Massimario di legittimità

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello penale - Cognizione del giudice d'appello - Automatica diminuzione della pena - Esclusione

- In materia di cognizione del giudice di appello, la diminuzione della pena complessivamente irrogata, secondo la previsione dell'art. 597, comma 4 c.p.p., non consegue automaticamente alla revisione del giudizio di comparazione tra le circostanze in favore dell'imputato, atteso che un precedente giudizio di prevalenza delle aggravanti sulle attenuanti può essere ribadito senza alcuna implicita reformatio in pejus, allorché venga ritenuto tuttora maggiore il peso delle aggravanti nonostante il riconoscimento di una ulteriore circostanza attenuante.

    Cass. pen., sez. V, 8 luglio 2002, n. 25905 (ud. 3 giugno 2002), Di Maggio ed altri. (C.p.p., art. 597; c.p., art. 63). [RV222066]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Benefici - Applicazione d'ufficio

- In tema di sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, il giudice di appello, non investito con i motivi di impugnazione della censura relativa alla mancata applicazione della pena sostitutiva, non può concedere d'ufficio la pena sostitutiva, pur se richiesta dalla parte in sede di giudizio d'appello; a nulla rileva il fatto che trattasi di un beneficio meno consistente della sospensione condizionale della pena che, ai sensi dell'art. 597, comma 5, c.p.p., il giudice di appello può concedere d'ufficio in quanto l'espressa previsione delle facoltà attribuite tassativamente ex officio al giu- dice di appello preclude un'applicazione estensiva o analogica della norma in questione e, quindi, un ampliamento, tramite l'interpretazione giurisprudenziale, dei poteri discrezionali specificamente conferiti al medesimo giudice. A ciò si aggiunge la natura eccezionale della disposizione in esame, costituente deroga al principio generale dell'effetto devolutivo dell'appello stabilito dall'art. 597, comma 1, c.p.p., con conseguente sua inapplicabilità, ai sensi dell'art. 14 delle preleggi, al di fuori dei casi espressamente consentiti.

    Cass. pen., sez. IV, 18 settembre 2002, n. 31024 (c.c. 10 gennaio 2002), Ravaglia. (C.p.p., art. 597; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 53). [RV222313]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Confisca ex art. 12 sexies D.L. n. 306 del 1992 - Motivazione autonoma e adeguata

- È legittima la confisca disposta, anche a seguito di patteggiamento, in forza dell'art. 12 sexies del D.L. n. 306 del 1992 (convertito con L. n. 356 del 1992), a condizione che il giudice motivi adeguatamente in ordine alla mancanza di giustificazione circa la provenienza dei beni o del denaro confiscato, e la sproporzione tra il valore dei beni posseduti e il reddito dell'imputato. Ciò in quanto la motivazione sommaria propria del rito speciale non può estendersi automaticamente alla misura di sicurezza patrimoniale.

    Cass. pen., sez. IV, 26 luglio 2002, n. 28750 (ud. 21 marzo 2002), Chiascione. (C.p.p., art. 444; D.L. 8 giugno 1992, n. 306, art. 12; L. 7 agosto 1992, n. 356). [RV222062]

@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - Depenalizzazione - Obbligo di trasmissione degli atti all'autorità amministrativa

- Il giudice penale, tenuto a trasmettere alla competente autorità amministrativa i procedimenti relativi a reati depenalizzati (art. 41, comma 1 della legge 24 novembre 1981, n. 689) deve astenersi da tale attività solo nel caso in cui, emergendo dagli atti con assoluta ed immediata evidenza le ragioni assolutorie più ampie, pronunci sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p.

    Cass. pen., sez. III, 9 ottobre 2002, n. 33622 (ud. 26 giugno 2002), Pieri L. (C.p.p., art. 129; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 41). [RV222312]

@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - PrescrizioneReati contestati singolarmente ma riferibili ad unico disegno criminoso

- In tema di prescrizione, se al momento del giudizio sia ravvisabile la unicità del disegno criminoso tra i vari reati contestati singolarmente, ma per alcuni di essi sia maturato il termine prescrizionale, va dichiarata la causa di estinzione del reato ai sensi dell'art. 129 c.p.p. e non può, viceversa, applicarsi la continuazione tra i reati, con conseguente decorrenza del termine prescrizionale dalla data di cessazione della consumazione, come previsto dall'art. 158, primo comma c.p.

    Cass. pen., sez. Fall., 27 settembre 2002, n. 32194 (ud. 2 agosto 2002), Crivellari A. (C.p., art. 158; c.p.p., art. 129). [RV222305]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Traduzione

- L'ordine di esecuzione della pena emesso nei confronti di straniero alloglotta non deve essere necessariamente accompagnato da una traduzione in lingua nota al condannato, pur dovendosi riconoscere il diritto di quest'ultimo, una volta eseguito l'ordine anzidetto, di essere assistito da un interprete che gliene renda compiutamente noto il contenuto all'atto dell'ingresso nell'istituto penitenziario ovvero all'udienza fissata per la discussione dell'eventuale incidente di esecuzione.

