Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine829-852

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abbandono di persone minori o incapaci - Casa privata di cura - Responsabilità del titolare e dell'amministratore - Sussistenza

In tema di abbandono di persone minori o incapaci, configura il reato di cui all'art. 591 c.p. la condotta dei responsabili dell'assistenza di soggetti ricoverati presso una casa di cura e di riposo privata (nella specie: titolare, amministratore di fatto e medico di base dell'istituzione assistenziale non convenzionata) i quali non pogono rimedio alla evidente insufficienza e inadeguatezza delle strutture assistenziali, atteso che la norma in questione tutela il valore etico-sociale della sicurezza della persona, e pertanto ogni situazione di pericolo o abbandono, anche solo parziale, dei soggetti minori o incapaci impone la piena attivazione del titolare dell'obbligo giuridico a protezione del bene garantito.

    Cass. pen., sez. IV, 20 dicembre 2001, n. 4213 (c.c. 20 novembre 2001), Statello e altri. (C.p., art. 591). [RV220726]


@Abuso d'ufficio - Abuso - Violazione di norme di legge o di regolamento - Nozione

Il reato di abuso di ufficio connotato da violazione di norme di legge o di regolamento è configurabile non solo allorché la condotta tenuta dall'agente sia in contrasto con il significato letterale, logico o sistematico della disposizione di riferimento, ma anche quando essa contraddica lo specifico fine perseguito dalla norma, concretandosi in uno «svolgimento della funzione o del servizio» che oltrepassa ogni possibile opzione attribuita al pubblico ufficiale o all'incaricato di pubblico servizio per realizzare tale fine. (In applicazione di tale principio la Corte ha ritenuto la sussistenza del reato in capo ai componenti della commissione esaminatrice di un concorso per l'accesso a scuola di specializzazione universitaria, i quali, pur a conoscenza del furto di una copia del questionario della prova avvenuto prima del suo espletamento e, quindi, della probabile preventiva conoscenza delle domande da parte di alcuni candidati, avevano egualmente fatto svolgere la prova, sull'assunto che la norma extrapenale di riferimento - art. 13 D.P.R. 10 marzo 1982 n. 162 - si limita a stabilire la procedura concorsuale, ma non si occupa né del comportamento degli esamiantori, né del pericolo che i candidati possano conoscere in anticipo i quesiti da risolvere.

    Cass. pen., sez. VI, 14 gennaio 2002, n. 1229 (ud. 10 dicembre 2001), Bocchiotti. (C.p., art. 323). [RV220649]


@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Attività di natura privatistica di un ente pubblico - Configurabilità del reato

Non integra il reato di abuso d'ufficio, in quanto riferibile ad ambito meramente privatistico, la condotta dei membri del comitato esecutivo di un ente pubblico (nella specie, Enpam) che, contrariamente a quanto stabilito nel contratto di locazione, adottano una deliberazione con la quale accollano all'ente le spese di manutenzione di un immobile al fine di avvantaggiare il privato conduttore.

    Cass. pen., sez. VI, 1 agosto 2000, n. 1662 (c.c. 6 aprile 2000), Pacifico ed altro. (C.p., art. 323). [RV220752]


@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Procedimento amministrativo complesso - Configurabilità

Per la configurazione del reato di cui all'art. 323 c.p. si richiede che il pubblico ufficiale agisca in violazione di norme di legge o di regolamento, il reato non può essere ravvisato sicché quando, in un procedimento amministrativo complesso e cioè caratterizzato dal concorso di diversi atti amministrativi, l'agente abbia contribuito esclusivamente all'adozione di un atto legittimo, e la illegittimità del provvedimento finale dipenda da atti diversi, alla cui formazione egli non abbia contribuito. (Fattispecie in cui gli imputati, relativamente ai quali la Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata per non aver commesso il fatto, erano stati ritenuti responsabili del reato di abuso di ufficio dai giudici di merito per avere concorso a rilasciare una concessione edilizia illegittima sotto il profilo della violazione della legge urbanistica, mentre essi si erano espressi favorevolmente al progetto esclusivamente sotto il profilo della sua compatibilità con la disciplina in materia ambientale).

    Cass. pen., sez. VI, 20 giugno 2000, n. 7290 (ud. 28 aprile 2000), Catillo ed altri. (C.p., art. 323). [RV220597]


@Abuso d'ufficio - Elemento oggettivo - Violazione di norme di legge o di regolamento - Nozione

In materia di abuso di ufficio, la condotta del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio che risulti lesiva del buon funzionamento e della imparzialità dell'azione amministrativa rileva alla duplice condizione che contrasti con norme specificamente mirate ad inibire o prescrivere la condotta stessa (non potendosi annettere rilevanza, a tale proposito, a disposizione genericamente strumentali alla regolarità del servizio), e che dette norme presentino i caratteri formali ed il regime giuridico della legge o del regolamento. (Fattispecie nella quale è stata esclusa la sussistenza del reato per il fatto dell'agente postale che aveva accettato e spedito una raccomandata oltre l'orario di lavoro: la Corte ha escluso la pertinenza delle norme generali di cui agli artt. 13 e 14 del D.P.R. 10 gennaio 1957 n. 3 sul rispetto dell'orario di lavoro e sull'interesse dell'amministrazione per il pubblico bene, nel contempo rilevando come il «codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni», formalizzato con D.P.C.M. 28 novembre 2000 e specificamente preclusivo di prestazione non accordate alla generalità degli utenti, non sia stato emanato nelle forme previste per i regolamenti governativi dall'art. 17 della L. 23 agosto 1988 n. 400).

    Cass. pen., sez. VI, 18 dicembre 2001, n. 45261 (ud. 24 settembre 2001), Nicita S. (C.p., art. 323; D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3, art. 13; D.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3, art. 14; D.P.C.M. 28 novembre 2000, art. 8). [RV220935]


@Abuso d'ufficio - Estremi - Dovere di astensione di un consigliere comunale - Configurabilità

In tema di abuso di ufficio, il consigliere comunale non ha il dovere di astenersi da delibere di approvazione di piani regolatori generali, trattandosi di atto finale di un procedimento complesso in cui confluiscono e si compensano molteplici interessi, collettivi o individuali, sicché il voto espresso dal singolo amministratore non riguarda una specifica prescrizione ma il contenuto generale dell'atto. Sussiste invece il dovere di astensione, ed è conseguentemente configurabile il reato in caso di mancata astensione, qualora si tratti di partecipazione a delibere su opposizioni al piano re-Page 830golatore generale riconducibili a interessi personali sia propri dell'amministratore sia di un prossimo congiunto.

    Cass. pen., sez. VI, 13 novembre 2000, n. 11600 (ud. 15 febbraio 2000), Cerullo ed altri. (C.p.p., art. 323; R.D. 3 marzo 1934, n. 383, art. 279). [RV220802]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Autorizzazione

Il reato di cui all'art. 59 del D.L.vo 11 maggio 1959 n. 152 (effettuazione di nuovi scarichi senza autorizzazione), si configura non solo a carico del titolare dell'insediamento, ma altresì nei confronti del gestore dell'impianto, atteso che su quest'ultimo grava l'onere di controllo che l'impianto da lui gestito sia dotato di autorizzazione, configurando tale autorizzazione il presupposto della legittimità della gestione.

    Cass. pen., sez. III, 7 febbraio 2002, n. 4535 (ud. 26 novembre 2001), Spada E. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 45). [RV220845]


@Antichità e belle arti - Cose di interesse artistico e storico - Illecito impossessamento di beni culturaliBeni culturali

Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 125 del D.L.vo 29 ottobre 1999 n. 490 (illecito impossessamento di beni culturali), non è necessario che i beni siano stati qualificati come tali in un formale provvedimento dell'autorità amministrativa, essendo sufficiente che essi abbiano un interesse culturale oggettivo; interesse che può essere desunto dalle caratteristiche della res non solo per il valore comunicativo spirituale, ma anche per requisiti peculiari attinenti alla tipologia, alla localizzazione, alla rarità e ad altri analoghi criteri. (In applicazione di tale principio, si è ritenuto la sussistenza del reato con riferimento a giare create tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento e ritenute di interesse storico-etnologico, sulla base di valutazione di merito congrua e, come tale, insindacabile in sede di legittimità).

    Cass. pen., sez. III, 24 dicembre 2001, n. 45814 (c.c. 14 novembre 2001), Cricelli D. (D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 125; L. 1 giugno 1939, n. 1089). [RV220742]


@Antichità e belle arti - Cose di interesse artistico e storico - Reato di impossessamento illecito di beni culturali - Accertamento del requisito dell'interesse culturale

Ai fini della configurabilità del reato di impossessamento di beni archeologici o artistici, già previsto dall'art. 67 della legge 1 giugno 1939 n. 1089 ed ora sanzionato dall'art. 125 del D.L.vo 29 ottobre 1999 n. 490, non è necessaria una indagine tecnico-peritale per l'accertamento dell'interesse culturale del bene che può risultare sulla base di quanto accertatoe dichiarato dai competenti organi della pubblica amministrazione.

    Cass. pen., sez. III, 26 novembre 2001, n. 42291 (ud. 6 novembre 2001), Licciardello G. (L. 1 giugno 1939, n. 1089, art. 1; L. 1 giugno 1939, n. 1089, art. 45; D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490). [RV220626]


@Appello penale - Cognizione del giudice d'appello - Reato continuato - Rilevabilità d'ufficio

Il giudice di appello, che accolga il motivo riguardante la mancata unificazione nel vincolo della...

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