Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine77-85

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Costituzione e comparizione delle parti - Erronea dichiarazione della contumacia dell'appellato - Conseguenze

L'erronea dichiarazione della contumacia di una parte non determina un vizio della sentenza deducibile in cassazione se non provochi in concreto alcun pregiudizio allo svolgimento dell'attività difensiva, né incida sulla decisione. (Nella specie, in un procedimento d'appello, l'appellato si era regolarmente costituito, mentre nell'epigrafe della sentenza esso era indicato come contumace; nell'enunciare il principio di cui in massima, la S.C. ha escluso la nullità della sentenza impugnata, rilevando che non si era verificata alcuna illegittima limitazione dell'attività difensiva della parte e che la motivazione della sentenza impugnata smentiva la doglianza relativa al mancato esame delle sue difese).

    Cass. civ., sez. un., 27 febbraio 2002, n. 2881, Amministrazione Provinciale di Napoli c. Bombaci ed altri. (C.p.c., art. 156; c.p.c., art. 291). [RV552618]

@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Condizioni

La rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in appello, ai sensi dell'art. 603 c.p.p., siccome funzionalmente diretta - in armonia con la nozione generale di «istruzione dibattimentale» ricavabile dall'art. 496, comma 1 c.p.p. - alla «assunzione di prove» (il cui oggetto dev'essere ricompresso nelle specifiche previsioni di cui all'art. 187 stesso codice), non può consistere nella sola acquisizione, ai sensi dell'art. 236, comma 2 c.p.p., di sentenze e certificati del casellario giudiziario al fine di valutare la credibilità di un testimone le cui dichiarazioni sono già state assunte in primo grado.

    Cass. pen., sez. I, 17 giugno 2002, n. 00000 (ud. 16 maggio 2002), Calabrò. (C.p.p., art. 603; c.p.p., art. 236; D.L. 7 aprile 2000, n. 82, art. 4 ter; L. 5 giugno 2000, n. 144). [RV221502]

@Arbitrato e compromesso - Lodo - Impugnazione - Opposizione di terzo

Nel giudizio di opposizione di terzo ex art. 404 c.p.c., cui fa riferimento in materia arbitrale l'art. 831 c.p.c., non esistono una fase rescindente ed una fase rescissoria; è ben possibile, pertanto, che si verifichi contrasto tra il lodo e la sentenza che ne definisce il giudizio d'impugnazione, conservando il lodo efficacia di giudicato tra le parti nei cui confronti è stato emesso.

    Cass. civ., sez. II, 7 febbraio 2002, n. 1737, La Nizzola Spa c. Circide Sa ed altri. (C.p.c., art. 404; c.p.c., art. 831). [RV552134]

@Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione contro i danni - Limiti del risarcimento - Massimale

In materia di assicurazione obbligatoria della R.C.A. derivante dalla circolazione di veicoli a motore, la domanda di condanna dell'assicuratore in misura superiore al massimale di polizza, per colposa inerzia nella liquidazione dell'indennizzo, è fondata su un autonomo titolo di responsabilità rispetto all'obbligo di indennizzo. Pertanto tale domanda, che deve essere tempestivamente introdotta, non può ritenersi implicitamente contenuta nella domanda volta al risarcimento di «tutti» i danni, né può essere proposta per la prima volta in appello.

    Cass. civ., sez. III, 27 febbraio 2002, n. 2910, Luzi c. Rizzacasa ed altri. (C.c., art. 1224; c.c., art. 1882). [RV552647]

@Assicurazione (Contratto di) - Rischio - Dichiarazioni del contraente - Reticenze ed inesattezze

In tema di contratto di assicurazione, la reticenza dell'assicurato è causa di annullamento del contratto quando si verificano simultaneamente, al momento della formazione del contratto, le seguenti condizioni: che la dichiarazione sia inesatta o reticente; che la reticenza sia stata determinante ai fini della formazione del consenso dell'assicuratore; che l'assicurato abbia reso la dichiarazione con dolo o colpa grave. Ciò in quanto ai fini dell'annullabilità del contratto per vizio del consenso, bisogna aver riguardo al momento della sua conclusione e non a quello del pagamento del premio, che segna solo il momento dal quale diventa efficace l'obbligo dell'assicuratore di prestare la garanzia, in forza di un contratto già perfetto, per la sua natura consensuale, fin dal momento dell'incontro delle dichiarazioni di volontà.

    Cass. civ., sez. III, 25 febbraio 2002, n. 2740, Micocci c. Toro Assicurazioni Spa. (C.c., art. 1427; c.c., art. 1892; c.c., art. 1901). [RV552520]

@Assicurazione obbligatoria - Fondo di garanzia per le vittime della strada - Incidente provocato da veicolo non coperto da valida assicurazione

In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione stradale, qualora, a seguito di un incidente provocato da un autoveicolo non coperto da valida assicurazione, il danneggiato abbia domandato il risarcimento dei danni nei confronti della sola impresa designata per la liquidazione dei danni a carico del fondo di garanzia, senza una espressa domanda nei confronti del danneggiante, non può essere pronunziata condanna a carico di quest'ultimo, a nulla rilevando che il responsabile del danno abbia la posizione processuale di litisconsorte necessario nella relativa controversia.

