Massimario

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Abuso d`ufficio

Estremi – Indebito invio di corrispondenza senza affrancatura – Sussistenza.

Integra il delitto di abuso d’atti d’ufficio la condotta del dipendente di Poste Italiane s.p.a. addetto ad una struttura di accettazione della corrispondenza, funzione da cui deriva la sua qualifica di incaricato di pubblico servizio, il quale invii indebitamente alla rete di distribuzione pubblica la stessa corrispondenza priva della richiesta affrancatura. (Fattispecie in cui l’agente aveva fatto recapitare a varie persone corrispondenza del sindacato cui apparteneva priva della necessaria affrancatura). F Cass. pen., sez. VI, 22 ottobre 2010, n. 37775 (c.c. 7 ottobre 2010), P.G. in proc. Vecchi (c.p., art. 323). [RV248246]

Ambiente

Danno ambientale – Codacons – Legittimazione del codacons ad esercitare i diritti riconosciuti alla persona offesa.

Il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), in quanto individuato dal D.M. Ambiente 17 ottobre 1995 tra le associazioni di protezione ambientale, è legittimato ad esercitare, in ogni stato e grado del processo, i diritti e le facoltà attribuiti alla persona offesa nei reati ambientali. (In applicazione di tale principio la Corte ha riconosciuto il diritto di detto ente, in tal senso richiedente, alla notifica dell’avviso della richiesta di archiviazione). F Cass. pen., sez. III, 22 settembre 2010, n. 34220 (c.c. 24 giugno 2010), Codacons Onlus e altri (c.p.p., art. 91; c.p.p., art. 408; l. 8 luglio 1986, n. 349, art. 13; l. 23 marzo 2001, n. 93, art. 17; d.m. (Min. amb.) 17 ottobre 1995). [RV248224]

Antichità e belle arti

Cose di interesse artistico e storico – Impossessamento di beni culturali – Identità tra autore dell’impossessamento e autore del rinvenimento.

Il reato di impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato è configurabile anche laddove questi siano stati rinvenuti da persona diversa dall’autore dell’impossessamento. F Cass. pen., sez. III, 21 settembre 2010, n. 33977 (c.c. 22 giugno 2010), Bertasi (l. 22 gennaio 2004, n. 42, art. 10; l. 22 gennaio 2004, n. 42, art. 91; l. 22 gennaio 2004, n. 42, art. 176). [RV248222]

Appello penale

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Diverso computo degli aumenti per le circostanze o per la continuazione.

Viola il divieto di “reformatio in peius” il giudice d’appello il quale, chiamato a pronunciarsi su impugnazione del P.M. che contesti il riconoscimento all’imputato delle attenuanti generiche e il giudizio di equivalenza di esse rispetto alla recidiva, aggravi la pena inflitta dal primo giudice, senza che ne sia stata censurata dall’impugnante anche la quantificazione, in quanto il suo potere si esaurisce con la conferma o la negazione delle attenuanti concesse in primo grado e con la formulazione del giudizio di bilanciamento delle circostanze, sicché la nuova determinazione della pena integra un’ipotesi di ultrapetizione. Cass. pen., sez. II, 28 settembre 2010, n. 35011 (ud. 9 giugno 2010), Scalzo e altro (c.p., art. 62 bis; c.p., art. 69; c.p.p., art. 597). [RV248180]

Decisioni in camera di consiglio – Procedimento – Comparizione in udienza dell’imputato detenuto.

La volontà dell’imputato detenuto di comparire all’udienza di appello celebrata in camera di consiglio in relazione al rito abbreviato svoltosi in primo grado deve essere portata a conoscenza del giudice che procede in tempo utile per predisporre la traduzione e, se manifestata in atto ricevuto dal direttore dell’istituto di pena, non può essere presa in considerazione se non dal giorno in cui è materialmente ricevuta dalla cancelleria del giudice competente. (Fattispecie nella quale l’imputato aveva indirizzato la sua istanza alla Corte d’appello e non alla cancel- leria della sezione di Corte d’assise d’appello, dinanzi alla quale pendeva il processo e l’istanza non risultava pervenuta). F Cass. pen., sez. V, 1 ottobre 2010, n. 35479 (ud. 7 giugno 2010), P. e altri (c.p.p., art. 123; c.p.p., art. 599). [RV248170]

Dibattimento – Rinnovazione dell’istruzione – Prove ammesse e revocate in primo grado.

Il giudice d’appello, che provveda a rinnovare l’istruzione dibattimentale dopo avere rilevato l’erroneità della dichiarazione d’estinzione del reato pronunciata in primo grado, non è tenuto ad assumere le prove richieste dalle parti, la cui ammissione sia stata in primo grado illegittimamente revocata senza che le parti abbiano eccepito tempestivamente la nullità. F Cass. pen., sez. VI, 27 luglio 2010, n. 29639 (ud. 9 giugno 2010), Finocchiaro (c.p.p., art. 495; c.p.p., art. 604). [RV248191]

Applicazione della pena su richiesta delle parti

Pena – Pena accessoria – Computo limite dei due anni.

