Massimario

AutoreCasa Editrice La Tribuna
Pagine781-805

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I testi dei documenti qui riprodotti sono desunti dagli Archivi del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione. I titoli sono stati elaborati dalla redazione

@Abitualità e professionalità nel reato

Abitualità – Ritenuta dal giudice – Criteri di valutazione.

In tema di dichiarazione di abitualità ritenuta dal giudice, qualora le condanne definitive siano già sussistenti nel numero prescritto e per i reati previsti, qualsiasi comportamento o circostanza che si aggiunga alle suddette condanne e riveli una precisa tendenza a delinquere, come una condanna non definitiva per altri gravi reati, tanto più se di indole omogenea, è sintomo ulteriore della qualificata pericolosità sociale del soggetto, tale da giustificare la dichiarazione di abitualità nel delitto.

    Cass. pen., sez. IV, 6 marzo 2009, n. 10298 (ud. 9 gennaio 2009), Proto (c.p., art. 103). [RV244411]

@Abusivo esercizio di una professione

Professione sanitaria – Optometrista – Misurazione della vista e apprestamento di lenti correttive.

Non integra il reato di abusivo esercizio della professione di medico oculista la condotta del medico-optometrista che si limiti alla misurazione della vista e alla predisposizione di lenti correttive nei casi di miopia e di presbiopia, senza compiere valutazioni di carattere diagnostico o svolgere attività terapeutiche dirette non già a rimediare a semplici disfunzioni della funzione visiva, ma ad una vera e propria malattia.

    Cass. pen., sez. VI, 26 giugno 2009, n. 26609 (ud. 29 aprile 2009), Sarti (c.p., art. 348). [RV244467]

@Abuso d’ufficio

Elemento oggettivo – Utilizzo di autovetture e personale di servizio per scopi estranei ai compiti istituzionali – Configurabilità del reato.

Integra il delitto di abuso d’ufficio l’utilizzo di autovetture e personale di servizio per scopi estranei ai compiti d’istituto, non rilevando a tal fine le disfunzioni o l’entità del danno cagionato alla P.A., ma solo l’ingiusto vantaggio patrimoniale procurato dall’agente a sé stesso o a terzi. (Fattispecie relativa alla modifica dell’originaria imputazione di peculato nel delitto di abuso d’ufficio continuato, in cui un prefetto ha disposto e consentito diversi accompagnamenti della moglie per viaggi effettuati con autovetture di servizio).

    Cass. pen., sez. VI, 18 giugno 2009, n. 25537 (ud. 15 aprile 2009), Gallitto (c.p., art. 81; c.p., art. 314; c.p., art. 323). [RV244358]

Elemento oggettivo – Violazione di leggi o regolamenti – Violazione di regolamenti emanati ex D.L.vo n. 267 del 2000

I regolamenti comunali adottati ai sensi del D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), per disciplinare l’ordinamento degli uffici e la dotazione organica, devono essere annoverati tra le Fonti regolamentari la cui violazione può integrare il reato di abuso d’ufficio.

    Cass. pen., sez. VI, 23 giugno 2009, n. 26175 (c.c. 17 marzo 2009), Verolla e altri (c.p., art. 323; d.l.vo 18 agosto 2000, n. 267). [RV244463]

Elemento oggettivo – Violazione di norme di legge o di regolamento – Norme inserite in un bando di concorso.

Ai fini della configurabilità del delitto di abuso d’ufficio, deve escludersi che possa costituire violazione di norme di legge o di regolamento l’inosservanza delle disposizioni inserite in un bando di concorso. (Fattispecie relativa alle prescrizioni contenute in un bando regionale per l’ammissione al finanziamento del “PAL” (piano di azione locale), approvato con delibera degli organi regionali).

    Cass. pen., sez. VI, 12 giugno 2009, n. 24480 (c.c. 26 maggio 2009), P.M. in proc. Carpinelli e altri (c.p., art. 323). [RV244288]

Momento consumativo del reato – Configurabilità del tentativo – Sussistenza.

È configurabile il tentativo di abuso d’ufficio qualora il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio ponga in essere, in violazione di legge o di regolamento o del dovere di astensione, atti idonei diretti in modo non equivoco alla realizzazione di un danno ingiusto o di un vantaggio patrimoniale ingiusto.

    Cass. pen., sez. VI, 26 giugno 2009, n. 26617 (c.c. 1 aprile 2009), Masella (c.p., art. 56; c.p., art. 323). [RV244465]

@Appello penale

Cognizione del giudice di appello – Cause di non punibilità, di improcedibilità, di estinzione del reato o della pena – Inammissibilità originaria dell’impugnazione.

La causa di inammissibilità dell’impugnazione che non sia sopravvenuta (nella specie per ritenuta intempestività) prevale sulla causa di improcedibilità dell’azione penale (nella specie per violazione della clausola di specialità nell’estradizione).

    Cass. pen., sez. I, 17 luglio 2009, n. 29788 (ud. 24 giugno 2009), P.G. in proc. Facchineri (c.p.p., art. 129; c.p.p., art. 585; c.p.p., art. 591; c.p.p., art. 721). [RV244302]

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Appello del solo imputato.

