Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine1385-1417

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Condotta finalizzata all'ingiusto vantaggio patrimoniale di terzi - Accordo tra l'agente ed il beneficiario

Il delitto di abuso di ufficio, anche nella forma dell'ingiusto vantaggio patrimoniale intenzionalmente procurato a terzi, è reato monosoggettivo, per la cui integrazione non è richiesta alcuna intesa tra l'agente ed il beneficiario dell'illecita condotta, ed è sufficiente che il beneficiario stesso sia specificamente individuato.

    Cass. pen., sez. VI, 5 maggio 2004, n. 21085 (ud. 28 gennaio 2004), P.C. in proc. Sodano e altri. (C.p., art. 323). [RV229806]


@Abuso d'ufficio - Estremi - Sindaco che favorisca intenzionalmente gli interessi dei privati relativi ad attività edilizia - Configurabilità

Integra il reato di abuso di ufficio la condotta di quel sindaco il quale, a fronte della diffusa e sistematica realizzazione di opere in violazione degli strumenti urbanistici nel territorio comunale, intenzionalmente favorisca gli interessi dei relativi proprietari omettendo l'attivazione delle procedure mirate ad ingiungere e successivamente a eseguire le demolizioni imposte dalla legge, nel contempo attivamente intralciando l'opera degli uffici tecnici e di polizia urbanistica del comune, con l'adozione di provvedimenti organizzativi mirati ad impedirne i doverosi adempimenti. Se è vero infatti che la disciplina degli ordinamenti locali rimette alla dirigenza degli uffici comunali la competenza per l'attivazione dei procedimenti di tutela urbanistica, residua per il sindaco, oltrechè il potere di attivare le specifiche procedure di garanzia nei casi che lo richiedano, un piú generale dovere di controllo e direttiva nei confronti degli uffici tecnici ed amministrativi del comune, affinchè sia assicurata la corretta osservanza delle procedure in materia.

    Cass. pen., sez. VI, 5 maggio 2004, n. 21085 (ud. 28 gennaio 2004), P.C. in proc. Sodano e altri. (C.p., art. 323). [RV229805]


@Acque pubbliche e private - Uso - Prelievo abusivo di acque dal sottosuolo - Integrazione del solo illecito amministrativo

Il prelievo abusivo di acque dal sottosuolo - in virtú dell'art. 23 del D.L.vo n. 152 del 1999, che ha sostituito l'art. 17 del R.D. n. 1775 del 1933, disponendo che la derivazione o l'utilizzazione dell'acqua pubblica per uso industriale, senza provvedimento autorizzativo o concessivo dell'autorità competente, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 5 a 50 milioni - integra esclusivamente un illecito amministrativo ed è attualmente punito solo con la sanzione amministrativa di cui al predetto art. 23 e non anche a titolo di furto, ex art. 624 c.p.; tra le norme in considerazione (artt. 23 D.L.vo n. 152 del 1999 e 624 c.p. citati) sussiste, infatti, un'ipotesi di concorso apparente - nel quale, a fronte dell'omogeneità della materia regolata (sottrazione e impossessamento di un bene altrui per proprio vantaggio), il predetto art. 23 presenta carattere speciale rispetto alla disposizione codicistica - disciplinata dall'art. 9 della legge n. 689 del 1981, che afferma anche nell'ipotesi di concorso tra norme penali ed amministrative il principio per il quale la norma speciale prevale su quella generale.

    Cass. pen., sez. V, 15 giugno 2004, n. 26877 (ud. 5 maggio 2004), Modaffari. (C.p., art. 15; c.p., art. 624; R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, art. 17; L. 11 maggio 1999, n. 152, art. 23). [RV229878]


@Amnistia, indulto e grazia - Amnistia - Impropria - Effetti penali della condanna

L'amnistia impropria non fa venir meno gli effetti penali della condanna, tra i quali rientra l'impossibilità di ottenere la reiterazione della sospensione condizionale della pena.

    Cass. pen., sez. I, 24 novembre 2004, n. 45521 (c.c. 19 ottobre 2004), Vergara. (C.p., art. 151; c.p., art. 163). [RV229820]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Giudizio di rinvio

Il divieto di reformatio in peius, previsto dall'art. 597 c.p.p., non opera nel giudizio di rinvio qualora venga annullata un'ordinanza del Tribunale di sorveglianza, in quanto, vertendosi in ipotesi di primo e unico grado di merito, a seguito dell'annullamento integrale non si verifica alcuna preclusione.

    Cass. pen., sez. I, 9 settembre 2004, n. 36133 (c.c. 9 giugno 2004), Marsili. (C.p.p., art. 597; c.p.p., art. 623; c.p.p., art. 627). [RV229848]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Richieste concordemente formulate dalle partiPatteggiamento in appello

L'accordo tra le parti previsto dall'art. 599 c.p.p. (cd. patteggiamento della pena in appello) può intendersi esteso implicitamente ai punti della sentenza impugnata in stretta correlazione con esso. Ne consegue che, qualora in dipendenza delle modificazioni apportate alla pena principale, quest'ultima non comporti piú la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, ma solo quella temporanea, il giudice ha la potestà di operare modifiche anche alla pena accessoria.

