Massimario

Page 943

Aborto

Aborto procurato – Assorbimento nel delitto di omicidio volontario – Esclusione.

L’omicidio volontario di donna in stato di gravidanza non assorbe il reato di procurato aborto, trovando applicazione in simile ipotesi la disposizione sul concorso formale di reati e non quella sul concorso apparente di norme. F Cass. pen., sez. I, 23 giugno 2010, n. 24156 (ud. 31 marzo 2010), Niero (c.p., art. 15; c.p., art. 81; c.p., art. 575; l. 22 maggio 1978, n. 194, art. 18). [RV247941]

Abusivo esercizio di una professione

Professione sanitaria – Odontoiatria – Modifica norma- tiva introdotta dal d.lgs. n. 277 del 2003.

Non integra il delitto di abusivo esercizio di una professione - a seguito delle modifiche normative apportate dal D.L.vo 8 luglio 2003, n. 277 (relativo all’attuazione della Direttiva 2001/19/CE) alla legge n. 409/1985 (istitutiva della professione sanitaria di odontoiatria) - il fatto del laureato in medicina e chirurgia che, avendo iniziato la propria formazione universitaria in medicina nel periodo di tempo ricompreso tra la data del 28 gennaio 1980 e quella del 31 dicembre 1984, risulti in possesso dell’abilitazione all’esercizio professionale e sia iscritto all’albo degli odontoiatri per esercitare tale attività, previo superamento della prova attitudinale di cui al D.L.vo 13 ottobre 1998, n. 386. F Cass. pen., sez. VI, 30 giugno 2010, n. 24622 (ud. 9 giugno 2010), Schiavone (c.p., art. 348; d.l.vo 13 ottobre 1998, n. 386; d.l.vo 8 luglio 2003, n. 277, art. 4; l. 24 luglio 1985, n. 409; l. 31 ottobre 1988, n. 471). [RV248005]

Amnistia, indulto e grazia

Amnistia – Singoli provvedimenti – D.p.r. n. 75 del 1990.

I reati concernenti la violazione delle disposizioni per il controllo delle armi, tra cui i reati di detenzione e porto di esplosivi o materiali esplodenti, pur se commessi nella forma attenuata dal fatto di lieve entità, di cui all’art. 1, comma primo, lett. d) D.P.R. n. 75 del 1990, non sono estinti dall’amnistia concessa con l’indicato D.P.R., che ha riguardo soltanto a quei fatti di lieve entità in materia di violazione delle disposizioni per il controllo delle armi che si riferiscono unicamente alle “armi comuni da sparo o a parti di esse, atte all’impiego”. F Cass. pen., sez. I, 2 luglio 2010, n. 25132 (c.c. 17 giugno 2010), Latella (c.p., art. 151; d.p.r. 12 aprile 1990, n. 75, art. 1; l. 2 ottobre 1967, n. 895). [RV247954]

Indulto – Indulto concesso dal giudice della cognizione – Revoca da parte del giudice dell’esecuzione.

L’indulto concesso dal giudice della cognizione può essere revocato dal giudice dell’esecuzione per la sopravvenienza di una causa di revoca ovvero per la considerazione di una causa preesistente, a condizione però che la stessa non sia stata nota al giudice della cognizione. F Cass. pen., sez. I, 13 settembre 2010, n. 33528 (c.c. 7 luglio 2010), Di Mauro (c.p., art. 174; c.p.p., art. 672; c.p.p., art. 674; l. 31 luglio 2006, n. 241). [RV247975]

Appello penale

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Reato permanente.

La parziale riforma, su appello dell’imputato, della sentenza di primo grado, con esclusione della punibilità in relazione ad un apprezzabile periodo temporale del reato permanente in imputazione, comporta la motivata rideterminazione, in forza del divieto della “reformatio in peius”, della misura della pena in rapporto all’offensività della condotta. (Fattispecie in materia di omessa prestazione dei mezzi di sussistenza). F Cass. pen., sez. VI, 8 luglio 2010, n. 26083 (ud. 14 maggio 2010), R. (c.p., art. 133; c.p., art. 570; c.p.p., art. 597). [RV248044]

Appropriazione indebita

Elemento oggettivo del reato – Momento consumativo – Interversione del possesso.

Il reato di appropriazione indebita avviene con l’interversione oggettiva del possesso, ed a tal fine non assume rilievo la disciplina civilistici in tema di pretesa confusione di “res” fungibili in deposito cosiddetto “irregolare”. F Cass. pen., sez. II, 12 luglio 2010, n. 26774 (ud. 9 aprile 2010), Marzo (c.p., art. 646; c.c., art. 1782). [RV247955]

Armi e munizioni

Catalogo nazionale delle armi – Iscrizione – Mancanza.

La mancata previsione di un’arma nel catalogo nazionale delle armi comuni da sparo non è rilevante ai fini della configurabilità, in relazione a tale oggetto, di reati concernenti le armi, in quanto la nozione di arma è fissata dalla legge ed è collegata a determinati requisiti, riferiti alla potenzialità offensiva. (Applicando tale principio al caso di specie, la Corte ha qualificato come arma comune da sparo un’arma a gas precompresso, munita di cartucce, in grado di scaricare una corrente di 50.000 volt pulsante, prodotta con il nome “Intelligent SelfDefense”). F Cass. pen., sez. I, 22 giugno 2010, n. 23861 (ud. 26 maggio 2010), Giannilivigni (l. 2 ottobre 1967, n. 895; l. 18 aprile 1975, n. 110, art. 7). [RV247944]

Materie esplodenti – Fabbricazione o commercio abusivi – Sequestro di esplodenti.

