Massimario di legittimità

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine1169-1241

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione.

@Abuso d'ufficio - Elemento psicologico - Dolo intenzionale - Necessità

In tema di abuso d'ufficio, ai fini della configurabilità dell'elemento soggettivo è richiesto il dolo intenzionale, ossia la rappresentazione e la volizione dell'evento come conseguenza diretta e immediata della condotta dell'agente e obiettivo primario da costui perseguito. Ne discende che se l'evento tipico è una semplice conseguenza accessoria della condotta omissiva dell'agente, rimanendo incompleta la prova della sua deliberata intenzionalità, il fatto illecito deve essere diversamente qualificato ai sensi dell'art. 328, comma primo, c.p. (Fattispecie in cui una dirigente scolastica aveva omesso di inoltrare al competente ministero il ricorso gerarchico avverso una sanzione disciplinare da lei stessa irrogata nei confronti di una insegnante).

    Cass. pen., sez. VI, 6 marzo 2008, n. 10390 (ud. 24 gennaio 2008), Magaldi e altro. (C.p., art. 323; c.p., art. 328). [RV238927]

@Acque pubbliche e private - Inquinamento - Scarichi - Proroga dei termini di adeguamento degli scarichi esistenti non autorizzati

In tema di inquinamento idrico, l'intervenuta modifica dei termini di adeguamento degli scarichi esistenti, ancorché non autorizzati, introdotta dall'art. 10 bis D.L. 25 giugno 2003, n. 147 (conv. con modd. nella L. 1 agosto 2003, n. 200) non ha mutato la definizione legislativa di «scarichi esistenti» oggetto di interpretazione autentica ex art. 1, lett. g) L. 18 agosto 2000, n. 258, in quanto la predetta modifica si riferisce ai soli scarichi esistenti alla data del 13 giugno 1999 per i quali l'obbligo di autorizzazione è stato previsto solo a seguito della nuova disciplina introdotta dal D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152.

    Cass. pen., sez. III, 5 marzo 2008, n. 9984 (ud. 15 gennaio 2008), Mancini. (D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152, art. 62; L. 18 agosto 2000, n. 258, art. 1; L. 1 agosto 2003, n. 200, art. 10 bis). [RV239066]

@Acque pubbliche e private - Scarichi - Smaltimento dei rifiuti liquidi derivanti da attività ospedaliera - Disciplina applicabile

In tema di tutela penale delle acque, anche dopo l'entrata in vigore del D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, la disciplina applicabile allo smaltimento dei rifiuti allo stato liquido derivanti da attività ospedaliera continua ad essere quella relativa agli scarichi e non quella in materia di smaltimento di rifiuti liquidi, non rivestendo carattere innovativo l'art. 185 che per i «rifiuti liquidi costituiti da acque reflue» prevede l'applicazione della disciplina sui rifiuti, in quanto l'art. 227 del D.L.vo n. 152 del 2006 dichiara applicabile ai rifiuti ospedalieri la disciplina in materia di scarichi, richiamando l'art. 6 del D.P.R. 15 luglio 2004, n. 254 che rinvia all'abrogato D.L.vo 11 maggio 1999, n. 152 sulle acque.

    Cass. pen., sez. III, 16 gennaio 2008, n. 2246 (c.c. 29 novembre 2007), Canaletti. (D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 227; D.P.R. 15 luglio 2004, n. 254, art. 6). [RV238536]

@Ambiente - Aree protette - Transito con armi per area protetta ai fini di recarsi in area non protetta - Integrazione del reato di introduzione non autorizzata di armi

Integra il reato di introduzione di armi in area protetta di cui all'art. 11, comma terzo, lett. f), L. n. 394 del 1991, la condotta di chi, a bordo di auto contenente armi, abbia anche solo a transitarvi al fine di portarsi in area non protetta al fine di cacciare.

    Cass. pen., sez. III, 14 febbraio 2008, n. 6985 (ud. 16 gennaio 2008), P.G. in proc. Felicetti. (L. 6 dicembre 1991, n. 394, art. 11; L. 6 dicembre 1991, n. 394, art. 30). [RV239013]

@Amnistia, indulto e grazia - Indulto - Applicazione - Cumulo delle pene

Ai sensi dell'art. 174 comma secondo c.p., «nel concorso di più reati, l'indulto si applica una sola volta, dopo cumulate le pene» per cui, in presenza di pene tutte condonabili, si deve prima procedere alla loro unificazione, in quanto il condono opera sul cumulo materiale delle pene, a un livello di unitarietà e di inscindibilità, e viene a ripartirsi in modo ideale su tutte le pene cumulate.

    Cass. pen., sez. I, 23 novembre 2007, n. 43684 (c.c. 13 novembre 2007), Conflitto comp. (C.p., art. 174; L. 31 luglio 2006, n. 241). [RV238692]

@Amnistia, indulto e grazia - Indulto - Applicazione - Esclusione di formale richiesta da parte dei soggetti legittimati

L'art. 672, comma primo, c.p.p. prevede l'applicazione dell'amnistia e dell'indulto da parte del giudice dell'esecuzione «senza formalità» e, quindi, senza necessità di formale richiesta da parte dei soggetti interessati. Solo nel caso in cui la esecuzione della pena sia terminata è necessaria, ai sensi del quarto comma del suddetto art. 672, la richiesta del condannato, in conseguenza dell'interesse meramente morale ad ottenere il beneficio e quindi dell'assenza di una qualsiasi concreta incidenza sulla esecuzione della pena.

