Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine353-365

    I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.


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@Abitualità e professionalità nel reato - Ritenuta dal giudice - Criteri di valutazione

Ai fini della dichiarazione di abitualità ritenuta dal giudice, qualora le condanne definitive siano già sussistenti nel numero prescritto e per i reati previsti, qualsiasi comportamento o circostanza, che si aggiunga alle suddette condanne e riveli una precisa tendenza a delinquere, come una condanna non definitiva per altri gravi reati, può essere assunta come elemento sintomatico della qualificata pericolosità sociale del soggetto, tale da giustificare la dichiarazione di abitualità nel delitto.

    Cass. pen., sez. I, 7 giugno 2002, n. 22505 (c.c. 26 aprile 2002), Di Tommaso. (C.p., art. 103). [RV222454]


@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Autorizzazione

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento l'autorizzazione allo scarico di acque reflue all'interno delle aree protette emessa in assenza del nulla osta dell'autorità preposta alla tutela, o di quella a ciò delegata, è illegittima, con la conseguente integrazione del reato di cui all'art. 1 sexies del D.L. 27 giugno 1985, n. 312, convertito in L. 8 agosto 1985, n. 431, ora sostituito dall'art. 163 del D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490. (Fattispecie relativa a scarichi di insediamento di piscicoltura all'interno della Riserva naturale della Diaccia-Botrona individuata dalla Convenzione di Ramsar).

    Cass. pen., sez. III, 10 luglio 2002, n. 26264 (ud. 21 maggio 2002), Fornaciari A. (D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 163; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152). [RV222418]


@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Richieste concordemente formulate dalle parti - Rigetto

Qualora il giudice di appello ritenga di non accogliere la richiesta concordata delle parti sulla misura della pena, con rinunzia agli altri motivi, ai sensi dell'art. 599, comma 4 c.p.p., non è necessaria l'adozione di un provvedimento decisorio del collegio di esplicitazione della reiezione della richiesta, essendo sufficiente l'ordine di prosecuzione del dibattimento per portare a conoscenza delle parti che la rinunzia agli altri motivi deve intendersi caducata.

    Cass. pen., sez. V, 20 agosto 2002, n. 29896 (ud. 1 luglio 2002), Arienti ed altri. (C.p.p., art. 599; c.p.p., art. 602). [RV222386]


@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Misura di sicurezza - Espulsione dello straniero

Allorché l'imputato abbia chiesto, con l'istanza di patteggiamento della pena, anche l'espulsione dal territorio dello Stato come sanzione sostitutiva della detenzione a norma dell'art. 16 D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286 e il P.M. abbia prestato il consenso, l'applicazione, con la relativa sentenza, dell'espulsione come misura di sicurezza comporta la nullità della sentenza medesima che non può essere corretta con l'eliminazione della diversa espulsione illegalmente disposta, ma deve essere annullata in toto con trasmissione degli atti al giudice di merito per nuovo giudizio.

    Cass. pen., sez. I, 23 ottobre 2002, n. 35626 (c.c. 9 ottobre 2002), Wajib. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; D.L.vo 25 luglio 1998, n. 386, art. 15; D.L.vo 25 luglio 1998, n. 386, art. 16). [RV222333]


@Associazione per delinquere - Associazione di tipo mafioso - Concorso esterno - Caratteristiche

Il concorso c.d. "esterno" o "eventuale" in associazione per delinquere di tipo mafioso è una forma di partecipazione saltuaria o sporadica all'attività del sodalizio criminoso, connotata, sotto il profilo soggettivo, dalla consapevolezza dell'esistenza e delle caratteristiche del suddetto sodalizio nonché dalla volontà di contribuire al conseguimento dei suoi scopi in un determinato momento della sua evoluzione. La suddetta condotta partecipativa si esaurisce, quindi, con il compimento delle attività concordate, anche quando queste consistano nella semplice promessa di favori connessi alla carica o all'ufficio rivestiti dal concorrente ed alla contiguità, percepibile all'esterno, di costui con l'associazione mafiosa.

    Cass. pen., sez. I, 30 maggio 2002, n. 21356 (ud. 17 aprile 2002), Frasca. (C.p., art. 416 bis). [RV222439]


@Associazione per delinquere - Associazione di tipo mafioso - Concorso esterno - Scambio elettorale

In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, la finalità di "impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali", come indicata nell'art. 416 bis, comma 3, c.p. (modificato dall'art. 11 bis del D.L. 8 giugno 1992, n. 306, conv. nella legge 7 agosto 1992, n. 357), costituisce una fattispecie nuova rispetto alla precedente formulazione della norma incriminatrice e pertanto di essa non può essere chiamato a rispondere chi, nella veste di concorrente esterno, abbia posto in essere la suddetta condotta in epoca antecedente all'entrata in vigore della suddetta modifica. (Fattispecie nella quale la Corte, in applicazione di tale principio, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna per il reato di concorso esterno in associazione per delinquere di tipo mafioso nei confronti di un soggetto che, in cambio di un sostegno elettorale, aveva promesso favori ad organizzazioni criminose).

