con le attenuanti come formulato in prime cure).

    Cass. pen., sez. I, 6 febbraio 2003, n. 5697 (ud. 28 gennaio 2003), Di Giulio. (C.p., art. 69; c.p.p., art. 597). [RV223442]


@Atti e provvedimenti del giudice penale - Correzione di errori materiali - Omissione di porzioni necessarie del provvedimento - Correzione mediante aggiunta

L'omissione materiale di determinati elementi nel provvedimento giudiziale può essere sanata mediante la procedura di cui all'art. 130 c.p.p. quando sia frutto di difformità puramente esteriore tra il pensiero del giudice e la sua espressione letterale, tanto che la correzione possa consistere nella semplice aggiunta, in senso meccanico, di espressioni che risultino parte necessaria dell'atto sulla base di una verifica materiale delle relative premesse. (Fattispecie nella quale la Corte ha considerato corretta la integrazione del dispositivo di un provvedimento di convalida di operazioni di intercettazione disposte d'urgenza dal pubblico ministero per più utenze telefoniche, nel quale compariva l'indicazione di una sola utenza, del tutto estranea al procedimento: ciò sul presupposto che la convalida, in quanto tale, non poteva che riguardare le utenze effettivamente interessate dal provvedimento convalidato, le quali d'altro canto risultavano tutte indicate nella parte motiva del decreto del giudice).

    Cass. pen., sez. IV, 1 ottobre 2002, n. 32650 (c.c. 4 luglio 2002), Romano. (C.p.p., art. 130; c.p.p., art. 267). [RV223457]


@Atti e provvedimenti del giudice penale - Provvedimenti in camera di consiglio - Procedimento - Condizioni di capacità del giudice

Nel procedimento in camera di consiglio le condizioni di capacità del giudice devono persistere fino al momento della deliberazione della decisione, onde il successivo venir meno delle stesse, occorso nel periodo compreso tra questa e il deposito del provvedimento in cancelleria (nella specie, per collocamento in stato di quiescenza del presidente del collegio deliberante), non costituisca causa di nullità del provvedimento medesimo (Fattispecie concernente l'applicazione di una misura di prevenzione).

    Cass. pen., sez. I, 17 febbraio 2003, n. 7604 (c.c. 21 gennaio 2003), Manfredi. (C.p.p., art. 33; c.p.p., art. 178; c.p.p., art. 127; c.p.p., art. 128). [RV223452]


@Bellezze naturali (Protezione delle) - Ordine di rimessione in pristino dello stato dei luoghi - Sentenza di applicazione della pena su richiesta - Fondamento

L'ordine di rimessione in pristino dello stato dei luoghi, previsto attualmente dall'art. 163, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 ed in precedenza dall'art. 1 sexies, comma 2, del D.L. n. 312 del 1985, convertito in legge n. 431 del 1985, va disposto dal giudice anche in caso di sentenza emessa ex art. 444 c.p.p., attesa la sua natura di sanzione amministrativa.

    Cass. pen., sez. III, 28 gennaio 2003, n. 4028 (c.c. 22 novembre 2002), P.M. in proc. Saracino S. (D.L. 27 giugno 1985, n. 312, art. 1 sexies; L. 8 agosto 1985, n. 431; D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 163). [RV223366]


@Beni immateriali - Diritti di autore (Proprietà intellettuale) - Reato di cui all'articolo 171...

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