Massimario di legittimità

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Appello civile - Citazione di appello - Specificità dei motivi - Portata

-- Il requisito della specificità dei motivi di appello comporta che il motivo non può essere formulato mediante il mero riferimento alle difese svolte nel primo grado, giacchè esso deve essere adeguatamente correlato al contenuto della statuizione impugnata.

    Cass. civ., sez. lav., 29 ottobre 2004, n. 20987, Mancini c. Rete Ferroviaria Italiana Spa. (C.p.c., art. 342). [RV577895]

@Appello civile - Incidentale - Forma - Non necessità di formule sacramentali

-- In tema di impugnazione, per la proposizione dell'appello incidentale della parte non totalmente vittoriosa in primo grado non occorrono formule sacramentali, essendo sufficiente che dal complesso delle deduzioni e delle conclusioni formulate dall'appellato nella comparsa di costituzione risulti in modo non equivoco la volontà di ottenere la riforma della decisione del primo giudice.

    Cass. civ., sez. II, 15 novembre 2004, n. 21615, Carriero Baldi Spa c. Ambrosio ed altro. (C.p.c., art. 343). [RV578041]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Concordato sui motivi di appello - Obblighi del giudice

-- In tema di patteggiamento in appello (art. 599, comma quarto, c.p.p.), il giudice, nell'accogliere la richiesta delle parti, non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento per taluna delle cause previste dall'art. 129 c.p.p., in quanto, in virtù dell'effetto devolutivo, una volta che lo stesso imputato abbia rinunciato ai motivi di impugnazione, la cognizione è limitata esclusivamente ai motivi non rinunciati, riguardanti proprio il regime sanzionatorio; tuttavia, il giudice deve rilevare l'eventuale sussistenza delle condizioni che impongano il proscioglimento dell'imputato, dando atto della verifica a tal fine compiuta con sintetica enunciazione. Ne consegue che la doglianza relativa alla mancata applicazione dell'art. 129 c.p.p. non può risolversi in una denuncia di mera omissione formale o di genericità di tale delibazione, ma deve contenere necessariamente l'indicazione di elementi concreti che, ove rettamente con siderati e valutati, avrebbero condotto ad una declaratoria d'ufficio di proscioglimento. (Nella specie la S.C. ha rite- nuto corretta l'espressione adottata dal giudice di merito non sussistono i presupposti per l'applicazione dell'art. 129, comma secondo, c.p.p.).

    Cass. pen., sez. V, 7 settembre 2004, n. 36028 (c.c. 17 giugno 2004), Maggio ed altri. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 599; c.p.p., art. 609). [RV229336]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Termine - Scadenza

-- La disposizione transitoria contenuta nell'art. 5, comma secondo, della legge n. 134 del 2003, concernente la richiesta di differimento dell'udienza in funzione della possibilità di sollecitare l'applicazione concordata della pena, non può trovare applicazione in sede di rinvio conseguente ad annullamento da parte della Corte di cassazione, in quanto la richiesta, ammessa nei processi penali in corso di dibattimento nei quali risulti decorso il termine di cui all'art. 446 c.p.p., è dettata esclusivamente per il giudizio di primo grado e, pertanto, non può trovare applicazione in quelli d'impugnazione.

    Cass. pen., sez. I, 22 giugno 2004, n. 27999 (ud. 6 aprile 2004), Mansueto. (L. 12 giugno 2003, n. 134, art. 5; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 446; c.p.p., art. 623). [RV229340]

@Assicurazione (Contratto di) - Assicurazione contro i danni - Assicurazione contro il furto - Contratto di leasing

-- In tema di leasing automobilistico, la clausola del contratto di assicurazione che attribuisce al finanziatore della somma utilizzata per l'acquisto del bene assicurato il diritto di soddisfarsi, nel caso di furto, sull'eventuale indennità dovuta dall'assicuratore (cosiddetta appendice di vincolo) crea un collegamento tra il contratto di assicurazione ed il contratto di finanziamento in forza del quale il finanziatore non assume la qualità di assicurato, giacchè a suo favore non è stipulata l'intera polizza, ma può pretendere di percepire l'indennizzo in luogo dell'utilizzatore-contraente assicurato.

    Cass. civ., sez. III, 26 ottobre 2004, n. 20743, Food Music Guadagno e C. Sas c. Sara Assicurazioni Spa. (C.c., art. 1322; c.c., art. 1882; c.c., art. 1891). [RV577830]

@Assicurazione obbligatoria - Fondo di garanzia per le vittime della strada - Liquidazione coatta amministrativa dell'impresa di assicurazione

-- In materia di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore o dei natanti, la richiesta di risarcimento danni che gli aventi diritto devono inviare all'impresa cessionaria del patrimonio dell'impresa assicuratrice posta in liquidazione coatta amministrativa, prevista dall'art. 8 D.L. n. 576 del 1978, costituisce una condizione di proponibilità della domanda del tutto analoga a quella stabilita dall'art. 22 legge n. 990 del 1969, il cui difetto è rilevabile d'ufficio anche in sede di legittimità con il solo limite della formazione del giudicato interno.

