Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine331-381

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abbandono di persone minori o incapaci - Natura - Reato permanente - Effetti ai fini prescrizionali

Il reato di cui all'art. 591 c.p. di abbandono di persone minori o incapaci ha natura permanente, in quanto la condotta si protrae fino a quando gli imputati non fanno cessare le situazioni che non consentono un'assistenza o cura adeguata o fin tanto che tali situazioni non cessano per intervento esterno (in applicazione di tale principio, la Corte ha ritenuto irrilevante, ai fini della decorrenza del termine prescrizionale del reato di cui all'art. 591 c.p. addebitato agli amministratori di una casa di riposo, l'intervenuto accertamento della situazione, laddove successivamente non sia cessata la situazione di abbandono delle persone incapaci ricoverate).

    Cass. pen., sez. VI, 15 marzo 2004, n. 12238 (ud. 27 gennaio 2004), P.G. in proc. Bruno ed altri. (C.p., art. 591; c.p., art. 157). [RV228278]


@Abuso d'ufficio - Altrui danno ingiusto - Abuso mediante omissione - Lesione di posizioni giuridiche tutelate

In tema di reato di abuso d'ufficio, l'attuale configurazione del delitto di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.) come reato di danno richiede che venga procurato a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecato un danno ingiusto, ancorché non patrimoniale. Ne consegue che è configurabile il suddetto reato nel diniego opposto dal Rettore di un'Università di far visionare ad un candidato per la nomina di Direttore generale dell'Azienda Policlinico la documentazione della selezione, anche se la realizzazione dell'evento di danno, consistito nella mancata consultazione della documentazione necessaria per l'esperimento di eventuali iniziative a tutela dei propri interessi, risulti preordinata a procurare ad altri un vantaggio non patrimoniale.

    Cass. pen., sez. VI, 15 gennaio 2004, n. 729 (c.c. 1 dicembre 2003), P.G. in proc. Tessitore. (C.p., art. 323). [RV228269]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Scarico episodico e occasionale

La immissione occasionale di acque reflue industriali non è soggetta alla preventiva autorizzazione solo nel caso in cui sia del tutto estranea alla nozione legislativa di scarico, atteso che ogni immissione diretta tramite un sistema di convogliabilità, ovvero tramite condotta, è sottoposta alla disciplina di cui al decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152.

    Cass. pen., sez. III, 8 aprile 2004, n. 16717 (ud. 10 marzo 2004), Rossi. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; D.L.vo 18 agosto 2000, n. 258). [RV228027]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Scarico episodico ed occasionale

In tema di disciplina degli scarichi, mentre lo scarico discontinuo di reflui, sia pure caratterizzato dai requisiti della irregolarità, intermittenza e saltuarietà, se collegato ad un determinato ciclo produttivo, ancorché di carattere non continuativo, trova la propria disciplina nel decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152, e successive modificazioni, lo scarico occasionale, sia se effettuato in difetto di autorizzazione che con superamento dei valori limite, è privo di sanzione a seguito della eliminazione, ad opera dell'art. 23 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 258, del riferimento alle immissioni occasionali precedentemente contenuto negli artt. 54 e 59 del citato decreto n. 152.

    Cass. pen., sez. III, 8 aprile 2004, n. 16720 (ud. 10 marzo 2004), Todesco. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 54; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; D.L.vo 18 agosto 2000, n. 258, art. 23). [RV228208]


@Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari - Animali bovini destinati all'alimentazioneApplicazione di marche auricolari non proprieConcorso con i reati di commercio di sostanze alimentari nocive e falso per soppressione

Sono configurabili, e concorrono tra loro, i reati di contraffazione di sostanze alimentari (art. 440 c.p.), commercio di sostanze alimentari nocive (art. 444 c.p.) e falso per soppressione di certificati commesso da privato (artt. 477, 482 e 490 c.p.), nella condotta di chi, disponendo di ani- mali bovini regolarmente muniti di marchio identificativo auricolare e del corrispondente «passaporto» cartaceo, attestanti l'avvenuta sottoposizione ai prescritti controlli sanitari, asporti il suddetto marchio per applicarlo, abbinandolo al relativo «passaporto» ad altri animali destinati alla macellazione ed al successivo impiego alimentare, non sottoposti ai summenzionati controlli.

