Massimario
Pagine | 101-106 |
411
I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione
Rivista penale 4/2018
Massimario
Abitualità e professionalità nel reato
■ Ritenuta dal giudice – Contestazione dei presupposti
previsti dall’art. 103 c.p. – Riferimento alla stabile dedi-
zione al crimine.
L’abitualità nel reato di cui all’art. 103 cod. pen. è correttamente
contestata mediante il riferimento alla specie dei reati posti in
essere, all’arco di tempo entro cui sono stati commessi e, quin-
di, alla dedizione al crimine dell’imputato, trattandosi di ele-
menti ulteriori e diversi rispetto alla contestazione della mera
recidiva. F Cass. pen., sez. VI, 10 ottobre 2017, n. 46486 (ud. 19
settembre 2017), Cervellera (c.p., art. 99; c.p., art. 103; c.p.p.,
art. 521). [RV271356]
Abuso d’ufcio
■ Elemento oggettivo – Atto di ufficio – Fattispecie rela-
tiva a consigliere comunale con delega ai servizi cimite-
riali che, in violazione di ogni norma in tema di appalti,
aveva dato incarico ad una ditta di costruire dieci loculi,
pagandoli in proprio, ottenendone così la disponibilità.
Ai fini dell’integrazione dell’elemento oggettivo del delitto di
abuso d’ufficio, è necessario che la condotta sia realizzata "nello
svolgimento delle funzioni o del servizio", con esclusione, per-
tanto, degli atti compiuti con difetto assoluto di attribuzione, ai
sensi dell’art. 21-septies legge n. 241 del 1990, rientrando, inve-
ce, nell’alveo della norma incriminatrice le condotte che inte-
grano la c.d. "carenza di potere in concreto". (Fattispecie in cui
la S.C. ha ritenuto immune da censure la sentenza di merito che
ha ravvisato il reato nella condotta di un consigliere comunale
con delega ai servizi cimiteriali che, in violazione di ogni norma
in tema di appalti, aveva dato incarico ad una ditta di costruire
dieci loculi, pagandoli in proprio, ottenendone così la disponibi-
lità e promettendone cinque ad una famiglia del posto). F Cass.
pen., sez. III, 15 novembre 2017, n. 52053 (ud. 3 ottobre 2017),
Marino (c.p., art. 323; l. 7 agosto 1990, n. 241, art. 21 septies).
[RV271358]
Appropriazione indebita
■ Elemento oggettivo del reato – Amministratore di so-
cietà di capitali – Distrazione di denaro del patrimonio
sociale.
Integra il reato di appropriazione indebita, ai sensi dell’art. 40,
comma secondo, cod. pen., la condotta dell’amministratore
di società di capitali che non abbia impedito la distrazione di
somme del patrimonio sociale a favore di terzi che non risultino
titolari di diritti di credito ovvero che non abbiano effettuato
alcuna prestazione a vantaggio della società. F Cass. pen., sez.
II, 27 ottobre 2017, n. 49489 (ud. 25 ottobre 2017), Bonelli (c.p.,
art. 40; c.p., art. 646). [RV271325]
Associazione per delinquere
■ Associazione di tipo mafioso – Partecipazione – Affilia-
zione rituale.
Ai fini dell’integrazione della condotta di partecipazione ad
un’associazione mafiosa, l’affiliazione rituale può non essere
sufficiente qualora alla stessa non si correlino concreti indici
fattuali rivelatori dello stabile inserimento del soggetto con ruo-
lo attivo nel sodalizio. F Cass. pen., sez. V, 3 agosto 2017, n. 38786
(c.c. 23 maggio 2017), De Caro (c.p., art. 416 bis). [RV271205]
■ Associazione di tipo mafioso – Utilizzo del metodo ma-
fioso in un ambiente territoriale e/o settoriale circoscrit-
to – Configurabilità.
Il reato previsto dall’art. 416-bis cod. pen. è integrato anche da
organizzazioni diverse dalle mafie cosiddette "tradizionali" ad
alto numero di appartenenti con radicamento su un vasto ter-
ritorio, essendo sufficiente che i caratteri precipui dell’associa-
zione di stampo mafioso vengano accertati anche solo rispetto
ad un ambito territoriale o settoriale circoscritto. (In applica-
zione di questo principio la S.C. ha accolto il ricorso del pro-
curatore generale avverso la sentenza della Corte territoriale
che aveva riqualificato il reato di cui all’art. 416-bis cod. pen. in
quello dell’art. 416 cod. pen., con riferimento alle condotte delit-
tuose di un’associazione criminale di romeni operante a Torino
nell’ambito dei locali notturni frequentati o gestiti da cittadini
romeni). F Cass. pen., sez. II, 21 luglio 2017, n. 36111 (ud. 9 giu-
gno 2017), P.G. in proc. P. e altri (c.p., art. 4160 bis). [RV271192]
Atti persecutori
■ Stalking – Determinatezza del capo d’imputazione – In-
dicazione precisa del luogo e della data di ogni singolo
episodio.
Ai fini della rituale contestazione del delitto di "stalking" non si
richiede che il capo d’imputazione rechi la precisa indicazione
del luogo e della data di ogni singolo episodio nel quale si è con-
cretizzato il compimento di atti persecutori, essendo sufficiente
a consentire un’adeguata difesa la descrizione in sequenza dei
comportamenti tenuti, la loro collocazione temporale di massi-
ma e le conseguenze per la persona offesa. F Cass. pen., sez. V,
19 luglio 2017, n. 35588 (ud. 3 aprile 2017), P. e P.C. (c.p., art. 61;
c.p., art. 612 bis). [RV271206]
Atti sessuali con minorenne
■ Riconoscimento dell’attenuante della minore gravità –
Rilievo di condotte successive al compimento degli atti
sessuali – Esclusione.
In tema di atti sessuali con un minorenne, ai fini del riconosci-
mento della diminuente per i casi di minore gravità di cui all’art.
609-quater, quarto comma, cod. pen., deve farsi riferimento alla
valutazione globale del fatto, nella quale assumono rilievo i
mezzi, le modalità esecutive, il grado di coartazione esercitato
sulla vittima, le condizioni fisiche e psicologiche di quest’ultima,
anche in relazione all’età; non è, pertanto, ostativa a tal fine la
condotta violenta tenuta dall’imputato dopo la consumazione
del reato, trattandosi di condotta successiva al compimento
degli atti sessuali in quanto tali. (In applicazione del principio
la Suprema Corte ha annullato con rinvio la sentenza dei giu-
dici di merito che avevano ritenuto ostativa al riconoscimento
dell’attenuante la circostanza che l’imputato, alcuni giorni dopo
il compimento degli atti sessuali, aveva tentato di sottrarre la
minore alla madre con violenza, nonostante l’assenza di costri-
zione fisica nel compimento degli atti sessuali e l’esistenza di
un iniziale consenso della vittima, divenuto stabile nell’ambito
di una relazione duratura con l’imputato). F Cass. pen., sez. III,
10 ottobre 2017, n. 46461 (ud. 16 maggio 2017), S. (c.p., art. 609
quater). [RV271348]
Per continuare a leggere
RICHIEDI UNA PROVA