Massimario

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine1041-1064

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione

@Acque pubbliche e private

Inquinamento – Scarichi – Acque reflue non equivalenti a quelle domestiche.

Integra il reato previsto dall’art. 137, comma primo, D.L.vo n. 152 del 2006, e non la sanzione amministrativa di cui all’art. 133, comma secondo, dello stesso D.L.vo, l’immissione in pubblica fognatura, senza la prescritta autorizzazione, di acque reflue non aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche a causa del mancato rispetto delle condizioni imposte dalla normativa regionale, non essendo equiparabili tali reflui alle acque reflue domestiche. (Nella specie si trattava di reflui provenienti da un laboratorio odontotecnico le cui caratteristiche qualitative non rispettavano le condizioni, previste dal Reg. att. della L. R. Lombardia 12 dicembre 2003, n. 26, per l’equiparazione alle acque domestiche).

    Cass. pen., sez. III, 10 settembre 2009, n. 35137 (ud. 18 giugno 2009), Tonelli (d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 101; d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 133; d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 137; l.rLombardia 12 dicembre 2003, n. 26). [RV244587]

Inquinamento – Scarichi – Assenza di autorizzazione.

A seguito dell’entrata in vigore del D.L.vo 16 gennaio 2008 n. 4, lo scarico senza autorizzazione di acque reflue provenienti da imprese dedite all’allevamento del bestiame non è più previsto dalla legge come reato ma è sanzionato amministrativamente dall’art. 133, comma secondo, D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152, in quanto detti reflui sono oggi assimilati alle acque reflue domestiche.

    Cass. pen., sez. III, 10 luglio 2009, n. 28452 (ud. 7 aprile 2009), Corsanto e altro (d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 133; d.l.vo 3 aprile 2006, n. 152, art. 137; d.l.vo 16 gennaio 2008, n. 4; c.p. art. 2). [RV244513]

@Alterazione di stato

Falsità nella formazione di un atto di nascita – Concorso di persona – Falsa dichiarazione di nascita.

Concorre nel reato di alterazione di stato mediante falso di cui all’art. 567, comma secondo, c.p., chiunque, pur senza rendere alcuna falsa dichiarazione di nascita, contribuisca, materialmente o moralmente, con adeguata efficienza causale, all’evento tipico realizzato dall’autore della dichiarazione che altera lo stato di nascita.

    Cass. pen., sez. VI, 12 agosto 2009, n. 32854 (ud. 30 giugno 2009), Caracciolo e altro (c.p., art. 110; c.p., art. 567; r.d. 9 luglio 1939, n. 1238, art. 70; r.d. 15 ottobre 1936, n. 2128, art. 18). [RV244626]

@Amnistia, indulto e grazia

Indulto – Concorso con la sospensione condizionale della pena – Configurabilità.

La sospensione condizionale della pena è compatibile con l’applicazione dell’indulto, poiché quest’ultimo estingue immediatamente la pena, mentre la prima estingue il reato al compimento del termine stabilito qualora il condannato adempia agli obblighi impostigli e non commetta un delitto o altra contravvenzione della stessa indole.

    Cass. pen., sez. III, 28 settembre 2009, n. 38082 (ud. 23 giugno 2009), Ferrigno (c.p., art. 163; c.p., art. 174; c.p., art. 183). [RV244625]

@Antichità e belle arti

Cose di interesse artistico e storico – Possesso di beni archeologici – Prove dell’illegittima provenienza.

La prova della illiceità della detenzione di oggetti di interesse storico, artistico o archeologico può essere ricavata dalla particolarità del caso concreto, e specificamente dalla tipologia e/o condizione che ne riveli il recente rinvenimento, dal loro accumulo e/o occultamento, dalla riferibilità a rinvenimenti noti, oltre che dall’assenza di denunce di possesso, proprio o altrui, per l’epoca precedente al 1939 o di altre legittime forme d’acquisto.

    Cass. pen., sez. II, 23 marzo 2009, n. 12754 (ud. 19 dicembre 2008), Lucrezio (l. 1 giugno 1939, n. 1089, art. 67). [RV244547]

@Appello penale

Cognizione del giudice di appello – Circostanze – Derubricazione del reato ritenuto in prime cure.

Non viola il divieto di “reformatio in peius” il giudice di appello che, su impugnazione del solo imputato, proceda, fermo restando il fatto, alla derubricazione del reato ritenuto in primo grado e a un giudizio di bilanciamento delle circostanze deteriore rispetto a quello formulato dal primo giudice (nella specie, qualificando il fatto come omicidio preterintenzionale anziché volontario e riconoscendo le attenuanti equivalenti anziché prevalenti, ma riducendo nel complesso la pena inflitta).

    Cass. pen., sez. V, 14 ottobre 2009, n. 40049 (ud. 3 aprile 2009), Dobre (c.p., art. 69; c.p.p., art. 521; c.p.p., art. 597; c.p.p., art. 598). [RV244748]

Cognizione del giudice di appello – Circostanze – Recidiva.

Viola il divieto della “reformatio in pejus” il giudice di appello che, in mancanza di impugnazione del pubblico ministero, ponga in comparazione una circostanza attenuante, di cui ritenga la sussistenza, con la recidiva, regolarmente contestata, di cui però il primo giudice non abbia fatto applicazione nella determinazione della pena.