    Cass. pen., sez. I, 23 novembre 2007, n. 43684 (c.c. 13 novembre 2007), Conflitto comp. (C.p.p., art. 672; L. 31 luglio 2006, n. 241). [RV238691]

@Amnistia, indulto e grazia - Indulto - Applicazione - In sede di cognizione

Non è proponibile, per la prima volta, in sede di legittimità, la richiesta di applicazione dell'indulto, presupponendo l'art. 174 c.p. («nel concorso di più reati, l'indulto si applica una sola volta dopo cumulate le pene, secondo le nor-Page 1170me concernenti il concorso dei reati») che l'applicazione dello stesso, in tal caso, vada fatta in sede esecutiva.

    Cass. pen., sez. III, 7 gennaio 2008, n. 179 (ud. 15 novembre 2007), Di Donato ed altri. (C.p., art. 174; L. 31 luglio 2006, n. 241; c.p.p., art. 606; c.p.p., art. 609). [RV238604]

@Amnistia, indulto e grazia - Indulto - Applicazione - Natura provvisoria dei provvedimenti applicativi dell'indulto a singole condanne

I provvedimenti applicativi dell'indulto adottati in relazione a singole condanne sono connotati da un carattere essenziale di provvisorietà e sono destinati ad essere assorbiti e superati dall'applicazione unitaria del beneficio in sede di cumulo ex art. 174, comma secondo, c.p.

    Cass. pen., sez. I, 23 novembre 2007, n. 43684 (c.c. 13 novembre 2007), Conflitto comp. (C.p., art. 174; L. 31 luglio 2006, n. 241). [RV238693]

@Antichità e belle arti - Cose di interesse artistico e storico - Autenticazione di opere d'arte false - Continuità normativa tra la vecchia e la nuova disciplina penale

In tema di tutela penale delle opere d'arte, sussiste continuità normativa tra il reato prima previsto dall'art. 4 L. 20 novembre 1971, n. 1062, poi sostituito dall'art. 127 D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490 ed attualmente sanzionato dall'art. 178 D.L.vo 22 gennaio 2004, n. 42, in quanto tutte le fattispecie puniscono la medesima condotta consistente nell'autenticazione di opere false, conoscendone la falsità.

    Cass. pen., sez. III, 12 marzo 2008, n. 11096 (ud. 17 gennaio 2008), Governatori. (L. 20 novembre 1971, n. 1062, art. 4; D.L.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 127; D.L.vo 22 gennaio 2004, n. 42, art. 178). [RV239067]

@Antichità e belle arti - Cose di interesse artistico e storico - Falsificazione di opere d'arte - Potere del giudice di avvalersi di periti nominati dal ministero della pubblica istruzione

In tema di tutela penale delle opere d'arte, il giudice può avvalersi di periti di sua fiducia per accertare l'autenticità di un'opera, in quanto nessuna nullità consegue alla violazione dell'art. 9 della L. 20 gennaio 1971, n. 1062, norma con cui si dispone che, fino all'istituzione di un apposito albo di consulenti tecnici in materia di opere d'arte, il giudice deve avvalersi di periti indicati dal Ministero della Pubblica Istruzione ovvero sentire come testimone l'autore dell'opera.

    Cass. pen., sez. III, 12 marzo 2008, n. 11096 (ud. 17 gennaio 2008), Governatori. (L. 20 gennaio 1971, n. 1062, art. 9). [RV239068]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Pena patteggiata - Omessa motivazione sul mancato proscioglimento e sull'insussistenza di cause di nullità assoluta o di inutilizzabilità della prova

In tema di «patteggiamento in appello» il giudice, nell'accogliere la richiesta avanzata a norma dell'art. 599 comma quarto c.p.p., non è tenuto a motivare sul mancato proscioglimento dell'imputato per taluna delle cause previste dall'art. 129 c.p.p. né sull'insussistenza di cause di nullità assoluta o di inutilizzabilità della prova, in quanto, a causa dell'effetto devolutivo, una volta che l'imputato abbia rinunciato ai motivi d'impugnazione, la cognizione del giudice deve limitarsi ai motivi non rinunciati.

    Cass. pen., sez. I, 23 novembre 2007, n. 43721 (ud. 15 novembre 2007), Grillo e altro. (C.p.p., art. 129; c.p.p., art. 599). [RV238686]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Ambito di operatività dal divieto

Il divieto di reformatio in peius riguarda esclusivamente il dispositivo della sentenza ed il suo concreto contenuto afflittivo, ma non anche la motivazione, che può contenere una valutazione più grave della violazione commessa, sia in termini di fatto che di diritto.

    Cass. pen., sez. IV, 23 gennaio 2008, n. 3447 (ud. 3 ottobre 2007), Podda. (C.p.p., art. 597). [RV238738]

@Appello penale - Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius - Revoca di benefici

È illegittima, in assenza di richiesta dell'imputato, la revoca di ufficio da parte del giudice di appello del beneficio della sospensione condizionale della pena, concesso dal primo giudice in sede di condanna a pena detentiva sostituita con la corrispondente pena pecuniaria sulla base dell'erroneo convincimento del favor rei in quanto tale statuizione viola il divieto di reformatio in peius.

    Cass. pen., sez. III, 8 febbraio 2008, n. 6313 (ud. 20 dicembre 2007), Pagano. (C.p., art. 163; c.p., art. 168; L. 24...

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