Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Condizioni

L'onere di specificazione dei motivi di appello imposto dall'art. 342 c.p.c. non è assolto con il semplice richiamo per relationem alla comparsa conclusionale di primo grado in quanto, da una parte, i motivi di gravame devono, per dettato di legge, essere contenuti nell'atto di impugnazione e riferirsi alla decisione appellata, e tali non possono essere le osservazioni e le difese esposte prima di essa; dall'altra, perché un siffatto richiamo obbligherebbe il giudice ad quem ad un'opera di relazione e di supposizione che la legge processuale non gli affida. Ne consegue, in difetto di esposizione dei motivi specifici dell'impugnazione, la nullità dell'atto e l'inammissibilità del gravame (nella specie, la S.C. ha affermato che la Corte di merito aveva fatto buon governo delle norme processuali ritenendo formatosi il giudicato interno sul punto in esame per mancanza di valida impugnazione).

    Cass. civ., sez. III, 20 settembre 2002, n. 13756, Fata Fondo assicurativo agricoltori SpA c. Colanero. (C.p.c., art. 342). [RV557483]

@Appello civile - Domande non riproposte - Disciplina ex art. 346 c.p.c. - Riferibilità all'appellante

La disposizione di cui all'art. 346 c.p.c. non riguarda l'appellante, il quale, ai sensi dell'art. 342 c.p.c., ha l'onere di riproporre tutte le domande che il giudice di primo grado abbia disatteso, attraverso specifici motivi di appello.

    Cass. civ., sez. I, 20 settembre 2002, n. 13763, Santa Cruz c. Dessì. (C.p.c., art. 342; c.p.c., art. 346). [RV557493]

@Appello civile - Eccezioni nuove - Appellante - Proposizione nell'atto di appello

L'appellante, diversamente dall'appellato che sia anche appellante incidentale, è tenuto a prospettare tutte le censure, anche quelle che attengono ad eccezioni, con l'atto di appello, e nulla può aggiungere in prosieguo, in quanto il diritto di impugnazione si consuma con il detto atto, che fissa i limiti della devoluzione della controversia in sede di gravame, in conseguenza della regola della specificità dei motivi di appello. L'art. 345 c.p.c., nel testo previgente (applicabile nella specie) che consente alle parti di proporre nuove eccezioni in appello, deve infatti essere interpretato in collegamento con l'art. 342 c.p.c., che pone la regola della specificità dei motivi di gravame, i quali svolgono la funzione di delimitare l'estensione del riesame e di indicarne le ragioni: pertanto l'eccezione tesa alla riforma della sentenza impugnata, risolvendosi nella esplicazione del diritto di impugnazione, può essere proposta solo nell'atto di appello e non anche nell'ulteriore corso del giudizio di gravame.

    Cass. civ., sez. II, 6 settembre 2002, n. 12976, Vallone ed altri c. Blanda. (C.p.c., art. 342; c.p.c., art. 345). [RV557277]

@Appello civile - Inammissibilità - Tardiva proposizione - Rilevabilità d'ufficio in sede di legittimità

L'inammissibilità dell'appello per intempestività (nella specie, mancato rispetto del termine annuale), non rilevata dal giudice del merito, può essere dichiarata in sede di legittimità con conseguente declaratoria d'ufficio del giudicato interno, formatosi sulla pronuncia conclusiva del primo grado del procedimento.

    Cass. civ., sez. V, 24 settembre 2002, n. 13881, Min. Finanze c. Broccoli. (C.p.c., art. 325; c.p.c., art. 326). [RV557550]

@Appello civile - Incidentale - Termine - Decorrenza

L'appello incidentale deve essere proposto con comparsa depositata venti giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di appello principale o che sia stata differita nell'esercizio del potere attribuito dal quinto comma dell'art. 168 bis c.p.c. al giudice per consentire una razionale trattazione delle cause, mentre non assume alcuna rilevanza, ai fini della tempestività dell'impugnazione, lo spostamento automatico della data dell'udienza che sia stata rimandata d'ufficio ai sensi del quarto comma dell'art. 168 bis c.p.c.

    Cass. civ., sez. II, 20 settembre 2002, n. 13746, Guarrera c. Pulvirenti ed altri. (C.p.c., art. 166; c.p.c., art. 168 bis; c.p.c., art. 343). [RV557472]

@Appello civile - Mandato alle liti - Invalidità della procura rilasciata sull'atto di appello - Esistenza di altra valida procura

Non costituisce causa d'inammissibilità dell'atto di appello la indicazione in questo, da parte del difensore, della procura rilasciata con il medesimo atto, e che risulti essere invalida, se il difensore sia munito di altra procura valida (anche per la proposizione dell'appello) rilasciatagli in primo grado; il richiamo della sola procura conferita con l'atto di impugnazione non indica di per sé la volontà implicita dell'appellante di non avvalersi della prima per l'ipotesi in cui la seconda risulti invalida.

