Massimario di legittimitá
Autore | Casa Editrice La Tribuna |
Pagine | 77-106 |
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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.
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@Indagini preliminari - Udienza preliminare - Atti introduttivi - Avvisi
La nullità dell'avviso di fissazione dell'udienza preliminare non contenente l'avvertimento all'imputato che, non comparendo, sarà giudicato in contumacia (art. 419, primo comma, c.p.p. modificato dall'art. 2 quinquies del D.L. 7 aprile 2000, n. 82 convertito con modificazioni nella Legge 5 giugno 2000, n. 144) è sanata dalla rinuncia espressa a comparire formulata dall'imputato, indipendentemente dalla conoscenza del vizio. In caso di discrepanza tra la condotta processuale dell'imputato che, rinunziando a comparire, abbia sanato la nullità dell'avviso e il comportamento processuale del difensore, che tale nullità abbia eccepito, prevale la volontà della parte privata rispetto a quella del difensore.
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Cass. pen., sez. I, 18 giugno 2003, n. 26012 (ud. 4 giugno 2003), Di Pietrantonio. (D.L. 7 aprile 2000, n. 82, art. 2 quinquies; L. 5 giugno 2000, n. 144, art. 2 quinquies; c.p.p., art. 419). [RV227379]
@Abusivo esercizio di una professione - Professione sanitaria - Medico abilitato all'esercizio della professione - Svolgimento di attività di fisioterapia
In tema di reato di abusivo esercizio di una professione, di cui all'art. 348 c.p., l'iscrizione all'albo dei medici abilita il medico chirurgo allo svolgimento non solo delle attività professionali sanitarie principali, ma anche di quelle ausiliarie per le quali non è richiesto dalla legge il possesso di un apposito diploma o specializzazione (come ad. es. per l'odontoiatria, il radiologo o l'anestesista). Ne consegue che non incorre nel reato di cui all'art. 348 c.p. il medico chirurgo, abilitato all'esercizio della professione, che svolga attività, esclusiva o connessa, di fisioterapista.
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Cass. pen., sez. VI, 22 dicembre 2003, n. 49116 (c.c. 25 settembre 2003), Monea. (C.p., art. 348). [RV227437]
@Abuso d'ufficio - Concorso del privato - Condizioni - Prova dell'accordo criminoso
Nel reato di abuso di ufficio, la partecipazione dell'extraneus può essere configurata quando sia provato l'accordo criminoso, che non può essere desunto solo dalla presentazione di un'istanza volta ad ottenere l'atto illegittimo, essendo invece necessaria la prova che la presentazione della domanda sia stata preceduta, accompagnata o seguita da un'intesa o da pressioni dirette a sollecitare o persuadere il pubblico funzionario. (Fattispecie in cui il privato aveva presentato una domanda volta ad ottenere l'indennità di accompagnamento per infermità ed aveva avuto contatti telefonici con uno dei componenti della commissione medica, che gli aveva spiegato quali erano le condizioni per ottenere l'indennità; era stato poi detto componente a tentare di far ottenere all'istante l'indennità pur mancandone le condizioni, senza un effettivo e concreto contributo causale del privato).
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Cass. pen., sez. VI, 27 gennaio 2004, n. 2844 (ud. 1 dicembre 2003), Celiano. (C.p., art. 110; c.p., art. 323). [RV227260]
@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Altrui danno ingiusto - Nozione
In tema di abuso di ufficio, realizza l'evento del danno ingiusto ogni comportamento che determini un'aggressione ingiusta alla sfera della personalità, per come tutelata dai principi costituzionali. (Fattispecie in cui il pubblico ufficiale aveva emesso un ordine di servizio con cui revocava ogni incarico ad una dipendente, in modo indebito e come ritorsione per aver testimoniato contro di lui, determinandole oltre che un danno economico derivante dalla perdita dell'incremento dello straordinario, derivante dai turni di disponibilità, anche una perdita di prestigio e decoro nei confronti dei colleghi di lavoro).
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Cass. pen., sez. VI, 6 febbraio 2004, n. 4945 (ud. 15 gennaio 2004), Ottaviano. (C.p., art. 323). [RV227281]
@Abuso d'ufficio - Elemento psicologico - Dolo - Intenzionale
Nel reato di abuso di ufficio l'uso dell'avverbio "intenzionalmente" per qualificare il dolo implica che sussiste il reato solo quando l'agente si rappresenta e vuole l'evento di danno altrui o di vantaggio patrimoniale proprio o altrui come conseguenza diretta ed immediata della sua condotta e come obiettivo primario perseguito, e non invece quando egli intende perseguire l'interesse pubblico come obiettivo primario. (Fattispecie relativa ad un sindaco che aveva rilasciato un'autorizzazione edilizia in violazione della normativa urbanistica sul risanamento del centro storico, allo scopo esclusivo di favorire il recupero di abitanti nella zona del borgo antico che si stava progressivamente spopolando con rischio di un definitivo abbandono).
