Massimario di legittimità

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Abuso d'ufficio - Estremi - Violazione di legge o di regolamento - Norme di attuazione e circolari

-- In tema di reato di abuso d'ufficio la condotta dell'agente rileva penalmente solo se l'ingiusto vantaggio patrimoniale è conseguito attraverso la violazione di legge o di regolamento, con esclusione degli atti che hanno natura meramente interpretativa o attuativa di normative preesistenti e che comunque sono privi della forza normativa propria della legge o del regolamento. (Nel caso di specie la Corte ha escluso che potesse integrare il reato di cui all'art. 323 c.p. la sola violazione di norme contenute nell'art. 9 D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, regolamento attuativo del testo unico delle disposizioni sulla disciplina dell'immigrazione, e nella circolare del 17 settembre 1997, n. 8, in materia di permessi brevi per turismo ed affari).

    Cass. pen., sez. VI, 7 dicembre 2005, n. 44952 (ud. 24 ottobre 2005), De Paola. (C.p., art. 323; D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, art. 9). [RV233503]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi di reflui da allevamento di bestiame - Assimilabilità ai reflui domestici

-- In materia di inquinamento, le acque reflue prove- nienti da una attività di allevamento di bestiame vanno considerate, ai fini della disciplina degli scarichi, quali acque re- flue industriali, atteso che la loro assimilazione alle acque reflue domestiche è subordinata alla prova della esistenza delle condizioni individuate dall'art. 28 del citato decreto n. 152, ovvero della connessione tra allevamento e terreno agricolo.

    Cass. pen., sez. III, 3 febbraio 2006, n. 4500 (c.c. 17 novembre 2005), Boschetti. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59). [RV233283]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi esistenti - Non in regola con la pregressa disciplina

-- In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, gli scarichi già esistenti alla data di entrata in vigore del D.L.vo 11 maggio 1999 n. 152 (13 giugno 1999), ma non in regola con l'autorizzazione prevista dalla previgente normativa, vanno considerati nuovi ed immediatamente sottoposti alle nuove prescrizioni, tra cui l'obbligo di preventiva autorizzazione, ed il rispetto dei limiti di accettabilità.

    Cass. pen., sez. III, 19 gennaio 2006, n. 2230 (ud. 6 dicembre 2005), Cestari. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59). [RV233299]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi esistenti ed autorizzati - Termine per il rinnovo dell'autorizzazione

-- In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, i titolari degli scarichi esistenti ed autorizzati al momento di entrata in vigore del D.L.vo 11 maggio 1999 n. 152 (13 giugno 1999) sono obbligati alla presentazione della domanda di rinnovo dell'autorizzazione un anno prima della sua scadenza, non potendosi giovare, in caso di precedente scadenza della autorizzazione, del termine quadriennale previsto dalla disciplina transitoria, trattandosi di un termine residuale.

    Cass. pen., sez. III, 17 febbraio 2006, n. 6336 (ud. 20 gennaio 2006), Gatteschi. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 59; D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 62). [RV233309]

@Appalto (Contratto di) - Responsabilità - Qualità di responsabile civile dell'ente appaltante - Legittimazione passiva

-- La legittimazione passiva del responsabile civile sussiste solo se nel processo penale è presente un imputato del cui operato debba rispondere per legge, dovendo escludersi che risponda anche del fatto altrui in base ad un titolo contrattuale. (Fattispecie in cui era stato citato come responsabile civile l'ANAS, in qualità di ente committente, in un processo per omicidio colposo a carico di imputati che erano dipendenti della società appaltatrice dei lavori).

    Cass. pen., sez. IV, 27 ottobre 2005, n. 39388 (ud. 21 giugno 2005), R.C. in proc. Ambrosino ed altro. (C.p., art. 185; c.p., art. 589; c.p.p., art. 538). [RV233476]

@Appalto (Contratto di) - Subappalto - Divieto di subappalto o cottimo senza autorizzazione - Configurabilità del reato

-- Il divieto di affidare senza autorizzazione della P.A., in tutto o in parte, lavori in subappalto o a cottimo, cui fa riferimento l'art. 21 della legge n. 646 del 1982, si riferisce non solo ai contratti tipici ma anche a quelle forme contrattuali atipiche o derivate, con le quali sotto diverso nome si realizza lo stesso risultato del subappalto o del cottimo (nella specie, la Corte ha ritenuto configurabile la contravvenzione anche nel caso di cosiddetto nolo a caldo).

