Massimario di legittimità

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Abuso d'ufficio - Estremi - Omessa istruttoria nel procedimento di rilascio di autorizzazioneConfigurabilità

-- In tema di abuso di ufficio, è idonea a integrare la violazione di legge, rilevante ai fini della sussistenza del reato, l'inosservanza da parte dell'amministratore pubblico del dovere di compiere una adeguata istruttoria diretta ad accertare la sussistenza delle condizioni richieste per il rilascio di una autorizzazione; infatti, l'istruttoria amministrativa è comunque imposta da una norma generale sul procedimento, cioè dall'art. 3 legge 7 agosto 1990, n. 241, ed incide direttamente nella fase decisoria in cui i diversi interessi, pubblici e privati, devono essere ponderati. (Nell'affermare tale principio, in una fattispecie in cui il vice sindaco aveva omesso l'istruttoria per il rilascio di una autorizzazione sanitaria in favore di una società di cui faceva parte anche il sindaco, la Corte ha precisato che l'inosservanza del dovere di istruttoria non può essere considerata violazione di semplici norme interne relative al procedimento e, in quanto tali, prive del carattere formale e del regime giuridico della legge o del regolamento cui si riferisce l'art. 323 c.p.).

    Cass. pen., sez. VI, 4 gennaio 2005, n. 69 (ud. 4 novembre 2004), Palascino ed altro. (C.p., art. 323; L. 7 agosto 1990, n. 241, art. 3). [RV230901]

@Alterazione di stato - Falsità nella formazione di un atto di nascita - Silenzio serbato sullo status di coniugato del genitore dichiarante - Esclusione

-- La fattispecie delittuosa di cui all'art. 567 c.p. punisce l'attribuzione al neonato di un genitore diverso da quello naturale. Ne consegue che non risponde del suddetto delitto la madre che, nel dichiarare all'ufficiale di stato civile che il figlio è stato concepito da un'unione naturale, occulti il suo stato di persona coniugata. Nè il silenzio serbato su tale circostanza, concomitante al fatto regolarmente attestato, può integrare una reticenza punibile ai sensi dell'art. 495 c.p., trattandosi di dichiarazione che non incide sull'essenza del documento e non è lesiva della funzione probatoria dell'atto in relazione allo specifico contenuto per cui esso è stato formato.

    Cass. pen., sez. VI, 8 febbraio 2005, n. 4453 (ud. 13 dicembre 2004), P.G. in proc. Urbinati. (C.p., art. 495; c.p., art. 567). [RV230876]

@Antichità e belle arti - Cose di interesse artistico e storico - Contraffazione di opere d'arte - Soppressione della dedica dell'autore

-- Non configura il reato di contraffazione di opere d'arte, previsto dall'art. 127 comma primo lett. a) D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490 (Testo unico dei beni culturali e ambientali), la soppressione, in un quadro, della dedica del suo autore, in quanto questa non costituisce un elemento essen- ziale dell'opera nè il risultato dell'attività artistica, ma esprime semplicemente la volontà dell'autore dell'opera di offrirla al destinatario, trasferendogli nel contempo la proprietà. (Nella specie, la firma dell'autore risultava comunque apposta sul retro del quadro).

    Cass. pen., sez. V, 11 febbraio 2005, n. 5407 (ud. 2 dicembre 2004), Gentili. (D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 127). [RV230930]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio - Procedimento - Decreto di citazione

-- Qualora il giudizio di appello, trattandosi di procedimento condotto con rito abbreviato, debba svolgersi nelle forme previste dall'art. 599 c.p.p., non è richiesto che nel decreto di citazione emesso ai sensi dell'art. 601 c.p.p. venga inserito l'avvertimento che l'imputato, in caso di mancata comparizione, sarà giudicato in contumacia, dovendosi anzi ritenere un tale avvertimento del tutto improprio, rispetto alla disciplina del procedimento camerale dettata dall'art. 127 c.p.p., cui si richiama il citato art. 599.

    Cass. pen., sez. IV, 16 marzo 2005, n. 10231 (ud. 26 gennaio 2005), Todeschini ed altro. (C.p.p., art. 429; c.p.p., art. 599; c.p.p., art. 601). [RV230921]

@Appello penale - Sentenza - Ordinanza camerale ex art. 600 comma secondo c.p.p. - Successiva decisione sulle questioni civili assunta con sentenza

-- In tema di appello, l'ordinanza camerale assunta ex art. 600 comma secondo c.p.p. e la sentenza di appello che decide sulle questioni civili sono atti radicalmente diversi per natura giuridica, per la funzione che svolgono, per il momento in cui sono adottati, per il tipo di cognizione che presuppongono e di decisione che adottano. Ne consegue che non è consentito sollecitare in sede di legittimità un controllo della motivazione della sentenza di appello basato, non sulla sua coerenza interna, ma in rapporto alla precedente ordinanza relativa alle statuizioni civili. (In applicazione di tale principio, la Corte ha rigettato il ricorso dell'imputato nel quale veniva dedotto che la sentenza di appello aveva del tutto omesso di considerare, nella parte relativa alla statuizioni civili, l'ordinanza emessa dal giudice di secondo grado, in diversa composizione, che ne aveva sospeso l'esecutorietà).

