Massimario

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione
Arch. nuova proc. pen. 5/2017
Massimario
Appello penale
Cognizione del giudice di appello – Benef‌ici – Sostitu-
zione delle pene detentive brevi
Il giudice di appello non ha il potere di applicare d’uff‌icio le
pene sostitutive di quelle detentive brevi in assenza di specif‌i-
ci motivi di impugnazione in ordine alla loro mancata applica-
zione, risultando irrilevante il fatto che, nei motivi di appello,
sia stata censurata l’eccessiva severità della sanzione irrogata.
(In motivazione la S.C. ha precisato che la decisione sulla con-
cessione delle sanzioni sostitutive, implicando la risoluzione di
una pluralità di specif‌iche questioni distinte da quelle che atten-
gono alla commisurazione della pena, tanto da poter richiedere
il compimento di accertamenti istruttori, costituisce un punto
di decisione autonomo rispetto a quello relativo alla quantif‌ica-
zione della pena). F Cass. pen., sez. VI, 15 febbraio 2016, n. 6257
(ud. 27 gennaio 2016), Sapiente (c.p.p., art. 597; l. 24 novembre
1981, n. 689, art. 53; l. 24 novembre 1981, n. 689, art. 58).
[RV266500]
Cognizione del giudice di appello – Capi della sentenza
e punti della decisione – Capi della sentenza in connessio-
ne logico-giuridico con i punti appellati.
In tema di cognizione del giudice di appello, nella locuzione
"punti della decisione ai quali si riferiscono i motivi proposti"
di cui all’art. 597, comma primo, c.p.p., debbono ricomprender-
si non solo i "punti della decisione" in senso stretto, e cioè le
statuizioni suscettibili di autonoma considerazione nell’ambi-
to della decisione relativa ad un determinato reato, ma anche
quelle riguardanti capi della sentenza che, sebbene non investiti
in via diretta con i motivi concernenti altro reato, risultino tut-
tavia legati con i primi da un vincolo di connessione essenziale
logico-giuridica. F Cass. pen., sez. VI, 5 aprile 2016, n. 13675 (ud.
3 febbraio 2016), Pisani e altri (c.p.p., art. 597). [RV266731]
Cognizione del giudice di appello – Reato continuato –
Continuazione con altro reato già giudicato.
È conforme all’effetto devolutivo dell’appello la sentenza che
omette di pronunciare sulla richiesta di riconoscimento del vin-
colo della continuazione con altri reati oggetto di titoli pregressi
formulata, anziché con l’atto introduttivo, solo in corso di pro-
cedimento unitamente alla produzione dei titoli stessi. F Cass.
pen., sez. II, 14 marzo 2016, n. 10470 (ud. 12 febbraio 2016), Gar-
gano (c.p.p., art. 597; c.p., art. 81). [RV266655]
Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius
– Concorso formale di reati.
Viola il divieto della "reformatio in peius" il giudice di appello
che, a seguito di sentenza di primo grado di condanna per il
reato di violenza privata e di assoluzione da quello di esercizio
arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, conte-
stato in concorso formale con il primo, riqualif‌ica, in assenza
di impugnazione da parte del pubblico ministero, l’originaria
imputazione ex art. 610 c.p. in quella di cui all’art. 392 c.p., così
effettuando un non consentito ribaltamento del giudizio libera-
torio di primo grado. F Cass. pen., sez. VI, 29 gennaio 2016, n.
3911 (ud. 24 novembre 2015), Agresti (c.p.p., art. 597; c.p., art.
81; c.p., art. 392; c.p., art. 610). [RV266536]
Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius
– Conf‌isca per equivalente disposta in primo grado.
