Massimario

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. i titoli sono stati elaborati dalla redazione

Amnistia, indulto e grazia

- Indulto - Applicazione oltre i limiti di legge in sede di cognizione - RetUflcazione in sede esecutiva

L'indulto concesso oltre i limiti previsti dalla legge con sentenza passata in giudicato non può essere revocato in sede esecutiva, in base alla constatazione dell'erronea decisione del giudice. poichè all'errore può porsi rimedio solo mediante tempestiva impugnazione del pubblico ministero. F Cass. pen., sez. I, 28 gennaio 2009, n. 3851 (c.c. 25 novembre 2008), Mazzarino (C.p. art. 174; c.p.p. art. 674). [RV242435]

- Indulto - Indulto concesso dal giudice della cognizione

- Revoca da parte del giudice dell'esecuzione

L'indulto concesso dal giudice della cognizione può essere revocato dal giudice dell'esecuzione solo per la sopravvenienza di una causa prevista dalla legge, e non per un mero ripensamento sulla correttezza della sua applicazione. F Cass. pen., sez. I, 4 di-cembre 2008, n. 45076 (c.c. 30 ottobre 2008), Colavecchia (C.p. art. 174; c.p.p. art. 672; c.p.p. art. 674). [RV242335]

- Indulto - Revoca di diritto - Reato continuato in parte commesso entro il termine rilevante ai fini della revoca

In tema di revoca dell'indulto, nel caso in cui il reato commesso entro il termine all'uopo rilevante risulti unito in continuazione con altro più grave commesso precedentemente, per valutare il superamento del limite di pena preclusivo alla concessione del beneficio, il giudice non deve considerare l'aumento di pena ap-plicato in concreto ma deve aver riguardo alla sanzione edittale minima prevista per il reato, con la massima riduzione consen-tita in presenza di circostanze attenuanti. F Cass. pen., sez. I, 20 gennaio 2009, n. 2060 (c.c. 11 novembre 2008), Marincola (C.p. art. 82; c.p. art. 174; c.p.p. art. 533). [RV242837]

Appello penale

- Cognizione del giudice di appello - Benefici - Pronuncia di condanna in riforma d'assoluzione di primo grado

Il giudice d'appello, qualora, su impugnazione del P.M., riformi la sentenza assolutoria di primo grado pronunciando condanna dell'imputato, deve motivare, pur in assenza di specifiche de-duzioni di parte, circa l'eventuale, mancata, concessione della sospensione condizionale della pena. F Cass. pen., sez. VI, 28 gennaio 2009, n. 3917 (ud. 8 gennaio 2009), Chiacchierini (C.p. art. 163; c.p.p. art. 597). [RV242527]

- Cognizione del giudice di appello - Reformatio in peius

- Concessione della provvisionale da parte del giudice d'appello

É illegittima la decisione con cui il giudice di appello in assenza di impugnazione del pubblico ministero e della parte civile, e di richiesta di quest'ultima nel corso del giudizio aumenti l'impor-to della somma a titolo di provvisionale, disposta con la condanna in primo grado, in quanto il divieto di reformatio in peius concerne non solo le statuizioni penali ma anche quelle civili della sentenza. F Cass. pen., sez. IV, 12 novembre 2008, n. 42134 (ud. 1 ottobre 2008), Federico (C.p.p. art. 538; c.p.p. art. 539; c.p.p. art. 576; c.p.p. art. 597). [RV242185]

- Decisione in camera di consiglio - Concordato sui moti-vi di appello - Motivazione sul mancato proscioglimento

Anche in sede di cosiddetto patteggiamento in appello, il giudice deve accertare l'insussistenza delle cause di non punibilità di cui all'art. 129 c.p.p., ma a tal fine è sufficiente la motivazione consistente nella mera enunciazione di avere effettuato la relativa verifica, ove non consti né sia stata specificamente de-dotta l'esistenza di una delle condizioni che avrebbero imposto l'immediato proscioglimento. F Cass. pen., sez. V, 20 novembre 2008, n. 43367 (ud. 24 settembre 2008), De Simone e altri (C.p.p. art. 129; c.p.p. art. 599). [RV242186]

- Incidentale - Appello principale del coimputato - Noti-ficazione agli altri imputati

L'appello principale proposto da uno dei coimputati non deve essere notificato agli altri imputati, che non si siano avvalsi autonomamente del loro potere d'impugnazione, perché in capo a questi non v'è interesse alla proposizione dell'appello incidentale, che è previsto come impugnazione antagonista rispetto a quella della parte processualmente avversa. F Cass. pen., sez. II, 14 ottobre 2008, n. 38810 (ud. 1 ottobre 2008), Pippa (C.p.p. art. 584; c.p.p. art. 595). [RV242048]

- Motivi - Impugnazione del P.G. avverso sentenza assolutoria di primo grado non formalmente articolata per capi e punti - Ammissibilità

É ammissibile l'impugnazione proposta dal P.G. avverso sentenza di assoluzione di primo grado, la quale, ancorché non formalmente articolata per capi e per punti, censuri il percorso logico e motivazionale del primo giudice, gravando la soluzione assolutoria adottata, stante il suo effetto pienamente devolutivo che attribuisce al giudice ad quem gli ampi poteri decisori previsti dall'art. 597, comma secondo, lett. b) c.p.p. F Cass. pen., sez. V, 17 dicembre 2008, n. 46451 (ud. 21 ottobre 2008), Cordisco e altro (C.p.p. art. 581). [RV242600]

