Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine595-608

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Appello civile - Appellabilità (provvedimenti appellabili) - Sentenza - Pronuncia sulla competenza

La sentenza di primo grado limitata alla competenza è inappellabile e soggetta a regolamento necessario. Ove il giudice del gravame non abbia rilevato l'inammissibilità dell'appello e la questione abbia formato oggetto di discussione, compete alla Corte di cassazione, davanti alla quale sia stata impugnata la sentenza di merito il potere-dovere di rilevare la violazione degli artt. 42 e 339, primo comma, c.p.c. d'ufficio, e conseguentemente di cassare tale sentenza.

    Cass. civ., sez. III, 22 settembre 2000, n. 12528, De Prisco c. Ruggiero. (C.p.c., art. 42; c.p.c., art. 339). [RV540357]


@Appello civile - Costituzione e comparizione delle parti - Termini - Mancata costituzione

La mancata costituzione dell'appellante nel termine stabilito dall'art. 165 c.p.c. dà luogo non già all'improcedibilità dell'appello, bensì alla cancellazione della causa dal ruolo, con la conseguente possibilità di riassunzione del processo nei termini stabiliti dall'art. 307 c.p.c. Peraltro, ove l'appellato, nulla adducendo al riguardo, si sia difeso nel merito, accettando il contraddittorio, non si applica la sanzione della cancellazione, e correttamente il processo prosegue.

    Cass. civ., sez. II, 19 settembre 2000, n. 12419, Gianni c. Mellace. (C.p.c., art. 165; c.p.c., art. 307). [RV540286]


@Appello civile - Domande nuove - Configurabilità - Esclusione

Nell'ipotesi di versamento di una somma di danaro a titolo di caparra confirmatoria, la parte adempiente che abbia agito per l'esecuzione o risoluzione del contratto e per la condanna al risarcimento del danno ai sensi dell'art. 1453 c.c., può, in sostituzione di dette pretese, chiedere anche in appello il recesso dal contratto a norma dell'art. 1385, secondo comma, c.c., non costituendo tale rischiesta una domanda nuova, bensì configurando, rispetto alla domanda di adempimento, l'esercizio di una perdurante facoltà solo un'istanza ridotta con riguardo alla proposta risoluzione, nello stesso ambito risarcitorio, in relazione all'inadempimento dell'altra parte.

    Cass. civ., sez. II, 6 settembre 2000, n. 11760, Failla c. Giuliano. (C.c., art. 1385; c.c., art. 1453; c.p.c., art. 345). [RV540015]


@Appello civile - Fascicolo di parte - Ricostruzione - Mancanza della copia della sentenza di primo grado

Il giudice d'appello che non rinvenga negli atti processuali copia della sentenza impugnata, in guisa da non poter valutare la fondatezza dei motivi di gravame, non può rigettare l'impugnazione qualora la prova dell'iniziale esistenza del fascicolo stesso della sentenza di primo grado, pur non risultando dall'attestazione apposta dal cancelliere ai sensi dell'art. 74 ultimo comma att. c.p.c. sull'indice del fascicolo di parte, si evinca da un'ordinanza o altro provvedimento emesso dal giudice stesso, ma deve disporre le opportune ricerche da parte della cancelleria e, in caso di esito negativo di queste, concedere un termine all'appellante per svolgere un'attività ricostruttiva del contenuto del proprio fascicolo, non potendo gravare sulla parte le conseguenze del mancato reperimento.

    Cass. civ., sez. II, 28 agosto 2000, n. 11201, Gatto c. Gatto. (C.p.c., art. 347; c.p.c., art. 348). [RV539782]


@Appello civile - Improcedibilità - Per mancato deposito della sentenza impugnata - Motivato accertamento dell'indispensabilità del documento

Anche nel vigore dell'art. 348 c.p.c., nella formulazione anteriore alle modifiche apportatevi dall'art. 54 della legge 26 novembre 1990 n. 353, il giudice di secondo grado non può dichiarare l'improcedibilità dell'appello per il mancato deposito della sentenza di primo grado senza fornire alcuna motivazione in ordine all'indispensabilità del documento ai fini della decisione della controversia, atteso che il secondo comma dell'art. 348 cit. stabilisce l'improcedibilità dell'appello per il mancato deposito della sentenza impugnata solo ove la sentenza stessa sia, secondo il motivato accertamento del giudice del merito, indispensabile ai fini della decisione del gravame.

    Cass. civ., sez. II, 28 agosto 2000, n. 11201, Gatto c. Gatto. (C.p.c., art. 348; L. 26 novembre 1990, n. 353, art. 54). [RV539781]


@Appello civile - Prove - Nuove - Nozione

L'art. 345 c.p.c. nella formulazione anteriore alla legge n. 353/90 condiziona l'ammissibilità della prova in grado d'appello al requisito della novità che attiene sia al tipo del mezzo istruttorio, sia all'oggetto del mezzo di prova. In appello, pertanto, può proporsi un mezzo di prova identico a quello già espletato ma avente ad oggetto circostanze diverse da quelle già assunte con lo stesso mezzo in primo grado.