    Cass. pen., sez. I, 30 maggio 2002, n. 21356 (ud. 17 aprile 2002), Frasca. (C.p., art. 416 bis). [RV222440]


@Associazione per delinquere - Associazione di tipo mafioso - Partecipazione - Estremi

In tema di partecipazione all'associazione per delinquere di tipo mafioso, il rapporto associativo caratterizzato dalla disponibilità personale esclusiva dell'affiliato a favore del sodalizio criminoso, anche quando si attua mediante una condotta compresa nell'esercizio di una determinata professione, non può considerarsi automaticamente esaurito con la cessazione del rapporto professionale e neppure in seguito alla cancellazione dal relativo albo (nella specie: degli avvocati).

    Cass. pen., sez. VI, 29 maggio 2002, n. 21174 (c.c. 23 gennaio 2002), Salvo. (C.p., art. 416 bis). [RV222451]


@Atti processuali penali - Processo verbale - Interrogatorio di persona in stato di detenzione - Modalità di documentazione

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L'inosservanza delle formalità di documentazione previste dall'art. 141 bis c.p.p. determina l'inutilizzabilità dell'interrogatorio solo nel caso in cui l'imputato si trovi in stato di detenzione, dovendosi intendere tale condizione nel senso di una materiale restrizione della libertà personale, per esecuzione di pena ovvero per applicazione di misura cautelare o di sicurezza o per provvedimenti custodiali temporanei (nel caso di specie la Corte ha escluso l'inutilizzabilità dell'interrogatorio reso dall'imputato a seguito della convocazione presso gli uffici della polizia giudiziaria, nei cui confronti non era stato ancora emesso alcun provvedimento coercitivo).

    Cass. pen., sez. I, 4 ottobre 2002, n. 33361 (ud. 19 giugno 2002), Richiusa ed altro. (C.p.p., art. 141 bis). [RV222380]


@Azione penale - Querela - Rinuncia - Transazione sul risarcimento dei danni civili

Non costituisce manifestazione univoca di una volontà incompatibile con la proposizione di querela (art. 124 c.p.) la transazione sul risarcimento dei danni intervenuta con la società assicuratrice per la responsabilità civile, atteso che tale atto negoziale ha un contenuto privatistico e non implica di per sé la volontà di rinunciare alla istanza punitiva nei confronti dell'offensore e che, anche in tema di rinuncia, l'art. 339 c.p.p. tiene distinta l'ipotesi relativa alla querela da quella riguardante l'azione civile risarcitoria.

    Cass. pen., sez. VI, 25 ottobre 2002, n. 35958 (ud. 5 luglio 2002), Rossi O. (C.p., art. 124; c.p.p., art. 399). [RV222352]


@Calunnia e autocalunnia - Calunnia - Elemento oggettivo - Accusa contenuta in atto rivolto all'autorità pubblica

In tema di calunnia, l'accusa della commissione di un reato può essere formulata in qualunque atto rivolto ad una pubblica autorità che sia tenuta, ai sensi dell'art. 331 c.p.p., a denunciare all'autorità giudiziaria la notizia di reati perseguibili d'ufficio, e non soltanto attraverso una denuncia al giudice penale. (In applicazione del principio, la Corte ha ritenuto configurabile l'elemento oggettivo della calunnia nel contenuto di una istanza di ricusazione di alcuni giudici di procedure esecutive presso il tribunale di Torino, accusati di plurime condotte di favoreggiamento della controparte, istanza che era stata ritualmente trasmessa al pubblico ministero per l'esercizio dell'azione penale).

    Cass. pen., sez. VI, 10 settembre 2002, n. 30297 (ud. 6 giugno 2002), Cometto R. (C.p., art. 368; c.p.p., art. 331). [RV222365]


@Cassazione penale - Ricorso - Ricorso straordinario per errore materiale o di fatto - Procedimento

Una volta proposto ricorso straordinario per errore di fatto a norma dell'art. 625 bis c.p.p., la Corte di cassazione deve compierne una delibazione preliminare di ammissibilità, il cui eventuale esito negativo comporta la declaratoria di ufficio dell'inammissibilità dell'impugnazione senza ritardo e senza alcun adempimento, in quanto la fissazione dell'udienza ai sensi dell'art. 127 stesso codice è esplicitamente subordinata dal citato art. 625 bis al superamento del controllo di ammissibilità del ricorso. Ne consegue che, qualora il relativo vaglio preliminare conduca al riconoscimento della sua inammissibilità, la Corte non solo non deve provvedere alla fissazione dell'udienza a norma dello stesso art. 127, ma non deve neppure procedere nelle forme di cui all'art. 611 c.p.p., né deve acquisire la requisitoria del Procuratore Generale, in quanto l'art. 76 ord. giud., nel delineare le attribuzioni di quest'ultimo, prevede che esso interviene, conclude e redige requisitorie scritte nei casi stabiliti dalla...

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