    Cass. pen., sez. II, 17 aprile 2009, n. 16584 (ud. 27 marzo 2009), Giuliani (c.p., art. 62; c.p., art. 69; c.p., art. 99; c.p.p., art. 597). [RV244550]

Cognizione del giudice di appello – Circostanze – Riconoscimento di un’aggravante in caso di omessa impugnazione del P.M.

Viola il divieto della “reformatio in peius” la sentenza del giudice d’appello che, in difetto di impugnazione del P.M., abbia ritenuto la sussistenza di una circostanza aggravante esclusa dal giudice di primo grado, onde farne derivare la procedibilità d’ufficio del reato contestato.

    Cass. pen., sez. IV, 5 agosto 2009, n. 31917 (ud. 6 marzo 2009), Favara e altro (c.p.p., art. 597). [RV244685]

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Estensione del divieto alle statuizioni di natura civile.

Non viola il divieto della “reformatio in peius” la sentenza che, in assenza di appello della parte civile, provveda alla liquidazione di una somma di denaro a titolo di provvisionale, non concessa dal giudice di primo grado, posto che il divieto attiene soltanto alle disposizioni di natura penale.

    Cass. pen., sez. VI, 7 ottobre 2009, n. 38976 (ud. 23 settembre 2009), Ricciotti e altro (c.p.p., art. 539; c.p.p., art. 597). [RV244558]

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Decisioni in camera di consiglio – Procedimento – Impedimento dell’imputato.

Nell’ipotesi in cui venga dedotto un legittimo impedimento a comparire dell’imputato, l’istanza di rinvio del giudizio d’appello che si svolga nelle forme del rito camerale deve essere proposta, a pena di decadenza, entro il termine di cui all’art. 127, comma secondo, c.p.p. (Fattispecie in cui l’istanza di rinvio era stata proposta in forma non tempestiva da persona detenuta in luogo diverso da quello in cui aveva sede il giudice procedente).

    Cass. pen., sez. VI, 12 ottobre 2009, n. 39675 (ud. 17 settembre 2009), Oshodi (c.p.p., art. 127; c.p.p., art. 178; c.p.p., art. 599). [RV244777]

Decisioni in camera di consiglio – Svolgimento del rito camerale fuori dei casi previsti dalla legge – Nullità relativa.

Nell’ipotesi in cui il giudizio d’appello si svolga nelle forme del rito camerale fuori dei casi previsti dalla legge, si verifica una nullità relativa che, a pena di decadenza, deve essere eccepita dalle parti presenti prima che venga compiuto il primo atto del procedimento o, se non è possibile, subito dopo. (Fattispecie in cui l’eccezione di nullità è stata dedotta per la prima volta nel giudizio di cassazione).

    Cass. pen., sez. VI, 28 settembre 2009, n. 38114 (ud. 19 giugno 2009), Ceragioli (c.p.p., art. 181; c.p.p., art. 182; c.p.p., art. 599; c.p.p., art. 601). [RV244764]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti

Pena – Patteggiamento allargato – Applicazione di pene accessorie e misure di sicurezza.

In tema di cosiddetto “patteggiamento allargato”, allorché sia applicata una pena detentiva, congiunta o non a pena pecuniaria, superiore ai due anni, è consentita, nei congrui casi, l’applicazione di pene accessorie e misure di sicurezza, quand’anche non automatiche e rimesse alla valutazione discrezionale del giudice, ferma restando la necessità, ove occorra, di accertare la sussistenza in concreto della pericolosità sociale dell’imputato. (Fattispecie relativa a patteggiamento per il reato di cessione di stupefacenti con contestuale applicazione delle pene accessorie del divieto di espatrio e del ritiro della patente di guida).

    Cass. pen., sez. VI, 30 luglio 2009, n. 31563 (c.c. 9 luglio 2009), Falco (d.p.r. 9 ottobre 1990, n. 309, art. 73; c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 445). [RV244557]

Richiesta – Riproposizione – Possibilità.

La richiesta di patteggiamento, che l’imputato prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado può rinnovare, non deve essere identica a quella precedente, oggetto del dissenso del P.M. ovvero rigettata dal giudice. (In motivazione la Corte ha precisato che il vincolo della riproposizione della medesima richiesta è previsto unicamente dall’art. 464, comma terzo, c.p.p., in caso di richiesta di patteggiamento presentata contestualmente all’opposizione a decreto penale e poi riproposta prima della dichiarazione di apertura del conseguente dibattimento).

    Cass. pen., sez. III, 14 luglio 2009, n. 28641 (ud. 28 maggio 2009), Fontana (c.p.p., art. 444; c.p.p., art. 448). [RV244581]

Richiesta – Subordinaziione alla concessione della sospensione condizionale della pena – Pena superiore ai limiti di concessione del beneficio.

La sentenza di patteggiamento con la quale venga concessa la sospensione condizionale per una pena superiore al limite di concedibilità deve essere annullata nella sua interezza e non solo nella parte relativa alla statuizione illegittima, se l’imputato abbia subordinato la richiesta alla concessione del beneficio. (Fattispecie relativa alla concessione della...

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