Massimario

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Abuso d’ufficio

Estremi – Confisca prevista dall’art. 335 bis c.p. – Operatività nei confronti dei terzi estranei

La confisca prevista dall’art. 335 bis c.p., in quanto obbligatoria, opera anche nei confronti degli aventi diritto estranei al reato. (Fattispecie in tema di abuso d’ufficio nella quale la Corte ha precisato che il terzo, nella specie comproprietario di un immobile, non poteva fruire dell’ingiusto vantaggio acquisito con la condotta illecita dell’altro comproprietario, autore del reato). F Cass. pen., sez. III, 28 gennaio 2010, n. 3901 (ud. 3 dicembre 2009), Quisisano e altri (c.p., art. 240; c.p., art. 323; c.p., art. 335 bis; l. 27 marzo 2001, n. 97, art. 6). [RV246020]

Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina

Natura di reato necessariamente abituale – Esclusione. – Unico atto espressivo dell’abuso.

Il reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina non ha natura di reato necessariamente abituale, sicché può essere integrato anche da un unico atto espressivo dell’abuso. F Cass. pen., sez. V, 18 gennaio 2010, n. 2100 (ud. 15 dicembre 2009), E. (c.p., art. 571). [RV245926]

Acque pubbliche e private

Inquinamento – Scarichi – Mancanza dell’autocertificazione richiesta dalla normativa regionale.

La sussistenza dei requisiti intrinseci di assimilabilità di uno scarico di acque reflue a quelle domestiche, pur in mancanza della documentazione richiesta dalla normativa regionale per attestare tale assimilabilità, esclude il reato di scarico senza autorizzazione. (In motivazione, la Corte - in una fattispecie nella quale, secondo la normativa regionale, era sufficiente per l’assimilabilità un’autocertificazione del titolare dello scarico attestante un consumo medio giornaliero non superiore a 20 mc. - ha precisato che la mancanza dell’autocertificazione integrasse l’illecito amministrativo di cui all’art. 133, comma secondo, D.L.vo 3 aprile 2006, n. 152). F Cass. pen., sez. III, 11 gennaio 2010, n. 772 (ud. 25 novembre 2009), Ruffo Di Calabria (d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 74; d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 101; d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 133; d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 137). [RV245899]

Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari

Elemento oggettivo – Somministrazione di sostanze nocive a bovini vivi – Configurabilità del reato

Integra il reato di contraffazione di sostanze alimentari la somministrazione di sostanze nocive (nella specie, estrogeni, cortisonici, sostanze ad effetti steroidei e ormoni) a bovini ancora vivi, che pur non potendo considerarsi, sotto il profilo fisiologico, come sostanze destinate all’alimentazione, tali devono considerarsi sotto quello funzionale, essendo essi di norma destinati, dopo la macellazione, all’alimentazione umana. F Cass. pen., sez. I, 11 gennaio 2010, n. 604 (ud. 9 dicembre 2009), Fungo (c.p., art. 440). [RV245961]

Amnistia, indulto e grazia

Indulto – Indulto concesso con l. n. 241 del 2006 – Delitti consumati in materia di stupefacenti esclusi dal condono.

La esclusione dell’applicabilità dell’indulto prevista dall’art. 1, comma secondo, lett. b) L. 31 luglio 2006, n. 241, per determinate ipotesi aggravate di delitti riguardanti la produzione, il traffico e la detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, deve ritenersi riferita esclusivamente ai reati consumati e non opera con riferimento ai corrispondenti delitti tentati. F Cass. pen., sez. I, 8 gennaio 2010, n. 299 (c.c. 27 novembre 2009), P.M. in proc. Egitto (c.p., art. 56; c.p., art. 174; l. 31 luglio 2006, n. 241, art. 1). [RV246223]

Indulto – Indulto concesso dal giudice della cognizione – Revoca da parte del giudice dell’esecuzione.

L’indulto concesso dal giudice della cognizione può essere revocato dal giudice dell’esecuzione solo per la sopravvenienza di una causa prevista dalla legge e non per un mero ripensamento, sia pur fondato, sulla correttezza della sua applicazione, ostandovi l’intangibilità del giudicato. (Fattispecie relativa all’applicazione dell’indulto a delitto per il quale il beneficio non si sarebbe potuto concedere). F Cass. pen., sez. I, 16 febbraio 2010, n. 6320 (c.c. 17 dicembre 2009), Magurano (c.p., art. 174; c.p.p., art. 672; c.p.p., art. 674). [RV246109]

Indulto – Pena inflitta per reato continuato – Applicazione e revoca dell’indulto.

Ai fini dell’applicazione o della revoca dell’indulto, in caso di reati unificati per la continuazione, si deve avere riguardo alla pena inflitta relativamente a ciascuno di essi e non a quella complessiva. (Fattispecie in tema di revoca dell’indulto). F Cass. pen., sez. I, 30 dicembre 2009, n. 49986 (c.c. 24 novembre 2009), Agnello (c.p., art. 81; c.p., art. 174; c.p.p., art. 672). [RV245967]

Antichità e belle arti

Cose di interesse artistico e storico. – Reato di abusiva esportazione – Confisca obbligatoria.