Il limite dei due anni di pena detentiva entro il quale, in caso di pena patteggiata, è interdetta l’applicazione di pene accessorie (nella specie, quelle previste dall’art. 12 D.L.vo 10 marzo 2000 n. 74, in tema di reati concernenti le imposte sui redditi e sul valore aggiunto) deve intendersi riferito, in caso di più reati legati dal vincolo della continuazione, alla pena unica finale complessivamente applicata. F Cass. pen., sez. V, 29 settembre 2010, n. 35148 (c.c. 7 luglio 2010), Gangemi e altro. (c.p., art. 81; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445; d.l.vo 10 marzo 2000, n. 74, art. 12). [RV248162]

Presupposti – Accordo con il P.M. – Richiesta limitata ad alcuni reati contestati.

In tema di patteggiamento, poiché l’accordo tra le parti e la conseguente sentenza possono limitarsi ad alcuni dei reati contestati solo a condizione che per gli ulteriori sussistano cause di non punibilità rilevanti ai sensi dell’art. 129 c. p. p., l’eventuale annullamento della decisione di proscioglimento comporta l’annullamento della stessa sentenza di patteggiamento per gli ulteriori reati da considerarsi pronunciata in violazione del divieto di definizione parziale del procedimento ed in potenziale elusione dei requisiti di applicabilità del rito. F Cass. pen., sez. II, 20 luglio 2010, n. 28225 (c.c. 8 luglio 2010), P.G. in proc. Salvi (c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445). [RV248209]

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Presupposti – Accordo con il P.M. – Richiesta limitata ad alcuni reati contestati.

È inammissibile la richiesta di patteggiamento parziale, ossia proposta per talune soltanto delle imputazioni. F Cass. pen., sez. II, 21 luglio 2010, n. 28696 (c.c. 8 luglio 2010), Pg in proc. azzolina (c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445). [RV248208]

Sentenza – Motivazione – Estremi.

Il giudice del patteggiamento deve, nei limiti di una motivazione semplificata della sentenza, indicare le ragioni dell’accoglimento dell’accordo e dare conto dell’accertamento sull’assenza di cause di non punibilità, sull’esatta qualificazione del fatto, sulla correttezza della valutazione delle circostanze e sull’adeguatezza della pena. (Fattispecie nella quale la motivazione della sentenza impugnata - annullata dalla Corte - era affidata a tre righe di un modulo prestampato, in cui non vi era neanche cenno all’art. 129 c. p. p.). F Cass. pen., sez. IV, 6 agosto 2010, n. 31392 (ud. 21 aprile 2010), Amariei (c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 444). [RV248198]

Armi e munizioni

Detenzione abusiva – Assorbimento del reato di detenzione abusiva in quello di porto abusivo – Condizioni.

In tema di reati concernenti le armi, il delitto di porto illegale assorbe per continenza quello di detenzione, escludendone il concorso materiale, solo quando la detenzione dell’arma inizi contestualmente al porto della medesima in luogo pubblico e sussista altresì la prova che l’arma non sia stata in precedenza detenuta. F Cass. pen., sez. I, 8 settembre 2010, n. 32967 (ud. 3 giugno 2010), Casanova (l. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 10; l. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 12; l. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 14). [RV248272]

Associazione per delinquere

Partecipazione – Appartenenza – Dimostrazione del ruolo specifico assunto dal partecipante.

Una volta dimostrata l’esistenza di una associazione per delinquere e individuati gli elementi, anche indiziari, sulla base dei quali possa ragionevolmente affermarsi la cointeressenza di taluno nelle attività dell’associazione stessa e quindi la partecipazione alla vita di quest’ultima, non occorre anche la dimostrazione del ruolo specifico svolto da quel medesimo soggetto nell’ambito dell’associazione, potendosi la partecipazione al sodalizio criminoso, per sua stessa natura, realizzarsi nei modi più svariati, la cui specificazione non è richiesta dalla norma incriminatrice e non può, quindi, essere richiesta nemmeno nella sentenza di condanna. (Fattispecie in tema di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione). F Cass. pen., sez. V, 1 ottobre 2010, n. 35479 (ud. 7 giugno 2010), P. e altri (c.p., art. 416; l. 20 febbraio 1958, n. 75). [RV248171]

Atti e provvedimenti del giudice penale

Atti abnormi – Imputato incapace di partecipare scientemente al processo – Declaratoria di nullità della richiesta di giudizio immediato e degli atti conseguenti e restituzione atti al P.M..

È abnorme il provvedimento con il quale il G.U.P., in sede di giudizio abbreviato conseguente a giudizio immediato, preso atto che dagli atti di indagine già noti al P.M. si desume che l’imputato non era capace di partecipare scientemente al giudizio, dichiari la nullità della richiesta di giudizio immediato e degli atti conseguenti, e disponga la restituzione degli atti al P.M. F Cass. pen., sez. V, 13 luglio 2010, n. 27149 (c.c. 17 giugno 2010), P.M. in proc. Picone (c.p.p., art. 70; c.p.p., art. 71; c.p.p., art. 568). [RV248201]

Correzione di errori materiali – Omessa applicazione di pena accessoria – Competenza del giudice dell’esecuzione.

Non rientra tra le attribuzioni del giudice dell’esecuzione la correzione, in generale possibile, dell’omessa adozione, in sentenza (nella specie, di applicazione della...

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