    Cass. civ., sez. II, 30 agosto 2000, n. 11452, Agritalzoo srl c. Az. Agricola Arrigoni. (C.p.c., art. 345; L. 26 novembre 1990, n. 353, art. 52). [RV539912]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reato colposo - Indagine sulla condotta del coimputato assolto in primo grado

Nel procedimento per reato colposo, la sentenza che assolve uno o più coimputati non ha autorità di cosa giudicata nei confronti degli altri; pertanto, nella fase di appello, instaurata a seguito di impugnazione dell'imputato condannato, non è preclusa al giudice l'indagine sulla condotta del soggetto assolto, sia ai fini dell'accertamento della responsabilità esclusiva o del concorso di colpa, sia ai fini della determinazione della pena, restando, comunque, improduttiva di effetti giuridici la decisione di secondo grado nei confronti degli imputati irrevocabilmente assolti.

    Cass. pen., sez. IV, 1 dicembre 2000, n. 12472 (ud. 15 giugno 2000), Pellegrini G. (C.p., art. 43; c.p., art. 590; c.p.p., art. 515). [RV217946]


@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Prove documentali

Il principio dell'identità del giudice che ha disposto l'acquisizione della prova con quello che ha proceduto all'assunzione della stessa - il quale costituisce specificazione del più generale principio dell'immutabilità del giudice sancito dall'art. 525 c.p.p. - non è violato nel caso in cui il giudice di appello acquisisca e valuti prove documentali di cui sia stata disposta l'acquisizione in precedenza del medesimo organo collegiale diversamente composto. E ciò in quanto le prove documentali, quali prove precostituite, possono essere acquisite indipendentemente dalla preventiva adozione di un formale provvedimento di rinnovazione parziale del dibattimento e di acquisizione delle stesse sicché deve considerarsi irrilevante il provvedimento di acquisizione in precedenza disposto dallo stesso organo giudicante diversamente composto.

    Cass. pen., sez. VI, 5 settembre 2000, n. 9446 (ud. 10 luglio 2000), D'Ambrosio e altro. (C.p.p., art. 495; c.p.p., art. 525; c.p.p., art. 603). [RV217933]


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@Appello penale - Incidentale - Del pubblico ministero - Nei confronti di coimputati non appellanti

L'art. 595 c.p.p. deve essere interpretato nel senso che l'appello incidentale del P.M. presuppone l'appello principale di uno degli imputati e può essere rivolto anche nei confronti dei coimputati non appellanti, ma produce effetti sfavorevoli solo nei confronti di quelli che partecipino al giudizio. Al contrario, gli eventuali effetti favorevoli si applicano, comunque, agli altri imputati ai sensi dell'art. 587 c.p.p.

    Cass. pen., sez. VI, 27 settembre 2000, n. 10259 (ud. 22 maggio 2000), P.G. in proc. Taffo L. e altro. (C.p.p., art. 587; c.p.p., art. 595). [RV217714]


@Appello penale - Provvedimenti appellabili e inappellabili - Pronuncia su impugnazione di sentenza inappellabile - Ricorso per cassazione

Nel caso in cui il giudice di secondo grado si sia erroneamente pronunziato sul gravame proposto avverso sentenza inappellabile e che tale sentenza sia stata poi, a sua volta, impugnata in sede di legittimità, la Corte di cassazione deve annullare senza rinvio la sentenza impugnata e ritenere il giudizio, qualificando l'originario gravame quale ricorso.

    Cass. pen., sez. V, 10 novembre 2000, n. 4016 (c.c. 19 settembre 2000), P.G. in proc. Contena. (C.p.p., art. 593; c.p.p., art. 569). [RV217738]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Poteri del giudice - Qualificazione giuridica del fatto

In tema di patteggiamento, nell'ipotesi in cui le parti processuali, ai fini della richiesta di applicazione della pena ex art. 444 c.p.p., diano al fatto una qualificazione giuridica diversa da quella contenuta nel capo di imputazione, ben può il giudice, attraverso l'esame degli atti presenti nel fascicolo del pubblico ministero, valutare l'astratta corrispondenza della fattispecie concreta a quella prospettata consensualmente dalle parti, anche in difformità da quella contenuta nel capo di imputazione.

    Cass. pen., sez. II, 4 agosto 2000, n. 2737 (c.c. 12 maggio 2000), P.G. in proc. Tassine e altro. (C.p.p., art. 444). [RV217757]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Presentazione a mezzo di incaricato - Ammissibilità

La richiesta di patteggiamento può essere presentata agli organi competenti a riceverla anche a mezzo di un incaricato ex art. 582 c.p.p., poiché, in tal caso, la provenienza dell'atto è attestata da pubblico ufficiale che riceve la dichiarazione, nel momento in cui vi appone la data della presentazione e le generalità del soggetto che vi ha provveduto. Con riguardo alle modalità di conferimento dell'incarico, non è prevista alcuna formalità particolare e deve, pertanto, ritenersi ammissibile anche l'incarico orale quando la relazione tra colui che presenta l'atto e colui che lo ha sottoscritto sia nota al pubblico ufficiale addetto alla ricezione. (In applicazione dei suesposti principi la S.C. ha ritenuto...

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