La confisca prevista per il reato di esportazione abusiva di beni culturali va disposta, oltre che in caso di pronuncia di condanna, anche in ipotesi di proscioglimento per cause che non riguardino la materialità del fatto e non interrompano il rapporto tra la “res” ed il reato. (Fattispecie di declaratoria di estinzione del reato per prescrizione). F Cass. pen., sez. III, 23 dicembre 2009, n. 49438 (c.c. 4 novembre 2009), P.G. in proc. Zerbone (l. 1 giugno 1939, n. 1089, art. 66; d.l.vo 29 ottobre 1999, n. 490, art. 123; d.l.vo 22 gennaio 2004, n. 42, art. 174). [RV245862]

Appello penale

Cognizione del giudice di appello – Benefici – Motivazione delle decisioni ex art. 597, comma quinto, c.p.p.

Il giudice d’appello deve, sia pure sinteticamente, dare ragione del concreto esercizio, positivo o negativo, del potere-dovere di applicazione della sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale, tanto più quando una delle parti ne abbia fatto esplicita richiesta con riferimento a dati di fatto astrattamente idonei all’accoglimento della richiesta stessa. F Cass. pen., sez.

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V, 18 gennaio 2010, n. 2094 (ud. 23 ottobre 2009), Coluccio e altri (c.p.p., art. 597). [RV245924]

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Esclusione.

Non viola il divieto della “reformatio in peius” il giudice di appello che, richiesto dell’applicazione della continuazione tra più reati per uno dei quali è stata pronunciata sentenza di condanna a pena sospesa, revochi, nel riconoscere la continuazione, il beneficio già concesso. F Cass. pen., sez. III, 12 febbraio 2010, n. 5835 (ud. 13 gennaio 2010), Mulliri (c.p. art. 81; c.p.p. art. 597). [RV246189]

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Riduzione della pena detentiva e aumento della pena pecuniaria.

Non viola il divieto di “reformatio in peius” la sentenza del giudice d’appello che riduca la pena detentiva inflitta in primo grado ed aumenti quella pecuniaria, sempre che, operato il ragguaglio di quest’ultima ai sensi dell’art. 135 c.p., l’entità finale della pena non risulti superiore a quella complessivamente irrogata dal giudice di primo grado. (Fattispecie in cui la Corte d’appello ha ridotto la pena detentiva previo riconoscimento dell’attenuante della limitata partecipazione dell’imputato all’attività delittuosa). F Cass. pen., sez. VI, 22 gennaio 2010, n. 2936 (ud. 16 dicembre 2009), Bertolini (c.p., art. 110; c.p., art. 114; c.p., art. 133; c.p., art. 135; c.p.p., art. 597). [RV246137]

Decisioni in camera di consiglio – Concordato sui motivi di appello – Estinzione del reato per prescrizione.

Dopo la definizione concordata della pena in appello a norma dell’art. 599, comma quarto, c.p.p. non può essere dedotta l’estinzione del reato per prescrizione, tanto nel caso in cui il relativo termine sia decorso prima della pronuncia del giudice di appello, quanto in quello in cui sia decorso successivamente ad essa. F Cass. pen., sez. V, 26 gennaio 2010, n. 3391 (c.c. 15 ottobre 2009), Camassa e altri (l. 24 luglio 2008, n. 125; c.p.p., art. 599; c.p., art. 157). [RV245920]

Decisioni in camera di consiglio – Concordato sui motivi di appello – Motivazione sulle cause di non punibilità, di nullità o di inutilizzabilità delle prove.

Il giudice di appello che accolga la richiesta formulata a norma dell’art. 599, comma quarto, c.p.p., non deve motivare sul mancato proscioglimento dell’imputato per una delle cause previste nell’art. 129 stesso codice, né sull’insussistenza di cause di nullità assoluta o di inutilizzabilità delle prove, in quanto, a causa dell’effetto devolutivo proprio dell’impugnazione, una volta che l’imputato abbia rinunciato ai motivi di appello, la cognizione del giudice deve essere necessariamente limitata ai motivi non oggetto di rinuncia. F Cass. pen., sez. V, 26 gennaio 2010, n. 3391 (c.c. 15 ottobre 2009), Camassa e altri (c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 599; l. 24 luglio 2008, n. 125). [RV245919]

Decisioni in camera di consiglio – Concordato sui motivi di appello – Sentenza di accoglimento successiva all’entrata in vigore del d.l. n. 92 del 2008.

È legittima la sentenza, pronunciata dopo l’entrata in vigore dell’art. 2, comma primo, lett. i), D.L. 23 maggio 2008, n. 92 che ha abrogato i commi quarto e quinto, dell’art. 599, c.p.p., con la quale il giudice d’appello, su accordo delle parti perfezionatosi prima dell’entrata in vigore della norma abrogatrice, ha accolto i motivi d’impugnazione, in tutto o in parte e con rinuncia agli altri eventuali motivi. F Cass. pen., sez. V, 8 febbraio 2010, n. 4976 (ud. 1 ottobre 2009), P.G. in proc. Mancuso e altri (c.p.p. art. 599; d.l. 23 maggio 2008, n. 92). [RV246063]

Dibattimento – Rinnovazione dell’istruzione – Rigetto.

Il provvedimento di rigetto della richiesta di rinnovazione istruttoria in appello può essere motivato anche implicitamente in presenza di un quadro probatorio definito, certo e non abbisognevole di approfondimenti indispensabili. F Cass. pen., sez. IV, 11 dicembre 2009, n. 47095 (ud. 2 dicembre 2009), Sergio e altri (c.p.p., art...

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