    Cass. pen., sez. III, 12 gennaio 2006, n. 792 (ud. 29 novembre 2005), Callari ed altro. (L. 13 settembre 1982, n. 646, art. 21). [RV233255]

@Appalto (Contratto di) - Subappalto - Divieto di subappalto o cottimo senza autorizzazione - Configurabilità dell'illecito

-- In tema di divieto di subappalto senza autorizzazione della P.A., la contravvenzione di cui all'art. 21 legge 13 settembre 1982, n. 646, non è configurabile nel caso di contratti di c.d. nolo a caldo che, qualora non superino determinati valori in relazione alla percentuale dei lavori affidati, sono esclusi dall'ambito del subappalto dalla legge 19 marzo 1990 n. 55, esclusione che si giustifica in quanto si tratta di attività che si pongono in rapporto del tutto marginale e trascurabile rispetto all'intero appalto, tanto da far venire meno qualsiasi rischio di interessamento da parte di consorterie criminali. (Nella specie la Corte ha escluso che il noleggio di un escavatore di dimensioni maggiori di quello in possesso dell'impresa appaltatrice, resosi necessario per ragioni tecniche, Page 84 configurasse la contravvenzione di cui all'art. 21 legge n. 646 del 1982).

    Cass. pen., sez. VI, 3 novembre 2005, n. 39913 (ud. 17 gennaio 2005), P.G. in proc. La Piana ed altri. (L. 13 settembre 1982, n. 646, art. 21; L. 19 marzo 1990, n. 55, art. 18). [RV233470]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello- Reformatio in peius - Concerne il dispositivo e non la motivazione

-- Il divieto della reformatio in peius (art. 597, comma terzo, c.p.p.) concerne il dispositivo e non la motivazione, la quale può ben essere meno favorevole per l'imputato. È, pertanto, legittima la decisione con la quale il giudice di appello critichi la decisione del giudice di primo grado, lasciando, tuttavia, inalterato il dispositivo di assoluzione.

    Cass. pen., sez. V, 1 febbraio 2006, n. 4011 (ud. 19 maggio 2005), Ricci. (C.p.p., art. 576; c.p.p., art. 597). [RV233593]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio -Concordato sui motivi di appello - Nullità verificatesi nella procedura camerale

-- In tema di definizione concordata della pena in appello, l'esito della pronuncia camerale che recepisca l'accordo delle parti sulla determinazione dell'entità della pena, previa rinuncia agli altri motivi d'appello, non preclude la possibilità di dedurre, successivamente, con ricorso per cassazione questioni che riguardano nullità verificatesi nello stesso procedimento camerale.

    Cass. pen., sez. IV, 3 febbraio 2006, n. 4460 (ud. 12 dicembre 2005), Gala. (C.p.p., art. 484; c.p.p., art. 525; c.p.p., art. 599). [RV233568]

@Appello penale - Decisioni in camera di consiglio- Imputato detenuto - Diritto a comparire

-- Nei giudizi di appello, che si svolgono in camera di consiglio, secondo il disposto dell'art. 599 c.p.p., l'imputato detenuto ha diritto di comparire personalmente, ma la volontà di essere presente deve essere manifestata tempestivamente e, solo in tal caso, l'omessa traduzione determina la nullità assoluta ed insanabile degli atti.

    Cass. pen., sez. I, 23 febbraio 2006, n. 6970 (ud. 8 febbraio 2006), Marchetti. (C.p.p., art. 178; c.p.p., art. 599). [RV233440]

@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Imputato contumace in primo grado

-- L'art. 603, comma quarto, c.p.p., che prevede la rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in grado di appello qualora l'imputato, contumace in primo grado, provi la riconducibilità della sua mancata comparizione a caso fortuito o forza maggiore o alla mancata incolpevole conoscenza del decreto di citazione, non trova applicazione qualora l'imputato abbia indicato la propria residenza anagrafica nell'atto di nomina del difensore, ma abbia poi omesso di comunicarne la variazione in concomitanza della notifica dell'atto presso la suddetta residenza.

    Cass. pen., sez. II, 19 dicembre 2005, n. 46230 (ud. 25 ottobre 2005), Fiori ed altro. (C.p.p., art. 603). [RV233250]

@Appello penale - Dibattimento - Rinnovazione dell'istruzione - Presupposti della rinnovazione istruttoria

-- La rinnovazione dell'istruzione dibattimentale nel giudizio di appello è evenienza eccezionale, subordinata ad una valutazione giudiziale di assoluta necessità conseguente all'insufficienza degli elementi istruttori già acquisiti, che impone l'assunzione di ulteriori mezzi istruttori pur se le parti non abbiano provveduto a presentare la relativa istanza nel termine stabilito dall'art. 468 c.p.p.

    Cass. pen., sez. II, 27 gennaio 2006, n. 3458 (ud. 1 dicembre 2005), Di Gloria Il Grande ed altri. (C.p.p., art. 603). [RV233391]

@Applicazione della pena su richiesta delle part - Presupposti - Sanzione sostitutiva - Applicabilità della sostituzione in assenza di richiesta

-- Con la sentenza di patteggiamento prevista dall'art. 444 c.p.p. non può essere disposta la sostituzione della pena quando la stessa non sia stata espressamente richiesta. (Nella specie, la Corte, in accoglimento di ricorso proposto dall'imputato, straniero extracomunitario, ha ritenuto illegittima la sostituzione della pena della reclusione, di cui era stata richiesta l'applicazione, con la espulsione dal territorio dello Stato, prevista dall'art. 16 del D.L.vo 25 luglio 1998 n. 286, rilevando altresì che la richiesta...

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