    Cass. civ., sez. III, 28 febbraio 2002, n. 2963, Sale c. Assitalia ed altro. (L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 19; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 23). [RV552673]

@Assicurazione obbligatoria - Fondo di garanzia per le vittime della strada - Veicolo non coperto da assicurazione

Nel sistema della legge sull'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile da circolazione di veicoli, non si costituisce un rapporto di solidarietà passiva tra il Fondo di garanzia per le vittime della strada ed il soggetto responsabile del danno, perché l'obbligazione del Fondo, avente natura risarcitoria e non indennitaria, è sostitutiva di quella del responsabile. Ne consegue che la prescrizione dell'azione nei confronti del danneggiante non è interrotta da un valido atto interruttivo compiuto dal danneggiato nei confronti del Fondo.

    Cass. civ., sez. III, 28 febbraio 2002, n. 2963, Sale c. Assitalia ed altro. (C.c., art. 1310; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 19). [RV552674]

@Assicurazione obbligatoria - Risarcimento danni - Azione diretta nei confronti dell'assicuratore

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In tema di assicurazione obbligatoria della R.C.A., ai sensi della legge 24 dicembre 1969 n. 990, nel caso di assicuratore in liquidazione coatta amministrativa, il giudizio deve essere instaurato nei riguardi dell'impresa designata territorialmente per la liquidazione del sinistro ai sensi dell'art. 20 della legge. In detta sintesi, il difetto dell'impresa convenuta della qualità di rappresentante del Fondo di garanzia a norma dell'art. 20 citato (nella specie, perché territorialmente incompetente), non è rilevabile ex officio da parte del giudice, ma solo su eccezione di parte, giacché l'assunto dell'estraneità del convenuto al rapporto giuridico dedotto in giudizio non dà luogo ad una questione di legittimazione ad causam, ma attiene al merito, con la conseguenza che non può essere esaminata detta questione per la prima volta nel giudizio di legittimità se non è stata già proposta od esaminata in sede di merito.

    Cass. civ., sez. III, 5 febbraio 2002, n. 1507, Generali Assic. spa c. Gaio. (C.p.c., art. 113; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 19; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 20). [RV552070]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Traduzione

Il giudice, il quale ignori che lo straniero non comprende la lingua Italiana, non ha il dovere di disporre che il provvedimento di custodia cautelare emesso nei suoi confronti gli sia notificato insieme con la relativa traduzione, anche perché, qualora lo straniero stesso non sia in grado di capire la lingua italiana, la concreta conoscenza dell'atto è assicurata dal disposto dell'art. 94, comma 1 bis, att. c.p.p. che pone a carico del direttore dell'istituto penitenziario o di un operatore da lui delegato l'onere di accertare, se del caso con l'ausilio di un interprete, che l'interessato abbia precisa conoscenza del provvedimento con cui è stata disposta la sua custodia e di illustrargliene, ove occorra, i contenuti.

    Cass. pen., sez. I, 10 maggio 2002, n. 17829 (c.c. 8 novembre 2001), Essid. (C.p.p., art. 143; c.p.p., art. 292; att. c.p.p., art. 94). [RV221442]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Traduzione

Il giudice, il quale ignori che lo straniero non comprende la lingua Italiana, non ha il dovere di disporre che il provvedimento di custodia cautelare emesso nei suoi confronti gli sia notificato insieme con la relativa traduzione, anche perché, qualora lo straniero stesso non sia in grado di capire la lingua italiana, la concreta conoscenza dell'atto è assicurata dal disposto dell'art. 94, comma 1 bis, att. c.p.p. che pone a carico del direttore dell'istituto penitenziario o di un operatore da lui delegato l'onere di accertare, se del caso con l'ausilio di un interprete, che l'interessato abbia precisa conoscenza del provvedimento con cui è stata disposta la sua custodia e di illustrargliene, ove occorra, i contenuti.

    Cass. pen., sez. I, 10 maggio 2002, n. 17829 (c.c. 8 novembre 2001), Essid. (C.p.p., art. 143; c.p.p., art. 292; att. c.p.p., art. 94). [RV221442]

@Avvocato - Giudizi disciplinari - Consiglio Nazionale Forense - Giudice speciale precostituzionale

Il Consiglio nazionale forense, allorché pronuncia in materia disciplinare, è un giudice speciale istituito con D.L.vo Lgt. 23 novembre 1944, n. 382, prima dell'entrata in vigore della Costituzione, e a questa conservato; è pertanto da escludere che, per i soggetti che incorrono in una delle situazioni ricadenti nell'ambito delle relative attribuzioni giurisdizionali, possa configurarsi un distoglimento dal giudice naturale precostituito per...

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