Massimario di legittimitá

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine1195-1211

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abuso d'ufficio - Estremi - Pubblico ufficiale che, in qualità di vigile urbano, compili verbali di contravvenzioni contenenti attestazioni ideologicamente false - Assorbimento del delitto di abuso d'ufficio in quello di falso ideologico in atto pubblico

Integra solo la condotta di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.) e non anche quella di abuso d'ufficio (art. 323 c.p.), la condotta del pubblico ufficiale che, in qualità di vigile urbano, compili, in distinte occasioni, verbali di contravvenzione, contenenti attestazioni ideologicamente false, in quanto il carattere sussidiario e residuale del reato di abuso d'ufficio - desumibile dalla esplicita riserva «salvo che il fatto non costituisca più grave reato», contenuta anche nella nuova formulazione dell'art. 323 c.p., dovuta alla legge n. 234 del 1997 - implica che, qualora la condotta addebitata si esaurisca nella commissione di un fatto qualificabile come falso ideologico in atto pubblico, solo di tale reato l'agente deve rispondere e non anche dell'abuso d'ufficio, da considerare assorbito nell'altro, a nulla rilevando, in contrario, la diversità dei beni protetti dalle due norme incriminatrici.

    Cass. pen., sez. V, 13 dicembre 2005, n. 45225 (ud. 9 novembre 2005), Bernardi. (C.p., art. 323; c.p., art. 479). [RV232724]


@Appello civile - Citazione di appello - Motivi - Interpretazione

L'interpretazione dell'atto di appello è compito istituzionalmente demandato al giudice del merito, ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivata.

    Cass. civ., sez. I, 6 ottobre 2005, n. 19513, Busciantella Ricci c. Finauro. (C.p.c., art. 342). [RV585385]


@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Configurabilità

L'onere della specificazione dei motivi di appello previsto dall'art. 342 c.p.c. assolve alla duplice funzione sia di delimitare l'ambito di esame concesso al giudice di secondo grado, in conformità del principio tantum devolutum quantum appellatum, sia di consentire la puntuale e ragionata valutazione delle critiche mosse alla decisione impugnata. Pertanto, tale onere può ritenersi soddisfatto solo quando l'atto di appello esprime articolate ragioni di doglianza su punti specifici della sentenza di primo grado, non essendo, perciò, sufficiente, il generico rinvio alle difese svolte in primo grado.

    Cass. civ., sez. III, 16 dicembre 2005, n. 27727, Geiser Johann c. Ist. Edil. Sociale Prov. Bolzano Ipes. (C.p.c., art. 342; c.p.c., art. 434). [RV585989]


@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Questioni assorbite in primo grado da una decisione preliminare

A fronte di questioni sulle quali il giudice di primo grado non si sia espressamente pronunciato, avendole ritenute assorbite da un'altra decisione di carattere logicamente preliminare, l'appellante che questa preliminare decisione impugni non ha l'onere di proporre anche uno specifico motivo di gravame concernente le questioni assorbite. Un siffatto motivo di gravame risulterebbe in realtà privo di oggetto, proprio perché fa difetto una statuizione contro cui appuntare specifiche doglianze: sicché, in simili casi, l'appellante che intenda tener ferme anche le domande in ordine alle quali non v'è stata pronuncia non ha altro onere che quello di riproporre dette domande all'attenzione del giudice di secondo grado, nel rispetto dell'art. 346 c.p.c.

    Cass. civ., sez. I, 8 novembre 2005, n. 21641, Orio ed altro c. Smi Metallurgica Ital Spa ed altri. (C.p.c., art. 342; c.p.c., art. 346). [RV586237]


@Appello civile - Domande non riproposte - Accoglimento della domanda principale in primo grado - Appellato vittorioso

La parte concretamente vittoriosa nel merito non ha l'onere di proporre appello incidentale per richiamare eccezioni o questioni che risultano superate o assorbite; essa è, tuttavia, tenuta a riproporre le une e le altre in modo espresso fino alla precisazione delle conclusioni, operando altrimenti la presunzione di rinuncia di cui all'art. 346 c.p.c. con conseguente formazione del giudicato implicito.

    Cass. civ., sez. III, 12 gennaio 2006, n. 413, Calò ed altri c. Famiglietti. (C.p.c., art. 346). [RV586211]


@Appello civile - Domande nuove - Effetto devolutivo - Estensione a punti non compresi neppure implicitamente nei motivi di impugnazione

L'effetto devolutivo dell'appello entro i limiti dei motivi di impugnazione preclude al giudice del gravame solo la possibilità di estendere le sue statuizioni ai punti della sentenza di primo grado non direttamente investiti dal gravame, ma solo in quanto essi non siano compresi nel «thema decidendum» neanche per implicito. (Nella specie, relativa ad impugnazione inerente la dinamica di un sinistro stradale, il giudice di merito, con sentenza confermata dalla S.C., aveva rilevato che le prove indicate dall'appellante per attribuire la responsabilità in via esclusiva a controparte non solo non legittimavano tale conclusione ma avrebbero potuto condurre alla soluzione opposta).