Non viola il divieto di "reformatio in pejus" la qualif‌icazione
in appello come obbligatoria, in quanto prezzo del reato, della
conf‌isca per equivalente disposta in primo grado, poichè l’attri-
buzione alla misura di una diversa qualif‌icazione giuridica co-
stituisce un’operazione istituzionalmente spettante al giudice,
anche se di secondo grado. (In motivazione, la S.C. ha precisato
che la riqualif‌icazione in appello deve ritenersi consentita anche
quando da essa dipenda il mantenimento della conf‌isca, poten-
do l’imputato far valere le proprie ragioni con il ricorso per cas-
sazione). F Cass. pen., sez. VI, 14 marzo 2016, n. 10708 (ud. 18
febbraio 2016), Mercuri e altro (c.p., art. 240; c.p., art. 322 ter;
c.p.p., art. 597). [RV266558]
Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius
– Pena superiore all’aumento operato per la continuazio-
ne nel primo giudizio ma inferiore alla pena complessiva.
Non viola il divieto di "reformatio in peius" previsto dall’art. 597,
comma terzo c.p.p., il giudice di appello che, in riforma della
sentenza di primo grado, avendo escluso la continuazione crimi-
nosa e confermato la responsabilità dell’imputato per uno solo
dei reati satellite, irroghi una pena inferiore a quella determina-
ta dal primo giudice, sebbene tale pena sia superiore a quella
che era stata applicata per la medesima violazione, a titolo di
aumento per la continuazione, nel primo giudizio. F Cass. pen.,
sez. VI, 9 marzo 2016, n. 9871 (ud. 26 gennaio 2016), Ventaloro
(c.p., art. 81; c.p.p., art. 597). [RV266504]
Decisioni in camera di consiglio – Ambito di applica-
zione – Rito abbreviato in appello.
Nel giudizio abbreviato di appello, soggetto al rito camerale ex
artt. 493 - 599, comma secondo, c.p.p., il legittimo impedimento
del difensore impone il rinvio del procedimento. (In motivazio-
ne la Corte ha chiarito che, se il difensore non compare senza
addurre alcun legittimo impedimento, il procedimento è cele-
brato senza cha la mancata comparizione determini l’obbligo di
provvedere ex art. 97, comma quarto, c.p.p., laddove, invece,
se il difensore non compare ma rappresenta tempestivamente
il proprio intendimento di comparire e documenti un legittimo
impedimento a sostegno della richiesta di rinvio, il giudice è te-
nuto, in presenza di tutte le condizioni di legge, a disporre in
tal senso). F Cass. pen., sez. VI, 11 marzo 2016, n. 10157 (ud.
21 ottobre 2015), Caramia (c.p.p., art. 127; c.p.p., art. 420 ter;
c.p.p., art. 443; c.p.p., art. 599). [RV266531]
Dibattimento – Rinnovazione dell’istruzione – Omissio-
ne.
Nel giudizio di appello, è sindacabile in sede di legittimità ex
art. 603, comma terzo, c.p.p., l’omessa rinnovazione dell’istrut-
toria dibattimentale necessaria al f‌ine di superare i dubbi sulla
qualif‌icazione giuridica del fatto o anche sulla sussistenza di
circostanze, inf‌luenti sul trattamento sanzionatorio. (Fattispe-
cie, nella quale la Corte, accogliendo il ricorso dell’imputato,
ha annullato con rinvio la sentenza impugnata, emessa ad esito
di giudizio abbreviato, censurando la decisione del giudice del
merito di non esercitare il potere integrativo di indagine, attri-
buitogli dall’art. 603, comma terzo, c.p.p., malgrado il materiale
probatorio raccolto non gli consentisse di escludere con certez-
za la sussistenza della circostanza attenuante della provocazio-
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5/2017 Arch. nuova proc. pen.
MASSIMARIO
ne). F Cass. pen., sez. I, 28 aprile 2016, n. 17607 (ud. 31 marzo
2016), Palombo (c.p.p., art. 438; c.p.p., art. 441; c.p.p., art.
603; c.p.p., art. 606). [RV266623]
Dibattimento – Rinnovazione dell’istruzione – Riforma
della sentenza di primo grado agli effetti civili.
