Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine801-850

Page 801

I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Vantaggio patrimoniale - Nozione

In tema di abuso d'ufficio, il requisito del vantaggio patrimoniale va riferito al complesso dei rapporti giuridici a carattere patrimoniale e sussiste, pertanto, non solo quando l'abuso sia volto a procurare beni materiali o altro, ma anche quando sia volto a creare un accrescimento della situazione giuridica soggettiva a favore di colui nel cui interesse l'atto è stato posto in essere. (Fattispecie relativa al rilascio di un'autorizzazione edilizia che ha consentito al beneficiario di costruire ex novo alcuni manufatti, sulla base di una falsa rappresentazione dello stato dei luoghi).

    Cass. pen., sez. VI, 11 ottobre 2007, n. 37531 (ud. 14 giugno 2007), Serione e altri. (C.p., art. 323). [RV238028]

@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Violazione di norme di legge - Demansionamento di una dipendente comunale

In materia di abuso d'ufficio, integra il requisito della violazione di legge il mutamento di destinazione di una dipendente comunale dallo svolgimento delle mansioni di coordinatrice economa a quelle di prevenzione ed accertamento delle violazioni in materia di sosta, deliberato dal Sindaco in violazione dell'art. 56 D.L.vo n. 29 del 1993 sui dipendenti delle pubbliche amministrazioni e dell'art. 7 C.C.N.L. dei dipendenti degli enti locali recepito nel D.P.R. n. 593 del 1993. (Nella motivazione, la Corte ha precisato che tali norme, pur consentendo che un dipendente possa essere adibito a svolgere compiti di qualifica immediatamente inferiore, richiedono, tuttavia, l'occasionalità della destinazione e la possibilità che ciò avvenga con criteri di rotazione).

    Cass. pen., sez. VI, 7 novembre 2007, n. 40891 (ud. 17 ottobre 2007), Colazzo e altro. (C.p., art. 323; D.L.vo 3 febbraio 1993, n. 29, art. 56). [RV238031]

@Abuso d'ufficio - Elemento psicologico - Dolo - Prova

In tema di abuso d'ufficio, la prova dell'intenzionalità del dolo esige il raggiungimento della certezza che la volontà dell'imputato sia stata orientata proprio a procurare il vantaggio patrimoniale o il danno ingiusto. Tale certezza non può provenire esclusivamente dal comportamento non iure osservato dall'agente, ma deve trovare conferma anche in altri elementi sintomatici, quali la specifica competenza professionale dell'agente, l'apparato motivazionale su cui riposa il provvedimento ed i rapporti personali tra l'agente e il soggetto o i soggetti che dal provvedimento ricevono vantaggio patrimoniale o subiscono danno. (Fattispecie relativa all'adozione di una delibera di collocamento in disponibilità di dipendenti comunali, senza la preventiva adozione del regolamento degli uffici e dei servizi).

    Cass. pen., sez. VI, 28 settembre 2007, n. 35814 (ud. 27 giugno 2007), Pacia e altri. (C.p., art. 323). [RV237916]

@Abuso d'ufficio - Elemento psicologico - Prassi diffusa contra legem - Irrilevanza

In tema di abuso d'ufficio, va esclusa la carenza dell'elemento soggettivo allorquando una prassi diffusa si sia inserita in un contesto giuridico amministrativo, se non contrario, sicuramente incerto in ordine alla possibilità di realizzare l'attività contestata, dovendo il pubblico dipendente, o comunque la persona addetta ad un pubblico servizio, astenersi dal porre in essere comportamenti di incerta rilevanza ed acquisire dai competenti organi amministrativi le necessarie informazioni ed assicurazioni circa la legittimità dell'attività svolta, in modo da adempiere a quell'onere informativo che potrebbe rendere scusabile l'errore sulla legge penale. (Fattispecie relativa allo svolgimento, da parte di ostetriche in servizio presso un'azienda ospedaliera, di attività libero-professionale intramuraria, consistita nel prestare assistenza privata e remunerata al travaglio e al parto di puerpere ricoverate presso un ospedale).

    Cass. pen., sez. VI, 28 settembre 2007, n. 35813 (ud. 21 giugno 2007), Y. (C.p., art. 5; c.p., art. 47; c.p., art. 323). [RV237767]

@Abuso d'ufficio - Estremi - Concorso del privato - Condizioni

In tema di abuso d'ufficio, deve escludersi il concorso nel caso in cui il privato si limiti alla mera presentazione di un'istanza relativa ad un atto che, in concreto, risulti illegittimo, essendo invece necessaria la prova che la presentazione della domanda sia stata preceduta, accompagnata o seguita da un'intesa o da pressioni dirette a sollecitare o persuadere il pubblico funzionario. (Fattispecie in cui è stata ritenuta l'esistenza di un accordo collusivo tra il responsabile di un ufficio tecnico comunale ed il beneficiario di un'autorizzazione edilizia, desunto dall'esistenza di rapporti di natura politica e dall'omissione di qualsiasi attività istruttoria in ordine alla richiesta del privato, basata su una falsa rappresentazione della situazione dei luoghi).