    Cass. civ., sez. III, 8 novembre 2005, n. 21659, Giannattasio c. Liguria Assic. Spa ed altro. (C.p.c., art. 339; c.p.c., art. 342). [RV585275]


@Appello civile - Eccezioni non riproposte - Definizione del giudizio con una decisione relativa a una questione preliminare di rito - Motivi di appello

Qualora la sentenza impugnata, nel definire il giudizio, abbia deciso esclusivamente una questione preliminarePage 1196 di rito (nella specie relativa alla legittimazione attiva), i motivi di appello, che hanno la finalità di denunciare gli errori di diritto o l'ingiustizia della decisione non possono concernere anche il merito della domanda che non ha formato oggetto della pronuncia, essendo al riguardo sufficiente che l'appellante abbia riproposto, ai sensi dell'art. 346 c.p.c., la domanda non esaminata.

    Cass. civ., sez. II, 19 gennaio 2006, n. 974, Vasile c. Gianico. (C.p.c., art. 342; c.p.c., art. 346). [RV586244]


@Appello civile - Improcedibilità - Per mancata restituzione del fascicolo dell'appellante - Mancata riconsegna del fascicolo da parte dell'appellante regolarmente costituitosi

Nel giudizio di appello il mancato deposito del fascicolo da parte dell'appellante ritualmente costituito, nel termine indicato dall'art. 169 secondo comma c.p.c., non consente la dichiarazione di improcedibilità dell'impugnazione.

    Cass. civ., sez. II, 12 dicembre 2005, n. 27298, Viviano c. Lameco Edil Di Maffia Edoardo Flli Snc. (C.p.c., art. 169; c.p.c., art. 189; c.p.c., art. 348; att. c.p.c., art. 111). [RV586079]


@Appello civile - Inammissibilità - Motivi di appello - Deduzioni di nullità non comportanti la remissione al giudice di primo grado

L'atto di appello che si limiti a dedurre vizi di nullità diversi da quelli previsti dagli artt. 353 e 354 c.p.c., senza, contestualmente, denunziare l'ingiustizia della decisione, è inammissibile per mancanza di interesse. (Nella specie, la Corte, in applicazione di questo principio, ha confermato la sentenza del giudice di appello che aveva ritenuto inammissibile il gravame avverso la pronuncia dichiarativa della falsità di un documento, con cui erano stati dedotti vizi procedurali, ma non anche la doglianza che la decisione era erronea o ingiusta per essere il documento genuino).

    Cass. civ., sez. II, 9 dicembre 2005, n. 27296, Tonnarelli Grassetti c. Tiziano Srl ed altri. (C.p.c., art. 100; c.p.c., art. 339; c.p.c., art. 353; c.p.c., art. 354). [RV586020]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Richieste concordemente formulate dalle partiPatteggiamento

In tema di patteggiamento in appello, vi è il diritto della parte di denunciare e il dovere del giudice di rilevare le nullità assolute concernenti il rito e le cause di proscioglimento ex art. 129 c.p.p., mentre il giudice, nell'accogliere la richiesta delle parti, non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento per taluna delle cause previste dall'art. 129 c.p.p. La Corte ha osservato a tale ultimo riguardo che in virtù dell'effetto devolutivo, una volta che lo stesso imputato abbia rinunciato ai motivi di impugnazione, la cognizione è limitata esclusivamente ai motivi non rinunciati, riguardanti proprio il regime sanzionatorio.

    Cass. pen., sez. V, 20 ottobre 2005, n. 38386 (ud. 26 settembre 2005), De Luca ed altri. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 599; c.p.p., art. 606). [RV232915]


@Appello penale - Dibattimento - Discussione - Interruzione

L'interruzione della discussione del dibattimento di appello per la proposizione di istanze istruttorie da parte del difensore dell'imputato e per la conseguente necessità di una decisione in merito, anche negativa, implica la doverosa rinnovazione ab initio della discussione, perché le parti formulano le conclusioni solo dopo l'esaurimento della prova, sicché, ove la discussione sia semplicemente ripresa, si determina la nullità della fase della discussione ex art. 178 c.p.p., che si estende alla sentenza impugnata. (La Corte ha precisato che la rilevazione della nullità della sentenza comporta la rinnovazione dell'intero processo di appello dovendosi assicurare, in ragione del principio di immutabilità, che il giudice della deliberazione sia lo stesso del dibattimento).

    Cass. pen., sez. II, 21 dicembre 2005, n. 46814 (ud. 1 dicembre 2005), Cariolo. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 523; c.p.p., art. 524; c.p.p., art. 525). [RV232776]


@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Partecipazione degli appellanti che hanno formulato richiesta di patteggiamento

In tema di giudizio di appello, l'imputato che ha formulato richiesta di patteggiamento della pena ai sensi dell'art. 599, comma quarto, c.p.p. ha diritto di partecipare al dibattimento, nel caso in cui sia stata disposta la...

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