    Cass. pen., sez. II, 13 maggio 2002, n. 18136 (c.c. 14 marzo 2002), Ciausu E. (C.p.p., art. 143; c.p.p., art. 656). [RV221857]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Traduzione

- La nomina di un interprete all'imputato o indagato straniero, in quanto subordinata al concreto accertamento della mancata conoscenza della lingua italiana, costituisce, non un atto dovuto ed imprescindibile, ma un obbligo eventualmente derivante da un accertamento di fatto. Ne consegue che la mancata nomina dell'interprete, indipendentemente dall'essere stato effettuato o meno un accertamento sulla capacità dell'interessato di rendersi conto del contenuto degli atti, non rientra nell'ambito delle nullità assoltue previste dall'art. 179 del codice di rito, ma di quelle relative, soggette pertanto alle disposizioni di cui agli artt. 181, 182 e 183 c.p.p.

    Cass. pen., sez. V, 18 febbraio 2002, n. 6697 (c.c. 12 dicembre 2001), Kislitsyn V. (C.p.p., art. 179; c.p.p., art. 181; c.p.p., art. 182; c.p.p., art. 183). [RV221901]

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@Cassazione penale - Competenza penale del giudice di pace - Applicabilità davanti a giudici diversi delle norme in corso di tenuità del fatto e risarcimento - Esclusione

- La norma transitoria di cui all'art. 63, comma primo del D.L.vo 28 agosto 2000, n. 274 in materia di competenza penale del giudice di pace (che prevede l'applicabilità, anche nei giudizi davanti a un giudice diverso, delle disposizioni circa l'esclusione della procedibilità nei casi di particolari tenuità del fatto, e della non punibilità in caso di risarcimento) non trova applicazione in Cassazione, atteso che il presupposto processuale della norma in argomento, l'intervento personale degli interessati, non è attuabile nel giudizio di legittimità.

    Cass. pen., sez. V, 1 luglio 2002, n. 25063 (ud. 23 maggio 2002), Rufolo ed altri. (D.L.vo 28 agosto 2000, n. 274, art. 63; c.p.p., art. 609). [RV222063]

@Cassazione penale - Giudizio di rinvio - Poteri del giu- dice di rinvio - Competenza

- In tema di individuazione del giudice di rinvio, l'art. 627, comma primo, c.p.p., nel disporre, analogamente all'art. 544, comma primo, c.p.p. del 1930, che nel giudizio di rinvio non è ammessa discussione sulla competenza attribuita con la sentenza di annullamento, sancisce la irretrattabilità del cosiddetto foro commissorio, che rappresenta un principio di ordine generale e di valore assoluto, la cui unica eccezione è prevista dall'art. 25 c.p.p. per il caso di sopravvenienza di fatti nuovi. Ne consegue che nessuna rilevanza assume ai fini della competenza, nell'ipotesi di giudizio di rinvio riguardante la fase esecutiva, la sopravvenienza di una ulteriore sentenza di condanna irrevocabile. (In applicazione di tale principio la Corte ha annullato l'ordinanza con la quale il giudice dell'esecuzione, decidendo in sede di rinvio, aveva dichiarato, sulla base dell'art. 665, comma 4, c.p.p., la propria incompetenza per territorio rilevando che nelle more del procedimento era divenuta irrevocabile altra sentenza di condanna).

    Cass. pen., sez. I, 15 maggio 2002, n. 18802 (c.c. 16 aprile 2002), Bruno. (C.p.p., art. 627; c.p.p., art. 665). [RV222029]

@Cassazione penale - Motivi di ricorso - Ricorso straordinario per errore di fatto - Configurabilità di errore di fatto

- Non costituisce errore di fatto emendabile a norma dell'art. 625 bis c.p.p. l'attribuzione, da parte della Corte di cassazione, alla censura mossa con il ricorso di una portata diversa da quella voluta dalla parte, trattandosi di vizio ascrivibile a valutazioni del giudice di legittimità che lo qualificano come errore interpretativo e, come tale, non suscettibile del rimedio citato. (Nella specie il ricorrente aveva lamentato che la Corte avesse ritenuto l'irripetibilità dei prelievi eseguiti sulle mani e sugli indumenti dell'imputato - c.d. stubs -, pur avendo egli contestato non già tale irripetibilità, bensì quella degli esami di laboratorio condotti sui predetti prelievi).

    Cass. pen., sez. I, 20 giugno 2002, n. 23844 (c.c. 11 aprile 2002), Montalto. (C.p.p., art. 625 bis). [RV221894]

@Cassazione penale - Ricorso - Presentazione e sottoscrizione - Autenticazione

- Nel caso di ricorso per cassazione proposto personalmente dall'imputato e trasmesso a mezzo posta, la funzione di autenticazione della firma dell'impugnante spetta unicamente al difensore che sia autorizzato ad esercitare innanzi al giudice di legittimità.

    Cass. pen., sez. V, 28 marzo 2002, n. 12165 (ud. 5 febbraio 2002), Bello P. ed altri. (C.p.p., art. 607; c.p.p., art. 613). [RV221898]

@Cassazione penale - Sentenza -...

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