    Cass. pen., sez. VI, 15 marzo 2005, n. 10081 (ud. 8 febbraio 2005), Nodari ed altri. (C.p.p., art. 600; c.p.p., art. 605; c.p.p., art. 606). [RV230892]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Determinazione - Reato continuato

-- In tema di patteggiamento, prima di rendere efficace l'accordo delle parti sulla pena qualora sia stata ritenuta la continuazione tra i reati, il giudice deve verificare la sussistenza del medesimo disegno criminoso, che non può essere dedotto dalla mera contestualità temporale dei fatti criminosi.

    Cass. pen., sez. VI, 30 novembre 2004, n. 46458 (c.c. 5 ottobre 2004), P.G. in proc. Bougeois. (C.p., art. 81; c.p.p., art. 444). [RV230837]

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@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Pena - Misura di sicurezza - Confisca

-- In tema di confisca disposta con la sentenza di patteggiamento, anche dopo la modifica dell'art. 445 c.p.p. che ha esteso le possibilità di provvedere alla confisca rendendola adottabile in tutti i casi previsti dall'art. 240 c.p., il giu- dice è tenuto a motivare l'esercizio del suo potere discrezionale, evidenziando i presupposti della disposta confisca.

    Cass. pen., sez. IV, 15 dicembre 2004, n. 48172 (c.c. 19 ottobre 2004), Fallacara. (C.p., art. 240; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445). [RV230767]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Richiesta - Termine - Art. 5 della legge 12 giugno 2003 n. 134

-- È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 5 legge 12 giugno 2003 n. 134 in relazione agli artt. 24, 26 e 27 Cost. nella parte in cui non consente l'applicabilità anche nel giudizio di cassazione della procedura di applicazione della pena su richiesta ivi prevista, in quanto l'istituto del patteggiamento è finalizzato - attraverso un sistema sanzionatorio premiale - alla rapida affermazione della giustizia, diversamente trasformandosi in un beneficio gratuito ed ingiustificato, svincolato da interessi collettivi che lo legittimino.

    Cass. pen., sez. IV, 19 gennaio 2005, n. 1291 (ud. 29 novembre 2004), Vincita. (C.p.p., art. 444; c.p.p., art. 446; L. 12 giugno 2003, n. 134, art. 5). [RV230775]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Confisca facoltativa - Ammissibilità

-- In tema di applicazione della pena su richiesta, a seguito della novella apportata all'art. 445 c.p.p. dall'art. 2 della legge 12 giugno 2003 n. 134, che ha espunto dal testo della norma il richiamo al solo comma secondo dell'art. 240 c.p., non è più vietato sottoporre a confisca anche la cosa servita o destinata alla commissione del reato. (Fattispecie in cui la Corte ha confermato la sentenza di primo grado che aveva disposto la confisca di un'autovettura utilizzata per la commissione di un furto pluriaggravato).

    Cass. pen., sez. V, 4 marzo 2005, n. 8434 (c.c. 1 dicembre 2004), Dell'Annunziata. (C.p., art. 240; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; L. 12 giugno 2003, n. 134, art. 2). [RV230810]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti - Sentenza - Divieto di iscrizione nei certificati del casellario richiesti da privati - Applicabilità anche alle richieste provenienti dalla P.A

-- In tema di patteggiamento, il divieto di iscrizione della sentenza nei certificati del casellario richiesti dall'interessato e soggetti equiparati, non rende illegittimo il certificato penale integrale rilasciato all'esito della consultazione diretta del sistema da parte delle amministrazioni pubbliche, le quali, in virtù del disposto di cui all'art. 39 del testo unico n. 313 del 2002 conservano la possibilità di procedere alle acquisizioni di ufficio e di svolgere controlli di cui agli artt. 46 e 71 del D.P.R. n. 445 del 2002.

    Cass. pen., sez. III, 15 febbraio 2005, n. 5735 (c.c. 21 dicembre 2004), De Riva. (D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, art. 46; D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, art. 71; D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, art. 39; D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, art. 40). [RV230839]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti -Sentenza - Stupefacenti - Confisca del denaro

-- In tema di patteggiamento, la persona condannata per il reato di traffico di stupefacenti non ha un diritto automatico alla restituzione delle somme sequestrate atteso che egli, cedente della droga, è parte di un negozio contra legem e dunque non è portatore di alcun interesse legale alla restituzione di somme costituenti illecita controprestazione. Ne consegue che, se l'imputato non contesta in radice la provenienza del denaro, il suo ricorso va dichiarato inammissibile. (Ha specificato la Corte che ciò è particolarmente evidente alla luce delle modifiche dalla legge n. 134 del 2003 all'art. 445 c.p.p. in tema di confisca, che - consentendola anche quando essa è...

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