    Cass. civ., sez. lav., 30 ottobre 2002, n. 15340, Inail c. Mateucci. (C.p.c., art. 83; c.p.c., art. 163; c.p.c., art. 339). [RV558122]

@Appello civile - Poteri del collegio - Rimessione della causa al giudice di primo grado - Erronea dichiarazione della contumacia di una parte in primo grado

L'erronea dichiarazione di contumacia nel giudizio di primo grado, quando sia rilevata dal giudice dell'appello, non comporta la rimessione della causa al primo giudice, essendo tassative le ipotesi previste dagli artt. 353 e 354 c.p.c.

    Cass. civ., sez. I, 20 settembre 2002, n. 13763, Santa Cruz c. Dessì. (C.p.c., art. 171; c.p.c., art. 353; c.p.c., art. 354). [RV557492]

@Appello civile - Prove - Nuove - Ammissibilità

In tema di jus novorum in appello, la norma di cui all'art. 345 c.p.c. pone un'indubitabile alternativa allo svolgimento di un giudizio chiuso alle nuove prove, prevedendo non già il divieto tout court della loro acquisizione, ma lasciando al prudente apprezzamento del collegio la valutazione in ordine al requisito della loro indispensabilità rispetto alla decisione della controversia, atteso che, nella sua formulazione novellata, la norma de qua, non diversamente da quanto sancito dal successivo art. 437 (dettato in tema di controversie di lavoro), introduce l'anzidetta deroga alla preclusione processuale posta a presidio dell'infrazionabilità della prova rimettendo, appunto, alla discrezionalità dell'organo giudicante la verifica della decisività o meno delle nuove, costituende prove.

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    Cass. civ., sez. I, 23 settembre 2002, n. 13820, Colletto ed altro c. Curatela Fall. Colletto Vitale. (C.p.c., art. 345). [RV557505]

@Appello civile - Prove - Nuove - Per la prima volta in appello

La produzione di nuovi documenti nel giudizio di appello, non essendo vietata da alcuna norma, deve ritenersi consentita senza limiti, salva valutazione della condotta di chi abbia prodotto i nuovi documenti in violazione del dovere di lealtà processuale - onde l'eventuale condanna ex art. 96 del codice di rito -.

    Cass. civ., sez. I, 13 settembre 2002, n. 13424, Terracciano c. Cariulo. (C.p.c., art. 96; c.p.c., art. 345). [RV557374]

@Appello civile - Prove - Nuove - Produzione di nuovi documenti

L'art. 345 c.p.c. (nel testo anteriore alla modifica introdotta dall'art. 52 della legge 26 novembre 1990, n. 353), nel riconoscere alle parti la facoltà di produrre nuovi documenti in appello, non contiene alcuna disposizione speciale in ordine al termine per il relativo deposito, e, pertanto, la produzione medesima deve ritenersi consentita, in base alla regola generale stabilita dall'art. 184 c.p.c., sino alla rimessione della causa al collegio.

    Cass. civ., sez. II, 12 settembre 2002, n. 13301, Sed ed altri c. D'Apolito ed altri. (C.p.c., art. 184; c.p.c., art. 345). [RV557356]

@Appello civile - Prove - Nuove - Produzione di nuovi documenti con il ricorso o la memoria difensiva

Nel rito del lavoro, la produzione in appello di nuovi documenti (che si sottrae al divieto sancito dall'art. 467 c.p.c.) esige, a pena di decadenza, che essi siano indicati specificamente nel ricorso dell'appellante o nella memoria dell'appellato e depositati unitamente a tali atti, in tal modo detti documenti restano sottratti ad una preventiva valutazione di indispensabilità (e perciò ad un provvedimento di ammissione), e soggetti soltanto al normale giudizio di rilevanza in sede di decisione della causa.

    Cass. civ., sez. lav., 16 maggio 2002, n. 7119, Nigro c. Cond. Parco De Stefano. (C.p.c., art. 437). [RV557628]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Procedimento - Impedimento dell'imputato

Nel giudizio di appello in camera di consiglio, l'udienza deve essere rinviata quando vi è un legittimo impedimento dell'imputato che, sottoposto alla misura dell'obbligo di soggiorno in un comune diverso da quello del luogo di svolgimento del giudizio, abbia manifestato la volontà di comparire e non abbia ottenuto autorizzazione dal giudice competente. Ne consegue che la sentenza pronunciata all'esito dell'udienza - celebrata nonostante l'impedimento dell'imputato a comparire - è viziata dalla nullità prevista dall'art. 178 lett. c) c.p.p., a regime intermedio ex art. 180 dello stesso codice.

    Cass. pen., sez. VI, 4 giugno 2002, n. 21561 (ud. 29 gennaio 2002), Buraglia. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 180). [RV222742]

@Assicurazione obbligatoria - Risarcimento danni - Azione diretta nei confronti dell'assicuratore

In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, l'onere della preventiva richiesta, all'assicuratore, di risarcimento del danno, posto dall'art. 22 della legge 24 dicembre 1969, n. 990, a carico del danneggiato che intenda esercitare l'azione gudiziaria, è adempiuto, in caso di impresa assicuratrice in liquidazione coatta amministrativa, mediante la richiesta al commissario liquidatore che sia stato autorizzato, a norma dell'art. 9 del...

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