È illegittimo il sequestro preventivo di quella parte di materiale esplodente che, sia pure unita ad altra parte illecitamente detenuta, sia in libera vendita e non pericolosa, anche se essa possa comportare - sommata a quella detenuta illecitamente e legittimamente sequestrata - un aumentato pericolo. F Cass. pen., sez. I, 27 luglio 2010, n. 29387 (c.c. 11 maggio 2010), Pmt in proc. Lo Presti (c.p., art. 678; c.p.p., art. 321). [RV248026]

Materie esplodenti – Omessa denuncia – Assorbimento nel reato di fabbricazione o commercio abusivi.

Il reato di omessa denuncia di materie esplodenti, previsto dall’art. 679 c.p., non è assorbito da quello di fabbricazione o commercio abusivi di materie esplodenti, previsto dall’art. 678 stesso codice, tutelando le rispettive disposizioni beni giuridici diversi, e cioè la corretta informativa dell’autorità di pubblica sicurezza circa l’esistenza, in un determinato territorio, di materiali esplodenti la prima, l’incolumità pubblica la seconda. Ne consegue che le due ipotesi di reato ben possono, all’occorrenza, concorrere. F Cass. pen., sez. I, 27 luglio 2010, n. 29374 (ud.

Page 944

24 giugno 2010), Barbera (c.p., art. 15; c.p., art. 678; c.p., art. 679). [RV248017]

Associazione per delinquere

Associazione di tipo mafioso – Differenze – Tendenza a proiettarsi verso l’esterno.

Poiché l’associazione di tipo mafioso si connota rispetto all’associazione per delinquere per la sua tendenza a proiettarsi verso l’esterno, per il suo radicamento nel territorio in cui alligna e si espande, i caratteri suoi propri, dell’assoggettamento e dell’omertà, devono essere riferiti ai soggetti nei cui confronti si dirige l’azione delittuosa, in quanto essi vengono a trovarsi, per effetto della convinzione di essere esposti al pericolo senza alcuna possibilità di difesa, in stato di soggezione psicologica e di soccombenza di fronte alla forza della prevaricazione. Pertanto, la diffusività di tale forza intimidatrice non può essere virtuale, e cioè limitata al programma dell’associazione, ma deve essere effettuale e quindi manifestarsi concretamente, con il compimento di atti concreti, sì che è necessario che di essa l’associazione si avvalga in concreto nei confronti della comunità in cui è radicata. (Nella specie, in cui era stata accertata, in sede di merito, la sussistenza di una condizione di intimidazione sistematica di imprenditori, costretti ad esborsi mensili verso gli esponenti del sodalizio criminoso, nonché esposti a continue violenze, minacce e danneggiamenti, la Corte ha ritenuto correttamente configurata un’associazione di tipo mafioso) F Cass. pen., sez. I, 29 luglio 2010, n. 29924 (ud. 23 aprile 2010), Spartà e altri (c.p., art. 416; c.p., art. 416 bis). [RV248010]

Associazione di tipo mafioso – Omicidio non annovera- bile tra quelli cosiddetti “eccellenti” – Prova.

Ai fini della prova di un omicidio avvenuto all’interno di soda- lizio mafioso, non rientrante tra i cosiddetti “delitti eccellenti” che, come tali, richiedono il necessario “placet” dell’organismo apicale dell’associazione criminosa, la chiamata in correità non può ritenersi riscontrata semplicemente con il dato della riconosciuta appartenenza ad essa, sia pure in posizione tendenziale di vertice, del chiamato, ma necessita di ulteriori e significativi riscontri. F Cass. pen., sez. VI, 30 luglio 2010, n. 30402 (ud. 20 aprile 2010), Emmanuello e altri (c.p.p., art. 192; c.p., art. 416 bis; c.p., art. 575). [RV248022]

Atti e provvedimenti del giudice penale

Declaratoria di determinate cause di non punibilità – Annullamento limitato al trattamento sanzionatorio – Giudizio di rinvio.

Nel giudizio di cassazione che segue il giudizio di rinvio possono essere dichiarate, anche d’ufficio, le cause di non punibilità considerate dall’art. 129 c.p.p. il cui riconoscimento non sia precluso dal concreto contenuto del precedente annullamento. (Nel caso di specie, relativo ad annullamento con rinvio avente ad oggetto il solo trattamento sanzionatorio per il reato di vendita di supporti privi di contrassegno Siae, la Corte ha ritenuto che la preclusione non riguardasse le questioni sulla rilevanza penale del fatto riferite non alla legislazione vigente al momento della decisione di annullamento, ma al successivo intervento della sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee dell’8 novembre 2007 in causa Schwibbert). F Cass. pen., sez. VI, 2 agosto 2010, n. 30595 (ud. 22 giugno 2010), Diao (c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 609; c.p.p., art. 624; c.p.p., art. 627; c.p.p., art. 628; c.p.p., art. 673). [RV248040]

Atti preliminari al dibattimento

Decreto di citazione – Giudizio d’appello – Inosservanza del termine di venti giorni per la notifica al difensore.

In tema di giudizio di appello, l’inosservanza del termine di venti giorni, stabilita dall’art. 601, comma quinto, c.p.p., in relazione alla notifica dell’avviso al difensore, comporta una nullità relativa, a seguito della quale non è consentito integrare il termine...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT