Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine265-274

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Scarichi da frantoi oleari

Lo scarico dei liquami derivanti dalla molitura delle olive, effettuato senza la autorizzazione prevista dal decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, configura il reato di cui all'art. 59 del citato decreto, anche in caso di recapito in fognatura, atteso che i frantoi oleari costituiscono installazioni in cui si svolgono attività di produzione di beni e che le acque di scarico sono diverse da quelle domestiche.

    Cass. pen., sez. III, 12 luglio 2002, n. 26614 (ud. 31 maggio 2002), Iannotti E. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; L. 11 novembre 1996, n. 574). [RV222121]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Scarico episodico ed occasionale

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento l'immissione occasionale di acque reflue industriali, pure se abbia determinato il superamento dei valori limite fissati nelle tabelle 3 e 4 dell'Allegato 5, in relazione alle sostanze indicate nella tabella 5 dello stesso allegato, non è più prevista dalla legge come reato a seguito della modifica operata dall'art. 23, comma 1, lett. e) del D.L.vo 18 agosto 2000, n. 258 all'art. 59 del D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490.

    Cass. pen., sez. III, 9 agosto 2002, n. 29651 (ud. 14 giugno 2002), P.G. in proc. Paolini L. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; D.L.vo 18 agosto 2000, n. 258). [RV222114]


@Appello penale - Cognizione del giudice d'appello - Automatica diminuzione della pena - Esclusione

In materia di cognizione del giudice di appello, la diminuzione della pena complessivamente irrogata, secondo la previsione dell'art. 597, comma 4 c.p.p., non consegue automaticamente alla revisione del giudizio di comparazione tra le circostanze in favore dell'imputato, atteso che un precedente giudizio di prevalenza delle aggravanti sulle attenuanti può essere ribadito senza alcuna implicita reformatio in pejus, allorché venga ritenuto tuttora maggiore il peso delle aggravanti nonostante il riconoscimento di una ulteriore circostanza attenuante.

    Cass. pen., sez. V, 8 luglio 2002, n. 25905 (ud. 3 giugno 2002), Di Maggio ed altri. (C.p.p., art. 597; c.p., art. 63). [RV222066]


@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Benefici - Applicazione d'ufficio

In tema di sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, il giudice di appello, non investito con i motivi di impugnazione della censura relativa alla mancata applicazione della pena sostitutiva, non può concedere d'ufficio la pena sostitutiva, pur se richiesta dalla parte in sede di giudizio d'appello; a nulla rileva il fatto che trattasi di un beneficio meno consistente della sospensione condizionale della pena che, ai sensi dell'art. 597, comma 5, c.p.p., il giudice di appello può concedere d'ufficio in quanto l'espressa previsione delle facoltà attribuite tassativamente ex officio al giudice di appello preclude un'applicazione estensiva o analogica della norma in questione e, quindi, un ampliamento, tramite l'interpretazione giurisprudenziale, dei poteri discrezionali specificamente conferiti al medesimo giudice. A ciò si aggiunge la natura eccezionale della disposizione in esame, costituente deroga al principio generale dell'effetto devolutivo dell'appello stabilito dall'art. 597, comma 1, c.p.p., con conseguente sua inapplicabilità, ai sensi dell'art. 14 delle preleggi, al di fuori dei casi espressamente consentiti.

    Cass. pen., sez. IV, 18 settembre 2002, n. 31024 (c.c. 10 gennaio 2002), Ravaglia. (C.p.p., art. 597; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 53). [RV222313]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Confisca ex art. 12 sexies D.L. n. 306 del 1992 - Motivazione autonoma e adeguata

È legittima la confisca disposta, anche a seguito di patteggiamento, in forza dell'art. 12 sexies del D.L. n. 306 del 1992 (convertito con L. n. 356 del 1992), a condizione che il giudice motivi adeguatamente in ordine alla mancanza di giustificazione circa la provenienza dei beni o del denaro confiscato, e la sproporzione tra il valore dei beni posseduti e il reddito dell'imputato. Ciò in quanto la motivazione sommaria propria del rito speciale non può estendersi automaticamente alla misura di sicurezza patrimoniale.

    Cass. pen., sez. IV, 26 luglio 2002, n. 28750 (ud. 21 marzo 2002), Chiascione. (C.p.p., art. 444; D.L. 8 giugno 1992, n. 306, art. 12; L. 7 agosto 1992, n. 356). [RV222062]


@Appropriazione indebita - Elemento oggettivo del reato - Omesso pagamento dei canoni di fognaura - Esclusione

Non integra il reato di appropriazione indebita l'omesso tempestivo pagamento dei canoni c.d. di fognatura dovuti dall'ente gestore del servizio di acquedotto all'ente gestore del servizio di raccolta, trattamento e scarico delle acque di rifiuto, ai sensi dell'art. 17 della legge 10 maggio 1976, n. 319, in quanto manca il carattere dell'altruità delle somme riscosse dagli utenti, che competono effettivamente al concessionario del servizio di acquedotto, fermo restando l'obbligo contrattuale di quest'ultimo di assolvere il proprio debito nei confronti dell'ente gestore del servizio di scarico delle acque di rifiuto.

    Cass. pen., sez. II, 2 ottobre 2002, n. 32963 (ud. 20 febbraio 2002), Del Gallo di Roccagiovine A. (C.p., art. 646; L. 10 maggio 1976, n. 319, art. 17). [RV222307]


@Atti, pubblicazioni e spettacoli osceni - Pubblicazione - Distribuzione - Invio a mezzo fax

In tema di pubblicazioni e spettacoli osceni, di cui all'art. 528 c.p., la messa in circolazione può attuarsi anche in relazione ad un unico oggetto, stante la distinzione tra distribuzione, che presuppone una pluralità di oggetti o frammenti di un unico oggetto, e messa in circolazione, che si attua allorché gli oggetti, o l'oggetto, vengono fatti uscire dalla sfera di custodia del detentore per farli entrare nella disponibilità di altri. Conseguentemente l'invio a mezzo fax di una pubblicazione oscena rientra nella nozione di messa in distribuzione, atteso che trattasi di espressione ricomprendente tutte le possibili modalità di diffusione.

    Cass. pen., sez. III, 12 luglio 2002, n. 26608 (ud. 29 maggio 2002), Martorana C. (C.p., art. 528). [RV222110]


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@Atti, pubblicazioni e spettacoli osceni - Pubblicazioni - Natura - Reato di pericolo astratto

Il delitto di cui all'art. 528, comma 1, c.p., pubblicazioni e spettacoli osceni, costituisce un reato di pericolo astratto, atteso che la soglia della rilevanza penale è anticipata sino a ricomprendere condotte solo astrattamente idonee ad offendere il pudore, secondo una stima prognostica ancorata a valutazioni medie che consentono l'elaborazione di modelli comportamentali ritenuti socialmente vincolanti e pertanto recepiti dall'ordinamento penale.

    Cass. pen., sez. III, 12 luglio 2002, n. 26608 (ud. 29 maggio 2002), Martorana C. (C.p., art. 528). [RV222111]


@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - Depenalizzazione - Obbligo di trasmissione degli atti all'autorità amministrativa

Il giudice penale, tenuto a trasmettere alla competente autorità amministrativa i procedimenti relativi a reati depenalizzati (art. 41, comma 1 della legge 24 novembre 1981, n. 689) deve astenersi da tale attività solo nel caso in cui, emergendo dagli atti con assoluta ed immediata evidenza le ragioni assolutorie più ampie, pronunci sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p.

    Cass. pen., sez. III, 9 ottobre 2002, n. 33622 (ud. 26 giugno 2002), Pieri L. (C.p.p., art. 129; L. 24 novembre 1981, n. 689, art. 41). [RV222312]


@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilità - PrescrizioneReati contestati singolarmente ma riferibili ad unico disegno criminoso

In tema di prescrizione, se al momento del giudizio sia ravvisabile la unicità del disegno criminoso tra i vari reati contestati singolarmente, ma per alcuni di essi sia maturato il termine prescrizionale, va dichiarata la causa di estinzione del reato ai sensi dell'art. 129 c.p.p. e non può, viceversa, applicarsi la continuazione tra i reati, con conseguente decorrenza del termine prescrizionale dalla data di cessazione della consumazione, come previsto dall'art. 158, primo comma c.p.

    Cass. pen., sez. Fall., 27 settembre 2002, n. 32194 (ud. 2 agosto 2002), Crivellari A. (C.p., art. 158; c.p.p., art. 129). [RV222305]


@Azione penale - Querela - Termine - Decorrenza

Il termine per proporre querela decorre dal momento in cui il titolare del relativo diritto ha conoscenza certa del fatto di reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, e cioè dalla data del reato perfetto in tutti i suoi elementi costitutivi. (Fattispecie in tema di truffa contrattuale nella quale il corrispettivo del bene venduto era costituito da titoli di credito e con riferimento alla quale si è ritenuto che il termine per la proposizione della querela decorresse dal momento della loro completa riscossione da parte dell'agente).

    Cass. pen., sez. II, 22 agosto 2002, n. 29923 (ud. 24 luglio 2002), Battistuzzi. (C.p., art. 124; c.p., art. 640). [RV222083]


@Azione penale - Querela - Termine - Decorrenza

Nel caso di truffa contrattuale mediante rilascio di effetti cambiari con scadenze successive, il termine per la presentazione della querela decorre dal momento del pagamento dei primi titoli cambiari, ovvero dell'eventuale versamento di un acconto in denaro, poiché con la effettiva percezione della valuta si realizza il vantaggio patrimoniale dell'agente ed il reato si consuma, ancorché gli effetti pregiudizievoli si protraggano nel tempo.

    Cass. pen., sez. II, 21 luglio 2002, n. 25193 (ud. 4 febbraio 2002), P.G. Bari in proc. Apruzzese ed altri. (C.p., art. 124;...

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