Applicazione della pena su richiesta delle parti

- Ambito di applicazione - Cosiddetto patteggiamento al-largato - Applicabilità in caso di procedimento celebrato con il rito abbreviato

In tema di «patteggiamento allargato» la disciplina transitoria prevista dall'art. 5 L. n. 134 del 2003 è applicabile a tutti i giudizi destinati a concludersi con una sentenza di merito pendenti in primo grado al momento dell'entrata in vigore della suddetta legge e dunque anche a quelli celebrati nelle forme del rito abbreviato. F Cass. pen., sez. I, 23 dicembre 2008, n. 47749 (ud. 9 dicembre 2008), Monfardini (C.p.p. art. 438; c.p.p. art. 444; c.p.p. art. 445; L. 12 giugno 2003, n. 134, art. 5). [RV242488]

- Pena - Patteggiamento allargato - Interdizione quin-quennale dai pubblici uffici

L'applicazione di pena detentiva su richiesta delle parti in mi-sura non inferiore ai tre anni comporta l'irrogazione della pena accessoria dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici. F Cass. pen., sez. I, 2 febbraio 2009, n. 4424 (c.c. 14 gennaio 2009), P.G. in proc. Abbas e altri (C.p. art. 29; c.p.p. art. 444; c.p.p. art. 445; L. 12 giugno 2003, n. 134). [RV242796]Page 82

- Pena - Pena applicata superiore ai due anni per sfrutta-mento della prostituzione - Omessa applicazione dell'ob-bligatoria misura di sicurezza

Nel caso di patteggiamento allargato con applicazione di pena superiore ai due anni per il delitto di sfruttamento della prostituzione, l'omessa applicazione della misura di sicurezza detentiva da parte del giudice, obbligatoria per legge, ma non stabilita in modo predeterminato, dà luogo all'annullamento con rinvio in parte qua della sentenza. F Cass. pen., sez. I, 22 dicembre 2008, n. 47519 (c.c. 5 novembre 2008), P.G. in proc. Uhunoma e altri (C.p.p. art. 444; c.p.p. art. 445; c.p. art. 538). [RV242060]

- Presupposti - Consenso delle parti - Revoca del consenso prestato prima della ratifica dell'accordo

In tema di patteggiamento, ciascuna parte è libera di revocare il consenso già prestato all'applicazione della pena fino a quando il giudice non ratifichi l'accordo. (In motivazione la Corte in una fattispecie nella quale, dopo l'avvenuto perfezionamento dell'accordo, il P.M. aveva revocato il consenso riformulando l'imputazione, su cui era stato poi raggiunto un nuovo accordo tra le parti ha ulteriormente precisato che è solo tale ratifica che rende l'accordo immodificabile, impedendo all'imputato di rimetterlo in discussione in quanto superato dall'avvenuto patteggiamento). F Cass. pen., sez. III, 27 gennaio 2009, n. 3580 (c.c. 9 gennaio 2009), Aluku (C.p.p. art. 177; c.p.p. art. 444). [RV242673]

- Presupposti - Contestazione della recidiva qualificata

- Idoneità a determinare la preclusione del patteggiamento

Ai fini dell'operatività della recidiva qualificata come causa di esclusione del patteggiamento ai sensi dell'art. 444, comma primo bis, c.p.p., è sufficiente che essa sia stata contestata, in tal senso dovendosi intendere, trattandosi di una circostanza, il concetto di «dichiarazione» al quale si richiama la predetta disposizione per ricomprendere anche le altre situazioni sog-gettive quali condizione di delinquente abituale, professionale o per tendenza. F Cass. pen., sez. VI, 30 dicembre 2008, n. 48477 (c.c. 9 dicembre 2008), P.G. in proc. Ogana e altro (C.p. art. 99; c.p.p. art. 444). [RV242148]

- Sentenza - Attenuanti - Motivazione

In sede di patteggiamento, la motivazione sulla sussistenza dell'attenuante di cui all'art. 73, comma quinto, D.P.R. n. 309 del 1990 è superflua soltanto se, in base all'imputazione, il fatto risulti a prima vista privo di gravità (per es., in caso di cessione gratuita, di detenzione per uso di terzi di una modesta quantità di sostanza ecc.), ma non anche quando né le modalità e circo-stanze dell'azione, né la quantità rinvenuta (nella specie: 176 grammi di hashish e 62 compresse di extasy) siano tali da giusti-ficare, in assenza di altri elementi significativi, la qualificazione come fatto di lieve entità, occorrendo in tal caso che il giudice motivi adeguatamente il suo convincimento. F Cass. pen., sez. IV, 28 gennaio 2009, n. 4104 (ud. 12 novembre 2008), P.G. in proc. Corazzini (C.p.p. art. 444; D.P.R. 09 ottobre 1990, n. 309, art. 73). [RV242829]

- Sentenza - Condanna dell'imputato al pagamento delle spese processuali e all'applicazione di una pena accessoria

- Correzione di errore materiale in sede di legittimità

In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, sono rimediabili in sede di legittimità, attraverso la procedura di correzione degli errori materiali, le omesse statuizioni sulla condanna dell'imputato al pagamento delle spese processuali e sull'applicazione della pena accessoria che non sia rimessa alla valutazione discrezionale del giudice in relazione alla durata o alla specie. F Cass. pen...

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