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Cass. pen., sez. VI, 15 gennaio 2004, n. 708 (ud. 8 ottobre 2003), Mannello. (C.p., art. 323). [RV227280]
@Abuso d'ufficio - Estremi - Illegittime assunzioni ad un pubblico impiego - Configurabilità
Commette il delitto di abuso d'ufficio il pubblico ufficiale che procuri illegittimamente assunzioni ad un pubblico impiego, essendo configurabile il profitto o il vantaggio ingiusto di natura patrimoniale nella attribuzione della posizione impiegatizia e nell'acquisizione del relativo status.
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Cass. pen., sez. VI, 20 novembre 2003, n. 44759 (ud. 29 ottobre 2003), Rizzi. (C.p., art. 323). [RV227325]
@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Diversa e più grave qualificazione giuridica del fatto
Anche quando appellante sia il solo imputato il giudice dell'impugnazione, per preservare il principio dell'obbligatorietà della legge, ha il potere-dovere di dare una qualificazione giuridica più grave, oltre che al fatto per come descritto nell'imputazione, anche al fatto per come accertato nella sentenza impugnata, salvo il divieto di reformatio in peius. (In applicazione di tale principio è stata riconosciuta dalla Corte la legittimità del comportamento del giudice di ap-Page 78pello che ha riqualificato il fatto come concussione, ritenuto dal giudice di primo grado come corruzione).
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Cass. pen., sez. VI, 4 dicembre 2003, n. 46805 (ud. 5 novembre 2003), Labella. (C.p.p., art. 597; c.p., art. 317; c.p., art. 319). [RV227354]
@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Modifica della percentuale di colpa
Non viola il precetto di cui al comma terzo dell'art. 597 c.p.p. in tema di divieto di reformatio in pejus la decisione con cui il giudice di appello, senza operare alcun aumento di pena, modifichi tuttavia le percentuali di colpa attribuite agli imputati con la sentenza da essi gravata.
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Cass. pen., sez. IV, 19 febbraio 2004, n. 7202 (ud. 21 novembre 2003), Basile ed altri. (C.p., art. 43; c.p.p., art. 597). [RV227340]
@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Procedimento - Rinunzia parziale o totale all'impugnazione
In tema di rinunzia all'impugnazione, allorchè l'appellante concordi con il procuratore generale la misura della pena, ai sensi dell'art. 599 quarto comma c.p.p., rinunciando a tutti gli altri motivi di impugnazione, non può poi dolersi della omessa o illogica motivazione in ordine ai motivi oggetto della rinuncia; e invero la rinuncia di alcuni dei motivi ha per effetto di ridurre l'effetto devolutivo dell'appello ai motivi residui non rinunciati, con l'ulteriore conseguenza di precludere, ai sensi del comma terzo dell'art. 606 c.p.p., la deduzione in sede di legittimità dei motivi rinunciati, a meno che essi non riguardino questioni rilevabili d'ufficio in ogni stato e grado del processo.
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Cass. pen., sez. IV, 19 febbraio 2004, n. 7224 (ud. 14 gennaio 2004), Santagata ed altro. (C.p.p., art. 589; c.p.p., art. 599; c.p.p., art. 606). [RV227346]
@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Valutazione discrezionale del giudice
L'ipotesi di rinnovazione del dibattimento di cui all'art. 603 comma 1 c.p.p., che riguarda prove preesistenti o prove già note alla parte, è subordinata alla condizione che il giudice d'appello ritenga, secondo la sua valutazione discrezionale, di non essere in grado di decidere allo stato degli atti, situazione che può sussistere quando i dati probatori già acquisiti siano incerti ovvero quando l'incombente richiesto rivesta carattere di decisività, nel senso che lo stesso possa eliminare le eventuali incertezze oppure sia di per sè oggettivamente idoneo ad inficiare ogni altra risultanza.
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Cass. pen., sez. III, 29 gennaio 2004, n. 3348 (ud. 13 novembre 2003), Pacca e altro. (C.p.p., art. 603). [RV227494]
@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Effetti - Condanna dell'imputato alle spese della custodia cautelare
Nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti, le spese di mantenimento dell'imputato in carcere, durante la custodia cautelare, sono poste a carico della parte, trattandosi di costi sostenuti dall'amministrazione penitenziaria distinti dalle spese processuali, che si riferiscono all'attività dell'autorità giudiziaria e per le quali vige il principio di irripetibilità stabilito dall'art. 445 c.p.p.
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Cass. pen., sez. II, 17 novembre 2003, n. 43915 (ud. 10 ottobre 2003), Casetta. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445). [RV227328]
@Appropriazione indebita - Circostanze aggravanti - Prestazione d'opera - Ricorrenza
In tema di appropriazione indebita, ai fini della ricorrenza della circostanza aggravante comune della prestazione d'opera è sufficiente l'esistenza di qualsiasi rapporto, anche di mero fatto, da cui sia derivato, in capo all'agente, il possesso della cosa e che ne abbia consentito una più facile appropriazione, in virtù della particolare fiducia in lui riposta. (Fattispecie relativa al rapporto tra una associazione non riconosciuta e il suo Presidente il quale, appropriatosi di somme versate su un libretto di deposito bancario al portatore di pertinenza dell'associazione...
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