    Cass. pen., sez. I, 4 maggio 2004, n. 20999 (c.c. 1 aprile 2004), Provaroni. (C.p., art. 440; c.p., art. 444; c.p., art. 490; c.p., art. 81). [RV228108]


@Antichità e belle arti - Cose di interesse artistico e storico - Reato previsto dall'art. 67 della legge 1089/39 - Tentativo

In tema di cose d'antichità e d'arte, il reato di cui all'art. 67 della legge 1 giugno 1939 n. 1089 - commesso da chi si impossessa di oggetti che siano stati rinvenuti fortuitamente, mediante ricerche o comunque durante l'esecuzione di opere - può manifestarsi anche nella forma del tentativo, allorquando non si perfeziona l'impossessamento, il quale però deve avere ad oggetto cose già rinvenute. Ne consegue che non può qualificarsi alla stregua di tentativo del reato in questione la mera attività di ricerca di oggetti d'arte e antichità che ancora non siano stati individuati. (Fattispecie nella quale gli imputati erano stati sorpresi a scavare in una zona di interesse archeologico. La Corte ha precisato che tale condotta integra piuttosto la contravvenzione di cui all'art. 68 della legge n. 1089 del 1939, ora art. 124 del D.L.vo 29 ottobre 1999 n. 490, che sanziona le violazioni in materia di ricerche archeologiche).

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    Cass. pen., sez. fal., 25 agosto 2003, n. 34944 (ud. 7 agosto 2003), Marcomeni ed altro. (C.p., art. 56; L. 1 giugno 1939, n. 1089, art. 67; L. 1 giugno 1939, n. 1089, art. 68; D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 124). [RV228321]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Operatività anche nel giudizio di rinvio

Il divieto della reformatio in peius della sentenza quando impugnante sia il solo imputato è di portata generale e, quindi, per quanto espressamente previsto solo per il giudizio di appello, opera anche in quello di rinvio e anche con riferimento a pena che, quantunque a favore, in parte qua, dell'imputato per il mancato calcolo dell'aumento per la continuazione, sia superiore a quella inflitta nel precedente giudizio di appello.

    Cass. pen., sez. I, 17 maggio 2004, n. 23176 (ud. 20 gennaio 2004), Lorenzini. (C.p.p., art. 597; c.p.p., art. 627). [RV228238]


@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Deduzione di nullità in appello

Quando in appello vengano dedotte nullità assolute o a regime intermedio che non si estendano al provvedimento che dispone il giudizio o alla sentenza di primo grado, ovvero si tratti di nullità relative, il giudice d'appello dichiara in ogni caso le nullità che non sono state sanate, ma non è tenuto a disporre la rinnovazione degli atti invalidi, ove ritenga che essi non forniscano elementi necessari al giudizio (fattispecie in tema di perizia).

    Cass. pen., sez. V, 13 maggio 2004, n. 22770 (ud. 15 aprile 2004), Righetti. (C.p.p., art. 604; c.p.p., art. 185). [RV228099]


@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Presupposti

Nel giudizio d'appello, la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, prevista dall'art. 603 comma primo c.p.p., è subordinata alla verifica dell'incompletezza dell'indagine dibattimentale e alla conseguente constatazione del giudice di non poter decidere allo stato degli atti senza una rinnovazione istruttoria; tale accertamento è rimesso alla valutazione del giudice di merito, incensurabile in sede di legittimità se correttamente motivata.

    Cass. pen., sez. IV, 22 aprile 2004, n. 18660 (ud. 19 febbraio 2004), Montanari ed altro. (C.p.p., art. 603). [RV228353]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Costituzione di parte civile - Patteggiamento a seguito di opposizione a decreto penale - Esclusione

Nell'udienza camerale fissata ai sensi dell'art. 447 c.p.p. per la decisione sulla richiesta di applicazione della pena, anche quando questa sia formulata in sede di opposizione a decreto penale, non è consentita la costituzione di parte civile ed è pertanto illegittima, ove la stessa sia, ciononostante, avvenuta, la condanna dell'imputato alla rifusione delle relative spese.

    Cass. pen., sez. V, 12 maggio 2004, n. 22681 (c.c. 5 aprile 2004), Schipilliti. (C.p.p., art. 447; c.p.p., art. 464; c.p.p., art. 79). [RV228095]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Sanzione sostitutiva - Ragguaglio in euro

In sede di patteggiamento, l'arrotondamento della misura della pena sostitutiva, per effetto della conversione della lira in euro, va effettuato sul calcolo finale e non già preventivamente sul criterio di ragguaglio tra pena pecuniaria e pena detentiva (nella specie, la pena concordata era stata determinata con il preventivo arrotondamento del parametro di ragguaglio in e. 38).

    Cass. pen., sez. VI, 17 febbraio 2004, n. 6483 (c.c. 12 novembre 2003), P.G. in proc. Rossi. (C.p.p., art. 444; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 53; D.L.vo 24 giugno 1998, n. 213, art. 51; c.p., art. 135). [RV228264]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Sospensione condizionale - Applicabilità in mancanza di richiesta condizionata alla concessione del beneficio

Con la sentenza di applicazione della pena su richiesta il giudice, se l'accordo tra le parti non è maturato a fronte di una richiesta condizionata in tal senso, non può disporre la sospensione condizionale, non potendo travalicare i limiti del negozio che legittima...

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