    Cass. pen., sez. VI, 11 ottobre 2007, n. 37531 (ud. 14 giugno 2007), Serione e altri. (C.p., art. 110; c.p., art. 323). [RV238029]

@Abuso d'ufficio - Procedimento di rilascio di autorizzazione edilizia - Omessa istruttoria

In tema di abuso d'ufficio, è idonea ad integrare la violazione di legge, rilevante ai fini della sussistenza del reato, l'inosservanza da parte dell'amministratore pubblico del dovere di compiere una adeguata istruttoria diretta ad accertare la ricorrenza delle condizioni richieste per il rilascio di un'autorizzazione, incidendo la stessa direttamente sulla fase decisoria in cui i diversi interessi, pubblici e privati, devono essere ponderati. (Fattispecie relativa al rilascio di un'autorizzazione edilizia per la realizzazione di lavori di manutenzione, in assenza dell'attività istruttoria prevista dall'art. 3 L. 7 agosto 1990, n. 241, e sulla base di una do-Page 802cumentazione insufficiente, attestante l'esistenza di immobili in realtà inesistenti).

    Cass. pen., sez. VI, 11 ottobre 2007, n. 37531 (ud. 14 giugno 2007), Serione e altri. (C.p., art. 323; L. 7 agosto 1990, n. 241, art. 3). [RV238027]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Acque meteoriche di dilavamento - Nuova disciplina dettata dal D.L.vo n. 152 del 2006

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, le acque meteoriche di dilavamento ovvero le acque piovane che, depositandosi su suolo impermeabilizzato, dilavano le superfici attingendo indirettamente i corpi recettori, oggi disciplinate dall'art. 113 del D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, non rientrano, di norma, tra le acque reflue industriali, salvo che le stesse vengano contaminate da sostanze o materiali impiegati nello stabilimento, nel qual caso sono da considerarsi come reflui industriali.

    Cass. pen., sez. III, 30 ottobre 2007, n. 40191 (c.c. 11 ottobre 2007), Schembri. (D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 113). [RV238056]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Acque reflue provenienti dall'attività di molitura delle olive - Reato di scarico di acque reflue industriali non autorizzato

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, integra il reato di scarico di acque reflue industriali in difetto di autorizzazione (prima previsto dall'art. 59, comma primo, del D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, oggi sostituito dall'art. 137, comma quattordicesimo, del D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152) l'utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione dei frantoi oleari al di fuori dei casi e delle procedure previste dalla legge. (Fattispecie di immissione nel suolo di reflui derivanti dall'attività di un frantoio, sversati mediante un tubo in PVC, i quali per effetto di «ruscellamento» confluivano a valle in una vasca ad assorbimento priva di impermeabilizzazione).

    Cass. pen., sez. III, 28 novembre 2007, n. 44293 (ud. 7 novembre 2007), Condina. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 2; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 137). [RV238076]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Bonifica dei siti inquinati - Nuova disciplina dettata dal D.L.vo n. 152 del 2006

In tema di bonifica dei siti inquinati, ai fini della configurabilità del reato omissivo previsto dall'art. 257, comma primo, del D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, la segnalazione che il responsabile dell'inquinamento è obbligato ad effettuare alle autorità indicate in base all'art. 242 del medesimo decreto è dovuta a prescindere dal superamento delle soglie di contaminazione.

    Cass. pen., sez. III, 30 ottobre 2007, n. 40191 (c.c. 11 ottobre 2007), Schembri. (D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 242; D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 257; D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 304). [RV238055]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Deposito incontrollato di rifiuti allo stato liquido - Reato previsto dal D.L.vo n. 22 del 1997

Integra il reato di deposito incontrollato di rifiuti allo stato liquido (art. 51, comma secondo, del D.L.vo 5 febbraio 1997, n. 22), lo stoccaggio in apposite vasche di raccolta, delle acque reflue provenienti dal lavaggio delle strutture e delle attrezzature di un'impresa per omesso rispetto del prescritto termine periodico per il loro smaltimento, in quanto sono escluse dal novero dei rifiuti solo le acque di scarico (ovvero quelle acque che vengono immesse direttamente nel suolo, nel sottosuolo o nella rete fognaria), nè il reato è escluso in presenza di un'autorizzazione allo scarico dei predetti reflui nella rete fognaria, in quanto l'attività di stoccaggio attribuisce ai medesimi la natura di rifiuti allo stato liquido.

    Cass. pen., sez. III, 28 novembre 2007, n. 44290 (ud. 7 novembre 2007), Cacio. (D.L.vo 5 febbraio 1997, n. 22, art. 8; D.L.vo 5 febbraio 1997, n. 22, art. 51; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 2). [RV238075]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Nuova disciplina

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, anche a seguito dell'entrata in vigore del D.L.vo 3 aprile 2006...

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