Massimario

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione
Rivista penale 5/2012
Massimario
Abitualità e professionalità nel reato
Dichiarazione di abitualità – Stato di detenzione –
Compatibilità.
La dichiarazione di delinquenza abituale, a cui segue l’applica-
zione di misure di sicurezza, può intervenire anche in riferimen-
to ad un soggetto che si trovi in stato di espiazione della pena
detentiva, dovendo distinguersi tra il momento deliberativo e il
momento di esecuzione della misura di sicurezza, a nulla rile-
vando che sia lontano nel tempo dato che il giudizio di pericolo-
sità è sempre rivalutabile. F Cass. pen., sez. I, 26 gennaio 2011,
n. 2698 (c.c. 10 dicembre 2010), P.G. in proc. Frizziero (c.p., art.
103; c.p., art. 109). [RV249557]
Abusivo esercizio di una professione
Dottore commercialista – Condotta del consulente del
lavoro che presti attività di assistenza f‌iscale e contabile
in favore di imprese e lavoratori autonomi – Conf‌igura-
bilità.
Integra il delitto di abusivo esercizio della professione di dottore
commercialista la condotta del consulente del lavoro che presti
attività di assistenza f‌iscale e contabile in favore di imprese e la-
voratori autonomi. F Cass. pen., sez. VI, 11 marzo 2011, n. 10100
(c.c. 25 febbraio 2011), Dell’Amico (c.p., art. 348). [RV249728]
Abuso d`ufcio
Elemento psicologico – Dolo intenzionale – Necessità.
In tema di abuso d’uff‌icio, per la conf‌igurabilità dell’elemento
soggettivo è richiesto il dolo intenzionale, ossia la rappresen-
tazione e la volizione dell’evento come conseguenza diretta e
immediata della condotta dell’agente e obiettivo primario da
costui perseguito. (Nella specie si è esclusa l’intenzionalità del
dolo nel comportamento del sindaco che aveva adottato un’or-
dinanza di rimozione di alcune f‌ioriere poste su spiazzo anti-
stante un palazzo sottoposto a vincolo del Ministero dei beni
culturali - ordinanza oggetto di ricorso al Tar con richiesta di
sospensiva, non accolta dal giudice amministrativo - perché
la pendenza della questione dinanzi al Tar e la resistenza del
comune con parziale successo nella fase cautelare escludono la
certezza che l’intenzione del ricorrente sia stata primariamente
quella di danneggiare le parti civili e non piuttosto quello di per-
seguire un vantaggio per la cittadinanza a scapito dei diritti dei
titolari dell’area contesa). F Cass. pen., sez. V, 27 gennaio 2011,
n. 3039 (ud. 3 dicembre 2010), Marotta e altri (c.p., art. 43; c.p.,
art. 323). [RV249706]
Acque pubbliche e private
Inquinamento – Responsabilità penale – Scarico in ac-
que superf‌iciali di acque di falda non contaminate deri-
vanti da attività di escavazione.
Non integra il reato di scarico di acque ref‌lue industriali senza
autorizzazione (art. 137, D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152) lo scarico
in acque superf‌iciali di acque di falda non contaminate derivanti
da attività di escavazione, pur quando manchi l’autorizzazione, co-
munque prescritta ai sensi dell’art. 124 del D.L.vo n. 152 del 2006. F
Cass. pen., sez. III, 22 marzo 2011, n. 11494 (ud. 15 dicembre 2010),
Ciocchetti e altro (d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152). [RV249771]
Amnistia, indulto e grazia
Indulto – Revoca – Di esclusiva competenza del giu-
dice.
Spetta soltanto al giudice la decisione in ordine alla revoca del-
l’indulto in precedenza concesso, sicché è illegittimo l’ordine
di carcerazione del P.M. che, in assenza di un formale provve-
dimento di revoca, abbia a computare nel cumulo la relativa
pena. F Cass. pen., sez. I, 4 marzo 2011, n. 8756 (c.c. 2 dicembre
2010), Bellinati (c.p.p., art. 674; l. 31 luglio 2006, n. 241).
