Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine415-421

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Concorso con il reato di cui all'art. 1 sexies del D.L. n. 312 del 1985

In caso di scarichi inquinanti, il reato di cui all'art. 21 della legge 19 maggio 1976 n. 319, ora sanzionato dall'art. 59 del decreto legislativo 17 maggio 1999 n. 152, può concorrere con l'ulteriore reato di cui all'art. 1 sexies del D.L. 27 giugno 1985 n. 312, convertito in legge 8 agosto 1985 n. 431, in quanto il bene giuridico protetto dalla legge n. 152 riguarda la risorsa naturale resa in considerazione nella sua composizione fisica, mentre le disposizioni della legge n. 431 apprestano tutela al paesaggio, ovvero all'insieme di valori estetici e naturali considerati come un insieme in una determinata area.

    Cass. pen., sez. III, 13 giugno 2001, n. 23779 (ud. 27 aprile 2001), Catanzaro G. ed altro. (D.L. 27 giugno 1985, n. 312, art. 1 sexies; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59). [RV219931]


@Appello penale - Provvedimenti appellabili e inappellabili - Sentenza di condanna alla sola multa - Ambito di applicazione della L. n. 128/2001

L'art. 13 legge 26 marzo 2001, n. 128 che, modificando l'art. 593 c.p.p., ha reso nuovamente appellabili le sentenze di condanna alla sola pena della multa, non si applica, in virtù del principio del tempus regit actum, ai ricorsi proposti prima dell'entrata in vigore di tale legge. (Fattispecie in cui, la Corte di cassazione ha ritenuto corretta la trasmissione, da parte della corte di appello, per la celebrazione del giudizio di legittimità, del gravame proposto a norma dell'art. 593 c.p.p., come modificato dalla legge 24 novembre 1999, n. 468).

    Cass. pen., sez. VI, 11 luglio 2001, n. 27858 (ud. 22 maggio 2001), Bianco. (C.p.p., art. 593; L. 24 novembre 1999, n. 468, art. 18; L. 26 marzo 2001, n. 128, art. 13). [RV219974]


@Armi e munizioni - Detenzione abusiva - Di armi comuni da sparo - Ipotesi autonoma di reato

In tema di armi antiche, non possono essere considerate tali quelle che, per quanto fabbricate anteriormente al 1890, risultino successivamente modificate così da assumere i requisiti che per l'art. 2 della legge 18 aprile 1975, n. 110, definiscono l'appartenenza alla categoria delle armi comuni da sparo; ne consegue che, in caso di mancata denuncia all'autorità, sussiste la violazione prevista dall'art. 7 della legge 2 ottobre 1967, n. 895 (come modificato dall'art. 14 della legge n. 497 del 1974), e non quella prevista dall'art. 697 del c.p.

    Cass. pen., sez. I, 7 settembre 2001, n. 33453 (ud. 26 giugno 2001), Martinelli G. (L. 18 aprile 1975, n. 110, art. 2; c.p., art. 697; L. 2 ottobre 1967, n. 895, art. 7). [RV219916]


@Associazione per delinquere - Associati - Accertamento del vincolo associativo - Criteri

Ai fini della configurabilità del reato associativo, ciò che rileva è l'effettivo contributo fornito con carattere di stabilità, al raggiungimento degli illeciti fini della struttura criminosa, purché detto contributo sia fornito con la consapevolezza e la volontà di inserirsi organicamente nella vita del gruppo delinquenziale. Ne consegue che è ininfluente la circostanza che ciò eventualmente avvenga per mandato di terza persona, essendo irrilevanti le ragioni per le quali si partecipa alla vita della societas sceleris.

    Cass. pen., sez. V, 17 settembre 2001, n. 33717 (ud. 9 maggio 2001), Cantatore G. ed altri. (C.p., art. 416; c.p., art. 416 bis; D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, art. 74). [RV219921]


@Atti e provvedimenti del giudice penale - Correzione di errori materiali - Mancanza o incompletezza del dispositivo - Irregolarità

La giuridica esistenza di un atto giurisdizionale non dipende dalla presenza, sul documento che lo contiene, del sigillo dell'ufficio, ma dalla sua effettiva provenienza dal soggetto legittimato ad adottarlo nel rispetto delle regole che presiedono alla sua regolare emanazione. Ne consegue che l'assenza di timbratura dell'atto, emesso dall'autorità giudiziaria legislativamente qualificata ad assumerlo, non ne inficia la regolarità sostanziale, ma si risolve in una mera irregolarità, priva di conseguenze e sanabile mediante integrazione da parte dell'organo da cui il documento promana. (Fattispecie in tema di decreto di autorizzazione alla proroga delle intercettazioni).

    Cass. pen., sez. II, 25 giugno 2001, n. 26015 (c.c. 4 maggio 2001), Berlingeri. (C.p.p., art. 125; c.p.p., art. 130; c.p.p., art. 267). [RV219903]


@Atti preliminari al dibattimento - Decreto di citazione - Luogo e tempo della comparizione - Decreto di citazione emesso con riferimento alla normativa previgente alla riforma di cui alla legge n. 479 del 1999

Il decreto di citazione emesso in data antecedente alla novazione legislativa di cui alla legge 16 dicembre 1999 n. 479 - che ha spostato fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento la facoltà di richiedere le definizioni alternative del giudizio e ne ha imposto il relativo avviso - ma notificato dopo la sua entrata in vigore, è viziato da nullità ex art. 178 lett. c) c.p.p., atteso che l'applicazione della previgente normativa ha incidenza restrittiva sulle modalità di esercizio dei diritti dell'imputato.

