Massimario

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione
Rivista penale 9/2016
Massimario
Appello penale
Cognizione del giudice di appello – Divieto di "reforma-
tio in peius" – Circostanza aggravante.
Non viola il divieto di "reformatio in peius" il giudice di appel-
lo che opera una diversa qualif‌icazione giuridica di una circo-
stanza aggravante già ritenuta fattualmente sussistente dal
giudice di primo grado. (Fattispecie in cui la corte di appello
ha riqualif‌icato quale furto con destrezza, ai sensi dell’art. 625,
comma quarto, cod. pen., la condotta dell’imputato che aveva
approf‌ittato di un momentaneo allontanamento della persona
offesa, condotta che il giudice di primo grado aveva ritenuto
integrare l’aggravante del mezzo fraudolento, ai sensi dell’art.
625, comma secondo, cod. pen.). F Cass. pen., sez. V, 25 marzo
2016, n. 12612 (ud. 9 dicembre 2015), Cesari (c.p.p., art. 597;
c.p., art. 625; c.p., art. 625). [RV266044]
Nullità (Questioni di) – Omessa notif‌ica dell’appello
alla parte privata – Mancata decorrenza del temine per
l’appello incidentale.
L’omessa notif‌ica dell’atto di appello della pubblica accusa alla
parte privata o viceversa non è causa di nullità di ordine generale
né dà luogo all’inammissibilità del gravame, comportando unica-
mente la mancata decorrenza del termine per la proposizione, da
parte del soggetto interessato, dell’eventuale appello incidentale,
se consentito. F Cass. pen., sez. IV, 3 febbraio 2016, n. 4492 (ud. 9
dicembre 2015), Lucca (c.p., art. 584; c.p., art. 591). [RV265954]
Applicazione della pena su richiesta
delle parti
Richiesta – Capacità di intendere e di volere dell’impu-
tato – Dovere del giudice di accertarla.
In tema di patteggiamento, il giudice è tenuto ad accertare la
capacità di intendere e di volere dell’imputato e la sua capa-
cità di stare in giudizio di talché è invalido l’accordo negozia-
le qualora emerga, anche successivamente all’emissione della
sentenza, che l’imputato non aveva tali capacità al momento in
cui ha espresso la sua volontà. F Cass. pen., sez. VI, 24 febbraio
2016, n. 7530 (c.c. 21 gennaio 2016), Amodio (c.p., art. 85; c.p.,
art. 88; c.p.p., art. 444). [RV266104]
Richiesta – Subordinazione alla concessione della so-
spensione condizionale della pena – Condizioni ostative
alla concedibilità del benef‌icio.
In tema di patteggiamento, qualora l’imputato abbia subordi-
nato la richiesta di applicazione della pena alla concessione
della sospensione condizionale, ancorché il pubblico ministero
abbia aderito alla richiesta, il giudice resta, comunque, investito
del potere-dovere di verif‌icare la concedibilità del benef‌icio e
deve, pertanto, rigettare la richiesta di patteggiamento, a norma
dell’art. 444, comma terzo, cod. proc. pen., qualora rilevi la sus-
sistenza di condizioni ostative; ne deriva che, ove il giudice non
si adegui a detta "regula juris", la sentenza è affetta da nullità
nel suo insieme e non solo nella parte relativa al punto della
sospensione, perché emessa a seguito di un’istanza ineff‌icace
e deve, conseguentemente, essere annullata senza rinvio con
trasmissione degli atti al giudice "a quo" per l’ulteriore corso. F
Cass. pen., sez. V, 5 febbraio 2016, n. 4832 (c.c. 1 ottobre 2015),
P.G. in proc. Dodesini (c.p., art. 163; c.p., art. 164; c.p.p., art.
444). [RV266017]
Sentenza – Estinzione del reato – Effetti penali della
condanna ai f‌ini della recidiva.
In tema di patteggiamento, la declaratoria di estinzione del
reato conseguente al decorso dei termini e al verif‌icarsi delle
condizioni previste dall’art. 445 cod. proc. pen. comporta l’estin-
zione degli effetti penali anche ai f‌ini della recidiva. F Cass. pen.,
sez. VI, 18 febbraio 2016, n. 6673 (c.c. 29 gennaio 2016), Mandri
(c.p., art. 06; c.p., art. 157; c.p.p., art. 445). [RV266119]
Associazione per delinquere
Associazione di tipo maf‌ioso – Condotte materiali –
Partecipe.
In tema di associazione di tipo maf‌ioso, la condotta di partecipa-
zione è riferibile a colui che si trovi in rapporto di stabile e organica
compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da
implicare, più che uno "status" di appartenenza, un ruolo dinamico
e funzionale, in esplicazione del quale l’interessato "prende parte"
al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell’ente per il
perseguimento dei comuni f‌ini criminosi. (In applicazione di tale
principio, la S.C. ha ritenuto che non sia necessario catalogare in
un ruolo stabile e predef‌inito la condotta del singolo associato,
poichè il sodalizio maf‌ioso è una realtà dinamica, che si adegua
continuamente alle modif‌icazioni del corpo sociale ed all’evolu-
zione dei rapporti interni tra gli aderenti, sicchè le forme di "par-
tecipazione" possono essere le più diverse e addirittura assumere
caratteri coincidenti con normali esplicazioni di vita quotidiana
o lavorativa). F Cass. pen., sez. V, 22 febbraio 2016, n. 6882 (ud. 6
novembre 2015), Caccamo e altri (c.p., art. 416 bis). [RV266064]
Continuazione – Pluralità di associazioni per delinque-
re – Applicabilità della continuazione.
In tema di continuazione, qualora sia riconosciuta l’appartenen-
za di un soggetto a diversi sodalizi criminosi, è possibile ravvi-
sare il vincolo della continuazione tra i reati associativi solo a
seguito di una specif‌ica indagine sulla natura dei vari sodalizi,
sulla loro concreta operatività e sulla loro continuità nel tempo,
avuto riguardo ai prof‌ili della contiguità temporale, dei program-
mi operativi perseguiti e del tipo di compagine che concorre alla
loro formazione, non essendo a tal f‌ine suff‌iciente la valutazione
della natura permanente del reato associativo e dell’omogeneità
del titolo di reato e delle condotte criminose. F Cass. pen., sez.
VI, 22 febbraio 2016, n. 6851 (ud. 9 febbraio 2016), P.G. in proc.
Malorgio e altri (c.p., art. 81; c.p., art. 416). [RV266106]
Atti persecutori
Condizioni di procedibilità – Querela – Regime di irre-
vocabilità della querela.
In tema di atti persecutori, il regime di irrevocabilità della que-
rela previsto dall’art. 612-bis, comma quarto, ult. parte, intro-
dotto dal D.L. 14 agosto 2013, n. 93, conv. con mod. dalla legge
15 ottobre 2013 n. 119, non si applica ai fatti preesistenti, la
cui perseguibilità e punibilità erano rimesse alla volontà della
persona offesa dal reato. (In motivazione la Corte ha affermato
che il mutamento nel tempo del regime di procedibilità va po-
sitivamente risolto, ai sensi dell’art. 2 cod. pen., alla luce della
natura mista, sostanziale e processuale, dell’istituto della que-
rela, che costituisce nel contempo condizione di procedibilità e
di punibilità. F Cass. pen., sez. V, 3 novembre 2015, n. 44390 (ud.
8 giugno 2015), R. (c.p., art. 2; c.p., art. 612 bis). [RV265999]

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