[RV249600]
Appello penale
Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius
– Ambito di applicazione.
Il divieto della “reformatio in peius”, operante anche nel giudi-
zio di rinvio, ha riferimento pure alle statuizioni civili adottate
nel precedente grado di giudizio. F Cass. pen., sez. I, 26 gennaio
2011, n. 2658 (ud. 17 novembre 2010), Covelli (c.p.p., art. 597).
[RV249547]
Interessi civili – Mancanza di appello della parte civile
– Conseguenze.
Non sussistono i presupposti per l’operatività dell’art. 578 c.p.p.
- il quale presuppone una pronuncia di condanna - nel caso in
cui il giudice di appello, in riforma della sentenza di primo grado
di assoluzione debba pronunciare declaratoria di estinzione del
reato per prescrizione - ed, in assenza della impugnazione della
parte civile, nemmeno sussistono i presupposti per l’applica-
bilità dell’art. 576 c.p.p., che conferisce al Giudice della impu-
gnazione il potere di decidere sul capo della sentenza relativo
alla azione risarcitoria, anche in mancanza di una precedente
statuizione sul punto. F Cass. pen., sez. V, 9 marzo 2011, n. 9638
(ud. 24 gennaio 2011), Banchero e altro (c.p.p., art. 576; c.p.p.,
art. 578). [RV249713]
Applicazione della pena su richiesta del-
le parti
Costituzione di parte civile – Spese processuali – Ricor-
ribilità per cassazione.
È ricorribile per cassazione la sentenza di applicazione della
pena pronunciata in un processo cumulativo nella parte relativa
alla condanna alla rifusione delle spese di costituzione e difesa
di parte civile, nel caso in cui le imputazioni per le quali è stata
pronunciata la sentenza sono estranee alla pretesa risarcitoria
e/o restitutoria. (Nella specie, la condanna riguardava le spese
di difesa delle parti civili costituitesi nei confronti di un coim-
putato nel medesimo processo). F Cass. pen., sez. V, 25 gennaio
2011, n. 2365 (c.c. 18 novembre 2010), Vigile (c.p.p., art. 444;
c.p.p., art. 541; c.p.p., art. 606). [RV249780]
Presupposti – Accordo con il P.M. – Dissenso.
Il giudice non è tenuto, all’esito del dibattimento, ad enunciare
specif‌icamente le ragioni per le quali ritiene giustif‌icato il dis-
senso del P.M. sulla richiesta predibattimentale di applicazione
della pena, sussistendo un obbligo di specif‌ica motivazione solo
quando, al contrario, ritenga tale dissenso ingiustif‌icato appli-
cando la sanzione. F Cass. pen., sez. III, 25 marzo 2011, n. 12002
(ud. 15 febbraio 2011), Monti Beni (c.p.p., art. 448). [RV249679]
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5/2012 Rivista penale
MASSIMARIO
Richiesta – Forma – Difensore.
È legittima l’instaurazione del procedimento di applicazione
della pena su richiesta delle parti quando la relativa istanza
venga formulata dal difensore di f‌iducia, pur privo di procura
speciale, e l’imputato sia presente e nulla eccepisca. F Cass.
pen., sez. VI, 3 marzo 2011, n. 8492 (c.c. 16 febbraio 2011), P.G.
in proc. Givetti (c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445). [RV249637]
Richiesta – Proscioglimento ex art. 129 c.p.p. per alcu-
ne delle imputazioni – Restituzione degli atti al P.M. per
le altre imputazioni.
In caso di richiesta di applicazione della pena complessivamen-
te determinata per più imputazioni, il giudice, prosciogliendo
ex art. 129 c.p.p. per alcune delle imputazioni, non può proce-
dere per le residue all’applicazione immediata di una pena da
lui stesso determinata, ma deve disporre la restituzione degli
atti al P.M. per la prosecuzione del giudizio con il rito ordinario.
F Cass. pen., sez. II, 23 febbraio 2011, n. 6964 (c.c. 26 gennaio
2011), Langellotti (c.p.p., art. 444). [RV249661]
Richiesta – Subordinata alla concessione della sospen-
sione condizionale della pena – Obbligo del giudice di
accogliere o rigettare “in toto” la richiesta.
