Massimario
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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione
Rivista penale 3/2019
Massimario
Abuso d’ufcio
■ Estremi – Dei pubblici ufficiali – Confisca prevista dal-
l’art. 335 bis c.p. – Operatività.
In tema di abuso d’ufficio, la confisca prevista dall’art. 335-bis
cod. pen., in quanto obbligatoria, opera anche nei confronti
degli aventi diritto estranei al reato, che non possono trarre
vantaggio dall’ingiusto profitto conseguente ad una condotta
illecita, sempre che sussista un nesso strutturale tra il bene da
confiscare ed il reato. F Cass. pen., sez. IV, 26 settembre 2018, n.
41890 (ud. 22 giugno 2018), P.F. (c.p., art. 323; c.p., art. 335 bis;
c.p., art. 240). [RV274365]
■ Estremi – Violazione di legge o di regolamento – No-
zione.
In tema di abuso d’ufficio, il requisito della violazione di legge
può essere integrato anche dall’inosservanza del principio costi-
tuzionale di imparzialità della P.A. nella parte in cui, esprimendo
il divieto di ingiustificate preferenze o di favoritismi, impone al
pubblico ufficiale e all’incaricato di pubblico servizio una preci-
sa regola di comportamento di immediata applicazione, fermo
restando che la stessa deve comunque attenere all’esercizio dei
poteri attribuiti al pubblico ufficiale. F Cass. pen., sez. VI, 29 ot-
tobre 2018, n. 49549 (ud. 12 giugno 2018), P.G. C/ L.M. (c.p., art.
323). [RV274225]
Appello penale
■ Cognizione del giudice di appello – Divieto di "refor-
matio in peius" – Revoca della sospensione condizionale
della pena su appello del solo imputato.
È illegittima per violazione del divieto di "reformatio in peius",
nel caso di impugnazione proposta dal solo imputato, la revoca
della sospensione condizionale della pena disposta dal giudice
d’appello ai sensi dell’art. 168, comma secondo, cod. pen., atte-
sa la natura discrezionale e costitutiva di detto provvedimento.
F Cass. pen., sez. II, 24 settembre 2018, n. 40989 (ud. 11 apri-
le 2018), M. G. (c.p., art. 168; c.p., art. 168; c.p.p., art. 597).
[RV274301]
■ Cognizione del giudice di appello – Divieto di "reforma-
tio in peius" – Riduzione della pena detentiva.
Non viola il divieto di "reformatio in peius" la sentenza d’appello
che riduca la pena detentiva inflitta in primo grado ed aumen-
ti quella pecuniaria se, operato il ragguaglio di quest’ultima ai
sensi dell’art. 135 cod. pen., l’entità finale della pena non risulti
superiore a quella complessivamente irrogata dal giudice di pri-
mo grado. F Cass. pen., sez. IV, 3 ottobre 2018, n. 43835 (ud. 15
maggio 2018), B. G. (c.p., art. 135; c.p.p., art. 597). [RV274264]
■ Dibattimento – Concordato in appello – Accordo con-
cernente un reato prescritto.
In tema di concordato con rinunzia agli altri motivi di appello,
ai sensi dell’art. 599-bis, cod. proc. pen., l’accordo delle parti
non implica rinuncia alla prescrizione che, ai sensi dell’art. 157,
comma 7, cod. proc. pen., deve avere forma espressa; ne conse-
gue che, qualora il giudice di appello non rilevi l’intervenuta pre-
scrizione del reato, detto errore può essere dedotto mediante
ricorso per cassazione. F Cass. pen., sez. I, 9 novembre 2018, n.
51169 (ud. 11 giugno 2018), P. P. (c.p., art. 157; c.p.p., art. 129;
c.p., art. 599 bis). [RV274384]
Appropriazione indebita
■ Elemento oggettivo del reato – Cauzione in denaro
consegnata a garanzia del pagamento della provvigio-
ne – Trattenimento nonostante la mancata conclusione
dell’affare.
Integra il delitto di appropriazione indebita la condotta del media-
tore di una compravendita immobiliare che, nonostante la manca-
ta accettazione della proposta di acquisto, trattenga la somma di
denaro consegnatagli dal proponente a garanzia della provvigione,
spettante nel solo caso di conclusione dell’affare, perché tale con-
dotta viola la specifica destinazione di scopo che alla somma han-
no dato le parti. F Cass. pen., sez. II, 18 dicembre 2018, n. 56935 (ud.
31 ottobre 2018), M. c. T. (c.p., art. 646; c.c., art. 1755). [RV274257]
Armi e munizioni
■ Detenzione abusiva – Nozione di detenzione – Minimo
apprezzabile di stabilità e autonoma disponibilità del
bene da parte del soggetto.
Per la configurazione del delitto di detenzione abusiva di arma
comune da sparo è necessaria una relazione stabile del soggetto
con la stessa, in quanto il concetto di detenzione per sua natu-
ra implica un minimo di permanenza del rapporto materiale tra
detentore ed oggetto detenuto ed un minimo apprezzabile di au-
tonoma disponibilità del bene da parte dell’agente. F Cass. pen.,
sez. I, 28 settembre 2018, n. 42886 (ud. 20 dicembre 2017), G. E.
(l. 2 ottobre 1967, n. 895, art. 2; l. 14 ottobre 1974, n. 497, art.
10; l. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 14; l. 18 aprile 1975, n. 110,
art. 23; c.p., art. 648; c.p., art. 697). [RV274380]
Associazione per delinquere
■ Associazione di tipo mafioso – Condotte materiali –
Partecipe.
Integra il reato di partecipazione ad un’associazione di tipo ma-
fioso la condotta di colui che si trovi in rapporto di stabile e
organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del so-
dalizio, tale da implicare, più che uno "status" di appartenenza,
un ruolo dinamico e funzionale, in esplicazione del quale l’inte-
ressato "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a di-
sposizione dell’ente per il perseguimento dei comuni fini crimi-
nosi. (Fattispecie in cui l’imputato, infermiere in servizio presso
un istituto penitenziario, svolgeva la funzione di "messaggero",
consentendo di mantenere i collegamenti tra gli associati in li-
bertà e quelli ristretti, facendo entrare nell’istituto oggetti per-
sonali destinati ai componenti del sodalizio e partecipando a
riunioni ed incontri con esponenti di altre cosche operanti nel
medesimo territorio). F Cass. pen., sez. V, 10 ottobre 2018, n.
45840 (c.c. 14 giugno 2018), M. (c.p., art. 416 bis). [RV274180]
■ Associazione di tipo mafioso – Favoreggiamento perso-
nale – Criteri distintivi.
Il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa si distingue
da quello di favoreggiamento, in quanto nel primo il soggetto inte-
ragisce organicamente e sistematicamente con gli associati, qua-
le elemento della struttura organizzativa del sodalizio criminoso,
anche al fine di depistare le indagini di polizia volte a reprime-
re l’attività dell’associazione o a perseguirne i partecipi, mentre
nel secondo egli aiuta in maniera episodica un associato, resosi
autore di reati rientranti o meno nell’attività prevista dal vincolo
associativo, ad eludere le investigazioni della polizia o a sottrarsi
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