    Cass. pen., sez. III, 7 ottobre 2004, n. 39261 (ud. 9 luglio 2004), Faro ed altro. (C.p., art. 29; c.p.p., art. 599). [RV229931]


@Appello penale - Dibattimento - Omessa notifica al difensore non presente dell'avviso di differimento dell'udienza - Nullità assoluta

In tema di giudizio di appello, l'omessa notifica al difensore non presente dell'avviso di differimento dell'udienza - disposto d'ufficio, per motivi estranei alla dinamica processuale (elezioni politiche) - determina, ex art. 178, commaPage 1386 primo, lett. c), la nullità assoluta ed insanabile del giudizio per violazione del diritto di difesa. (Nella specie il Presidente della Corte di appello aveva, in ragione di imminenti elezioni politiche, disposto, con provvedimento generale, la sospensione di tutte le udienze già fissate per una determinata data e per i giorni immediatamente successivi; la S.C. - premesso che detto provvedimento era idoneo a determinare una legittima aspettativa al rinvio di tutti i procedimenti non urgenti - afferma che sussisteva l'obbligo dell'ufficio di informare i difensori, non presentatisi alle udienze già fissate e trasformatesi in cosiddette «udienze di distribuzione» sulla nuova udienza, con comunicazione effettuata nelle forme di legge, giacchè trattavasi di rinvio non richiesto dai difensori, nè determinato da un loro comportamento, ma disposto d'ufficio, per ragioni non processuali).

    Cass. pen., sez. V, 15 giugno 2004, n. 26875 (ud. 28 aprile 2004), Picozzi ed altro. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 179; c.p.p., art. 598; c.p.p., art. 601). [RV229870]


@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Giudizio abbreviato

In tema di processo celebrato in appello con la forma del giudizio abbreviato, non è di ostacolo alla rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale la circostanza che l'assunzione delle prove sia stata richiesta dal P.M., dovendo tale istanza essere considerata come una sollecitazione al giudice per l'esercizio del potere di ufficio di assumere gli elementi diprova assolutamente necessari per l'accertamento dei fatti che formano oggetto della decisione.

    Cass. pen., sez. I, 9 settembre 2004, n. 36122 (ud. 9 giugno 2004), Campisi. (C.p.p., art. 441; c.p.p., art. 442; c.p.p., art. 603; L. 16 dicembre 1999, n. 479). [RV229837]


@Appello penale - Effetto devolutivo - Violazione del principio - Sussistenza

Sussiste la violazione del principio devolutivo (art. 597, comma primo, c.p.p.) qualora a seguito dell'impugnazione principale proposta dalla parte civile, e avente per oggetto la declaratoria di falsità di un certificato, il giudice di appello accolga l'appello incidentale dell'imputato preordinato ad ottenere una formula assolutoria piú favorevole («il fatto non sussiste» anzichè «il fatto non costituisce reato»), in quanto l'appello incidentale deve inerire ai capi della sentenza investiti dall'appello principale ovvero ai punti della decisione rientranti nel medesimo capo, oggetto dell'impugnazione principale. Ne consegue che il capo non attinto dai motivi dell'appello principale proposto dalla parte civile - e, nella specie, relativo al riconoscimento della mancanza di responsabilità dell'imputato, per difetto dell'elemento psicologico del reato - non poteva essere oggetto di cognizione del giudice di secondo grado, considerato, peraltro, che la parte civile, ex art. 576 c.p.p., può proporre impugnazione avverso la sentenza di proscioglimento «ai soli effetti della responsabilità civile» sicchè la statuizione relativa doveva intendersi investita della autorità di cosa giudicata, con conseguente inammissibilità dell'appello incidentale.

    Cass. pen., sez. V, 26 luglio 2004, n. 32462 (ud. 12 luglio 2004), Amadio ed altro. (C.p.p., art. 576; c.p.p., art. 595; c.p.p., art. 597). [RV229885]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Presupposti - Limite legale minimo di durata della reclusione - Possibilità di superarlo per effetto della diminuzione connessa al rito

Anche in caso di applicazione della pena su richiesta, la reclusione non può avere durata inferiore al limite minimo di quindici giorni, fissato dall'art. 23 c.p., di talchè va considerata illegittima la sentenza che recepisca la pattuizione di una pena ridotta oltre il limite indicato in applicazione della diminuente di cui all'art. 444 c.p.p.

    Cass. pen., sez. VI, 6 febbraio 2004, n. 4917 (ud. 3 dicembre 2003), P.G. in proc. Pianezza. (C.p.p., art. 444; c.p., art. 23). [RV229995]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Termine - Inammissibilità della richiesta in Cassazione

È inammissibile nel giudizio di cassazione la richiesta di applicazione della pena formulata in base all'art. 5, legge 12 giugno 2003, n. 134 (modifiche al codice di procedura...

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