Il giudice di appello che riformi, ai soli f‌ini civili, la sentenza
di primo grado sulla base di un diverso apprezzamento dell’at-
tendibilità di una prova posta a base della decisione del primo
giudice, non è obbligato a rinnovare l’istruzione dibattimentale,
considerato che i principi affermati dalla sentenza della Corte
EDU del 5 luglio 2011, nel caso Dan c. Moldavia, concernono
l’accusa penale e non le statuizioni civili. F Cass. pen., sez. II, 5
aprile 2016, n. 13455 (ud. 29 gennaio 2016), Napolitano (c.p.p.,
art. 438; c.p.p., art. 593). [RV266658]
Applicazione della pena su richiesta
delle parti
Pena – Pena accessoria – Fattispecie in tema di banca-
rotta fraudolenta.
In tema di bancarotta fraudolenta, il patteggiamento di una
pena detentiva inferiore ai due anni preclude l’applicazione
delle pene accessorie obbligatorie per legge, non essendo l’art.
216 legge fall. una norma speciale, prevalente rispetto a quella
di cui all’art. 445, comma primo c.p.p. (Fattispecie riguardante
le pene accessorie dell’inabilitazione dell’esercizio di un’atti-
vità commerciale e dell’incapacità ad esercitare uff‌ici direttivi
presso imprese per la durata di dieci anni). F Cass. pen., sez. V,
13 aprile 2016, n. 15386 (c.c. 19 febbraio 2016), Volpini (c.p.p.,
art. 445; r.d. 16 marzo 1942, n. 267, art. 216). [RV266470]
Pena – Sospensione condizionale – Richiesta del solo
imputato.
In tema di patteggiamento, anche se l’imputato non ha subor-
dinato l’eff‌icacia della richiesta di def‌inizione del giudizio con
il rito speciale alla concessione della sospensione condizionale
della pena, il giudice deve comunque pronunciarsi sulla conce-
dibilità del benef‌icio, qualora tale questione sia stata devoluta
anche da una sola delle parti, tanto più qualora l’altra, con il
proprio silenzio, abbia apprestato sostanziale acquiescenza alla
richiesta. F Cass. pen., sez. II, 20 maggio 2016, n. 21071 (c.c.
15 aprile 2016), Dubets e altro (c.p., art. 163; c.p.p., art. 444;
c.p.p., art. 445). [RV266694]
Sentenza – Omessa dichiarazione di falsità in atto – Le-
gittimazione della corte di cassazione ad adottare i prov-
vedimenti di cui all’art. 537 c.p.p.
In caso di sentenza di patteggiamento che abbia omesso di di-
chiarare la falsità di un documento, la Corte di cassazione può
adottare direttamente i provvedimenti previsti dall’art. 537
c.p.p., non occorrendo alcuna valutazione di merito per una
declaratoria che la legge pone come effetto inevitabile della
sentenza di condanna, a cui è equiparabile la sentenza di appli-
cazione della pena su accordo delle parti. F Cass. pen., sez. V,
11 maggio 2016, n. 19527 (c.c. 27 novembre 2015), P.G. in proc.
Iorio (c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 537). [RV266723]
Associazione per delinquere
Associazione di tipo maf‌ioso – Autonomia del reato as-
sociativo dai reati-f‌ine – Possibilità di trarre la prova del
reato dalla commissione e dalle modalità di esecuzione
dei reati f‌ine.
In tema di associazione per delinquere (nella specie, di stampo
maf‌ioso) è consentito al giudice, pur nell’autonomia del reato
mezzo rispetto ai reati f‌ine, dedurre la prova dell’esistenza del
sodalizio criminoso dalla commissione dei delitti rientranti nel
programma comune e dalle loro modalità esecutive, posto che
attraverso essi si manifesta in concreto l’operatività dell’as-
sociazione medesima. F Cass. pen., sez. II, 10 maggio 2016, n.
19435 (c.c. 31 marzo 2016), Ficara (c.p., art. 416; c.p., art. 416
bis; c.p.p., art. 192). [RV266670]
Estremi – Capacità di produrre prof‌itto autonomo –
Fattispecie in tema di sequestro preventivo ai sensi del
D.L.vo n. 231 del 2001, ove si afferma la necessità di quan-
tif‌icare il prof‌itto del reato associativo, distinguendolo
da quello dei reati f‌ine.