Non viola il divieto della “reformatio in peius” il giudice, che, in presenza dell’appello del solo imputato condannato in primo grado al minimo edittale della pena, non applichi automaticamente la più lieve pena minima prevista dalla legge nel frattempo intervenuta, e, ritenuta la gravità del reato commesso, determini la pena in una misura intermedia tra il minimo edittale della legge precedente ed il minimo edittale della legge successivamente entrata in vigore. (Fattispecie relativa alla condanna per il reato di detenzione di stupefacenti commesso prima dell’entrata in vigore della L. n. 49 del 2006).

    Cass. pen., sez. VI, 26 giugno 2009, n. 26605 (ud. 9 aprile 2009), Corama’ (c.p., art. 2; c.p.p., art. 597; d.p.r. 9 ottobre 1990, n. 309, art. 73; l. 21 febbraio 2006, n. 49). [RV244464]

Cognizione del giudice di appello – Reformatio in peius – Operatività nel giudizio conseguente all’annullamento della sentenza di primo grado.

Il divieto della “reformatio in peius” non opera nel giudizio conseguente all’annullamento della sentenza di primo grado, disposto dal giudice di appello, per la rilevazione di una nullità che travolge l’intero giudizio.

    Cass. pen., sez. II, 16 giugno 2009, n. 24820 (ud. 25 febbraio 2009), M. (c.p.p., art. 525; c.p.p., art. 597; c.p.p., art. 604). [RV244453]

@Applicazione della pena su richiesta delle parti

Richiesta – Natura – Forme vincolate e predefinite.

In tema di patteggiamento, la richiesta di applicazione della pena costituisce un atto dispositivo personalissimo dell’imputato, la cui volontà deve necessariamente essere espressa per-Page 782sonalmente, ovvero, in mancanza, tramite procuratore speciale. (Fattispecie in cui nel corso dell’udienza preliminare, svoltasi nella contumacia dell’imputato, il difensore aveva richiesto ed ottenuto il patteggiamento senza essere fornito di procura speciale).

    Cass. pen., sez. VI, 9 giugno 2009, n. 23804 (c.c. 29 maggio 2009), Izzo (c.p.p., art. 122; c.p.p., art. 444). [RV244289]

@Armi e munizioni

Esportazione, importazione e transito – Importazione dall’estero – Autorizzazione del questore.

L’importazione di armi comuni da sparo necessita sempre dell’autorizzazione del questore, anche per una sola arma, rendendosi necessaria, in aggiunta, anche la licenza del prefetto per l’importazione di armi comuni da sparo in numero superiore a tre. (Fattispecie relativa a detenzione illegale di arma, in quanto acquistata nella Repubblica di S. Marino e importata in Italia senza autorizzazione del questore).

    Cass. pen., sez. I, 15 luglio 2009, n. 28856 (c.c. 27 maggio 2009), P.G. in proc. Broccoli (r.d. 18 giugno 1931, n. 773, art. 17; r.d. 18 giugno 1931, n. 773, art. 31; l. 14 ottobre 1974, n. 497, art. 9; l. 18 aprile 1975, n. 110, art. 11; l. 18 aprile 1975, n. 110, art. 12). [RV244309]

@Associazione per delinquere

Associazione di tipo mafioso – Cessazione della permanenza successivamente alla misura cautelare – Esclusione.

Il delitto di associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.) può continuare a consumarsi anche successivamente all’emissione di una misura cautelare – essendo legato non solo a condotte tipiche ma anche soltanto alla mancata cessazione dell’”affectio societatis scelerum” – fino ad un atto di desistenza che può essere volontaria oppure legale, rappresentato dalla sentenza di condanna anche non definitiva; nel caso di contestazione senza l’indicazione della data di cessazione della condotta, la permanenza deve ritenersi sussistente fino alla data della pronunzia di primo grado.

    Cass. pen., sez. V, 28 luglio 2009, n. 31111 (ud. 19 marzo 2009), Marazia (c.p., art. 416 bis). [RV244479]

Associazione di tipo mafioso – Concorso “esterno” – Configurabilità

In tema di associazione di tipo mafioso, assume il ruolo di concorrente “esterno” colui che, pur non inserito stabilmente nella struttura organizzativa del sodalizio, fornisce tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo, di natura materiale o morale, sempre che questo abbia una effettiva rilevanza causale nella conservazione o nel rafforzamento delle capacità operative dell’associazione, rivelandosi in tal senso condizione necessaria per la concreta realizzazione del fatto criminoso collettivo.

    Cass. pen., sez. VI, 16 luglio 2009, n. 29458 (ud. 26 giugno 2009), Anzelmo (c.p., art. 110; c.p., art. 416 bis). [RV244471]

Associazione di tipo mafioso – Concorso di aggravanti speciali ad effetto speciale – Calcolo degli aumenti di pena.

Nell’ipotesi di concorso tra le circostanze aggravanti ad effetto speciale previste per il delitto di partecipazione ad associazione di tipo mafioso dai commi quarto e sesto dell’art. 416 bis c.p., ai fini del calcolo degli aumenti di pena irrogabili, non si applica la regola generale di cui all’art. 63, comma quarto, c.p., bensì l’autonoma disciplina derogatoria di cui al citato sesto comma dell’art. 416 bis, che prevede l’aumento da un terzo alla metà della pena già aggravata.

    Cass. pen., sez. I, 17 luglio 2009, n. 29770 (ud. 24 marzo 2009), Vernengo e altri (c.p.,...

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