    Cass. civ., sez. III, 11 novembre 2004, n. 21432, Coco c. Dell'Alpi Assic. spa. (L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 22; L. 26 settembre 1978, n. 576, art. 8). [RV578011]

@Assicurazione obbligatoria - Fondo di garanzia per le vittime della strada - Liquidazione coatta amministrativa dell'impresa di assicurazione

-- In tema di assicurazione obbligatoria della R.C.A., il giudice non ha obbligo di procurarsi la conoscenza diretta Page 988 del decreto ministeriale che pone in liquidazione coatta amministrativa la società assicuratrice e che autorizza il commissario liquidatore alla liquidazione dei danni, in quanto esso non costituisce una fonte di diritto oggettivo, ovvero un precetto caratterizzato dal duplice carattere della normatività e della giuridicità; ne consegue che, ove il decreto stesso non risulti ritualmente acquisito agli atti ed il giudice di merito abbia mostrato ugualmente di conoscerlo, ciò implica un utilizzo della propria conoscenza privata in violazione del principio di disponibilità delle prove posto dall'art. 115 c.p.c.

    Cass. civ., sez. III, 11 novembre 2004, n. 21432, Coco c. Dell'Alpi Assic. spa. (C.p.c., art. 115; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 19; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 20). [RV578012]

@Assicurazione obbligatoria - Risarcimento danniAzione diretta nei confronti dell'assicuratore

-- In tema di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, ai fini del superamento del massimale per interessi e rivalutazione è sufficiente che il danneggiato, esercitando l'azione diretta nei confronti dell'assicuratore, formuli una specifica domanda volta al riconoscimento del diritto ad interessi e rivalutazione, non essendo necessario che chieda altresì che essi siano corrisposti oltre il massimale.

    Cass. civ., sez. III, 5 ottobre 2004, n. 19930, Bucato Capozza c. RAS Spa. (C.c., art. 1218; c.c., art. 1224; L. 24 dicembre 1969, n. 990, art. 22). [RV577531]

@Atti e provvedimenti del giudice penale - Declaratoria di determinate cause di non punibilitàCondizioni - Esistenza di causa estintiva

-- In presenza di una causa estintiva del reato, il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione a norma dell'art. 129 c.p.p. solo nei casi in cui le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la sua rilevanza penale e la non commissione del medesimo da parte dell'imputato emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile; tanto che la valutazione da compiersi in proposito appartiene più al concetto di constatazione che a quello di apprezzamento. Ed invero il concetto di evidenza, richiesto dal secondo comma dell'art. 129 c.p.p., presuppone la manifestazione di una verità processuale così chiara ed obiettiva, che renda superflua ogni dimostrazione, concretizzandosi così in qualcosa di più di quanto la legge richiede per l'assoluzione ampia, oltre la correlazione ad un accertamento immediato. Ne consegue che gli atti dai quali può essere desunta la sussistenza della causa più favorevole sono costituiti unicamente dalla stessa sentenza impugnata, in conformità ai limiti di deducibilità del vizio di mancanza o manifesta illogicità della motivazione, ai sensi dell'art. 606 comma primo lett. e) c.p.p.

    Cass. pen., sez. VI, 16 luglio 2004, n. 31463 (ud. 8 giugno 2004), Dolce. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 606). [RV229275]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Atti già formati da acquisire al procedimento - Obbligo di traduzione nel giudizio di cassazione

-- Nel giudizio di cassazione, è onere della parte che intende produrre atti in lingua straniera procedere con perizia giurata alla loro traduzione - ovvero ottenere il testo in lingua italiana dei provvedimenti provenienti da pubbliche autorità operanti in zone del territorio italiano nelle quali vige il bilinguismo - in quanto la nomina di un interprete da parte del giudice contrasta con le caratteristiche proprie del giudizio di legittimità, il quale non consente di regola lo svolgimento di attività istruttorie.

    Cass. pen., sez. III, 5 maggio 2004, n. 21047 (ud. 6 aprile 2004), Knoll. (C.p.p., art. 143; c.p.p., art. 109; c.p.p., art. 237; c.p.p., art. 242). [RV229297]

@Atti processuali penali - Lingua italiana - Imputato straniero - Traduzione

-- In tema di traduzione degli atti, perché sussista l'obbligo di nominare un interprete per un imputato straniero (o tradurre un atto processuale di significativo rilievo ai fini del concreto esercizio di difesa) è indispensabile che dagli atti risulti accertata la circostanza della mancata conoscenza da parte dell'interessato della lingua italiana: con la conseguenza che tale obbligo non...

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