Il delitto di associazione per delinquere é idoneo di per sè a ge-
nerare un prof‌itto, sequestrabile ai f‌ini della successiva conf‌isca
per equivalente, e nei casi previsti dalla legge, in via autonoma
rispetto a quello prodotto dai reati f‌ine ed a prescindere da esso.
(Fattispecie in tema di sequestro preventivo ai sensi del D.L.vo
n. 231 del 2001, in cui la S.C. ha affermato la necessità di quanti-
f‌icare il prof‌itto del reato associativo, distinguendolo da quello
dei reati f‌ine, annullando con rinvio, a tal f‌ine, il provvedimento
cautelare). F Cass. pen., sez. V, 12 aprile 2016, n. 15205 (c.c. 25
febbraio 2016), Edil Fiorentini S.r.l. (c.p., art. 416; c.p.p., art.
321). [RV266697]
Atti e provvedimenti del giudice penale
Correzione di errori materiali – Omessa statuizione su
istanza di distrazione ex art. 93 c.p.c. – Ammissibilità.
È emendabile con la procedura di correzione di errori materiali
il dispositivo della sentenza della Corte di cassazione che ab-
bia omesso di pronunciarsi sull’istanza, formulata dal difensore
della parte civile, di distrazione ex art. 93 cod. proc. civ. degli
onorari non riscossi e delle spese anticipate. F Cass. pen., sez.
VI, 26 aprile 2016, n. 17174 (c.c. 4 aprile 2016), Catalano (c.p.p.,
art. 130; c.p.c., art. 93). [RV266742]
Atti persecutori
Stalking – Remissione di querela – Formalità.
È idonea ad estinguere il reato di atti persecutori anche la re-
missione di querela effettuata davanti a un uff‌iciale di polizia
giudiziaria, e non solo quella ricevuta dall’autorità giudiziaria,
atteso che l’art. 612-bis, quarto comma, c.p., laddove fa riferi-
mento alla remissione "processuale", evoca la disciplina risul-
tante dal combinato disposto dagli art. 152 c.p. e 340 c.p.p. F
Cass. pen., sez. IV, 21 aprile 2016, n. 16669 (c.c. 8 aprile 2016), M.
(c.p., art. 152; c.p., art. 612 bis; c.p.p., art. 340). [RV266643]
Stalking – Remissione di querela – Presentazione ad un
uff‌iciale di P.G.
In tema di delitto di atti persecutori, è idonea ad estinguere il
reato non solo la remissione di querela ricevuta dall’autorità
giudiziaria ma anche quella effettuata davanti ad un uff‌iciale
di polizia giudiziaria, atteso che l’art. 612 - bis, comma quarto,
c.p., facendo riferimento alla remissione "processuale", evoca la
disciplina risultante dal combinato disposto dagli art. 152 c.p.
e 340 c.p.p., che prevede la possibilità effettuare la remissione
anche con tali modalità. (Fattispecie in cui la Corte ha annulla-
to senza rinvio la sentenza impugnata, dichiarando l’estinzione
del reato per remissione di querela, effettuata, in pendenza del
ricorso per cassazione, davanti alla polizia giudiziaria, con ac-
cettazione dell’imputato) F Cass. pen., sez. V, 3 maggio 2016, n.
18477 (ud. 26 febbraio 2016), D. V. (c.p., art. 120; c.p., art. 152;
c.p., art. 612 bis; c.p.p., art. 340). [RV266528]
Cassazione penale
Declaratoria immediata di cause di non punibilità –
Estinzione del reato per prescrizione – Prevalenza sul-
la esclusione della punibilità per particolare tenuità del
fatto.
La declaratoria di estinzione del reato per prescrizione prevale
sulla esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto
di cui all’art. 131-bis c.p., in quanto essa, estinguendo il reato,
rappresenta un esito più favorevole per l’imputato, mentre la
seconda lascia inalterato l’illecito penale nella sua materialità
storica e giuridica. F Cass. pen., sez. VI, 16 marzo 2016, n. 11040
(ud. 27 gennaio 2016), Calabrese (c.p., art. 131 bis; c.p., art.
157; c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 531). [RV266505]

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