Il giudice, ove la richiesta concordata di applicazione della pena
sia subordinata alla concessione della sospensione condizionale,
è tenuto a pronunziarsi sulla concedibilità o meno del benef‌icio,
ratif‌icando in caso positivo l’accordo delle parti, oppure riget-
tando “in toto” la richiesta di patteggiamento. (In applicazione
del principio, la Corte ha annullato la decisione del giudice che
aveva reso sentenza “ex” art. 444 c.p.p., senza pronunciarsi sulla
concordemente chiesta sospensione condizionale della pena). F
Cass. pen., sez. IV, 9 marzo 2011, n. 9455 (c.c. 21 gennaio 2011),
Selvaggio (c.p., art. 163; c.p.p., art. 444). [RV249813]
Sentenza – Omessa f‌issazione di udienza camerale –
Nullità di ordine generale a regime intermedio.
È causa di nullità di ordine generale e a regime intermedio
la pronuncia “de plano”, e quindi senza previa f‌issazione di
udienza camerale, della sentenza di patteggiamento, pur dopo
l’esercizio dell’azione penale e la notif‌ica del decreto di giudizio
immediato. F Cass. pen., sez. IV, 10 febbraio 2011, n. 5066 (c.c.
16 dicembre 2010), Macaj e altro (c.p.p., art. 127; c.p.p., art.
177; c.p.p., art. 178; c.p.p., art. 444). [RV249565]
Sentenza – Sopravvenuta “abolitio criminis” – Effetti.
In tema di patteggiamento, qualora sia sopravvenuta alla deci-
sione impugnata l’”abolitio criminis” con effetto parzialmente
abrogativo ed il giudice di legittimità abbia - avuto riguardo
alla formulazione del capo di imputazione o alla motivazione
della sentenza impugnata - ritenuto l’operatività dell’”abolitio
criminis” su alcune delle fattispecie (nella specie bancarotta
fraudolenta impropria da reato societario), che abbiano forma-
to oggetto della sentenza di applicazione della pena su richiesta,
ciò comporta che tale patto debba essere sciolto non potendo
superare indenne, nella sua globalità, il vaglio del giudice di
legittimità. (Nella specie la S.C., rilevato che dalla formulazione
del capo di imputazione o dalla motivazione della sentenza non
risultava che la condotta di falsif‌icazione del bilancio addebita-
ta all’imputato fosse stata intesa dal titolare dell’azione penale o
dal giudice come capace di avere cagionato o concorso a cagio-
nare il dissesto della società, ha ritenuto l’operatività dell’aboli-
tio criminis in ordine al reato di bancarotta fraudolenta impro-
pria). F Cass. pen., sez. V, 9 marzo 2011, n. 9651 (c.c. 31 gennaio
2011), Nembri (c.p., art. 2; c.p.p., art. 444; r.d. 16 marzo 1942,
n. 267, art. 223). [RV249716]
Armi e munizioni
Armi clandestine – Pistola a salve – Conf‌igurabilità del
reato.
È arma clandestina, la cui detenzione integra il reato previsto dal-
l’art. 23 della L. 18 aprile 1975, n. 110, anche una pistola a salve,
in quanto tale priva di matricola, artigianalmente trasformata in
arma da sparo. (In motivazione la Corte ha disatteso la tesi difen-
siva secondo cui il reato sarebbe conf‌igurabile solo per le armi
catalogate, oggetto di successiva alterazione dei segni distintivi).
F Cass. pen., sez. III, 9 marzo 2011, n. 9286 (ud. 10 febbraio 2011),
Piserchia (l. 18 aprile 1975, n. 110, art. 23). [RV249757]
Detenzione abusiva – Natura – Reato permanente.
Il delitto di detenzione illegale di armi è un reato unico, che
assorbe tutti gli episodi detentivi verif‌icatisi durante la sua
permanenza, la quale viene interrotta dalla cessazione della di-
sponibilità dell’arma ovvero dalla denuncia della stessa presso
gli organi competenti. F Cass. pen., sez. I, 9 febbraio 2011, n.