    Cass. pen., sez. III, 27 giugno 2001, n. 26211 (c.c. 9 maggio 2001), P.M. in proc. Bonvissuto G. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 552). [RV219932]


@Atti preliminari al dibattimento - Proscioglimento prima del dibattimento - Sentenza - Impugnazione

La sentenza predibattimentale di proscioglimento, anche se pronunciata in assenza dei presupposti indicati dall'art. 469 c.p.p. - accordo delle parti e estinzione del reato o improcedibilità dell'azione - è sempre impugnabile soltanto con ricorso per cassazione in quanto deve essere formalmente considerata soggetta al regime descritto da tale disposizione; ne consegue che il suo annullamento, a norma dell'art. 623 lett. d) c.p.p., comporta il rinvio al giudice di primo grado. (Nella specie, la Corte ha escluso che il ricorso per cassazione possa essere considerato proposto per saltum e che del giudizio di rinvio debba essere investito il giudice di appello).

    Cass. pen., sez. VI, 6 giugno 2001, n. 23466 (c.c. 16 maggio 2001), P.M. in proc. Marchetto. (C.p.p., art. 469). [RV219919]


@Bellezze naturali (Protezione delle) - Deturpamento o distruzione - Alterazione dei luoghi - Autorizzazione paesistica

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In tema di protezione delle bellezze naturali, qualsiasi modificazione dello stato di luoghi vincolati ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1497 è sottoposta ad autorizzazione paesistica, in mancanza della quale ricorre il reato previsto dall'art. 1-sexies D.L. 27 giugno 1985 n. 312, convertito nella legge n. 431 del 1985, senza che sia richiesto l'accertamento dell'esistenza di un danno concreto all'ambiente, costituendo la relativa violazine reato di pericolo. (Fattispecie concernente l'esecuzione, nel territorio del Parco nazionale dello Stelvio, di una variante in corso d'opera, consistente in una briglia di contenimento a valle della sede stradale, nell'ambito di lavori autorizzati di messa in sicurezza della viabilità, per la quale, pur sussistendo la richiesta della variante stessa da parte dell'Ufficio del Genio civile, difettava l'autorizzazione paesistica richiesta dalla legge n. 1497 del 1939).

    Cass. pen., sez. I, 28 settembre 2001, n. 35527 (ud. 31 agosto 2001), Fontana e altri. (L. 29 giugno 1939, n. 1497; L. 6 dicembre 1991, n. 394; D.L. 27 giugno 1985, n. 312; L. 8 agosto 1985, n. 431). [RV219895]


@Bellezze naturali (Protezione delle) - Deturpamento o distruzione - Sentenza di condanna - Ordine di rimessione in pristino

La concessione della sospensione condizionale della pena inflitta per violazione dell'art. 1 sexies del D.L. 27 giugno 1985 n. 312, convertito con legge 8 agosto 1985 n. 431, può essere legittimamente subordinata alla rimessione in pristino dei luoghi già prevista dal citato art. 1 sexies ed ora dall'art. 164 del D.L.vo 29 ottobre 1999 n. 490.

    Cass. pen., sez. III, 13 giugno 2001, n. 23766 (ud. 23 marzo 2001), Capraro A. (D.L. 27 giugno 1985, n. 312, art. 1 sexies; L. 8 agosto 1985, n. 431; D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 164). [RV219930]


@Cassazione penale - Giudizio di rinvio - Poteri del giudice di rinvio - Modificazione della pena

In caso di impugnazione del solo imputato, il divieto della reformatio in pejus, operante anche nel giudizio di rinvio, si estende a tutti gli eventuali, ulteriori giudizi di rinvio, nel senso che la comparazione fra sentenze necessaria all'individuazione del trattamento meno deteriore per l'imputato deve essere eseguita tra quella di primo grado e quelle rese in detti giudizi, restando immodificabile in pejus l'esito per lui più favorevole tra quelli intervenuti, a seguito di sua esclusiva impugnazione, con le varie decisioni di merito succedutesi nel corso del processo. (Nella specie l'imputato condannato all'ergastolo in primo grado e assolto in appello, era stato nuovamente condannato, nel giudizio di rinvio conseguente all'accoglimento di ricorso del P.M., alla pena di ventidue anni di reclusione e, in successivo giudizio di rinvio disposto su suo esclusivo ricorso, si era vista confermare la condanna all'ergastolo. La Corte ha ritenuto che quest'ultima statuizione aggravasse illegittimamente la sua posizione e l'ha annullata senza rinvio, potendo essa stessa procedere direttamente al raffronto tra la sentenza di primo grado e quelle conclusive dei giudizi di rinvio).

    Cass. pen., sez. I, 3 luglio 2001, n. 26898 (ud. 22 maggio 2001), Salzano. (C.p.p., art. 597; c.p.p., art. 627). [RV219920]


@Circostanze del reato - Attenuanti - Danno patrimoniale di speciale tenuità - Ambito di applicazione

La circostanza attenuante comune prevista dall'art. 62 n.4 c.p. è configurabile anche...

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