4701 (ud. 14 gennaio 2011), Riggio (l. 2 ottobre 1967, n. 895,
art. 2). [RV249559]
Materie esplodenti – Detenzione abusiva – Bene giuri-
dico tutelato.
Il reato di omessa denuncia di materie esplodenti è posto a
tutela diretta dell’interesse dell’autorità di pubblica sicurezza
ad essere informata della detenzione di sostanze che, in quanto
esplosive o inf‌iammabili, potrebbero essere pericolose per la
vita o l’integrità f‌isica di una cerchia indeterminata di persone.
(Nella specie la Corte vi ha ricondotto il fatto della omessa
comunicazione alla P.S. della detenzione di un quantitativo di
polveri da lancio della prima categoria in eccedenza rispetto a
quanto consentito dalla licenza, rubricata invece dai giudici di
merito sub art. 678 c.p.). F Cass. pen., sez. I, 22 marzo 2011, n.
11464 (ud. 25 febbraio 2011), Spalletta (c.p., art. 678; c.p., art.
679). [RV249608]
Materie esplodenti – Fabbricazione o commercio abusi-
vi di materie esplodenti – Fattispecie.
Si conf‌igura il reato di commercio abusivo di materie esploden-
ti, di cui all’art. 678 c.p., nel caso di vendita in forma ambulante
di giocattoli pirici. F Cass. pen., sez. I, 4 marzo 2011, n. 8754 (ud.
16 febbraio 2011), Zanni (c.p., art. 678; r.d. 18 giugno 1931, n.
773, art. 37; r.d. 6 maggio 1940, n. 625). [RV249802]
Associazione per delinquere
Associazione di tipo maf‌ioso – Elementi qualif‌icanti –
Individuazione.
In tema di associazione per delinquere di tipo maf‌ioso, ai f‌ini
dell’individuazione di un sodalizio, ex art. 416 bis c.p., sono
determinanti l’elemento personale (con la distribuzione gerar-
chica dei ruoli), le strutture organizzative e logistiche, l’ambito
territoriale e la tipologia dei reati-f‌ine, tratti distintivi che indi-
ziano la diversità, ai f‌ini della preclusione dell’art. 649 c.p.p.,
delle compagini, sempre che ciascuna sia dotata di autonomia
decisionale ed operativa rispetto all’altra. (In applicazione del
principio di cui in massima la S.C. ha censurato la decisione del
giudice, in sede di appello cautelare, che aveva escluso la sus-
sistenza della preclusione di cui all’art. 649 c.p.p., omettendo di
motivare in ordine ad un secondo gruppo criminale, operante
fuori dalla Calabria, e sui criteri per def‌inirlo un’articolazione
del primo e non un gruppo autonomo con proprie strutture e
specif‌iche f‌inalità, connotandone l’autonomia e la peculiare
identità). F Cass. pen., sez. V, 11 febbraio 2011, n. 5143 (c.c. 21
dicembre 2010), Nicoscia (c.p., art. 416 bis; c.p.p., art. 521;
c.p.p., art. 649). [RV249696]
Associazione di tipo maf‌ioso – Omissione dell’obbligo
di comunicare variazioni patrimoniali derivanti da atto
pubblico – Reato ex art. 31 L. 646/1982.
Il reato previsto dall’art. 31 della L. 3 settembre 1982 n. 646 è
conf‌igurabile anche nel caso in cui l’omessa comunicazione alla
polizia tributaria delle variazioni patrimoniali riguardi l’acquisto
di un immobile previa erogazione di un mutuo di importo pari
(con stipulazione dei relativi atti pubblici), poiché trattasi di
attività negoziale che incide, se non sull’entità, certamente sulla
composizione del patrimonio dell’interessato. F Cass. pen., sez.
II, 9 febbraio 2011, n. 4667 (c.c. 19 novembre 2010), Ladisa (l. 13
settembre 1972, n. 646, art. 31). [RV249658]

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