Lingua, legge e letteratura

AutoreMarco Biffi
CaricaRicercatore e professore aggregato di Linguistica italiana e storia della lingua italiana presso l'Università degli Studi di Firenze
Pagine225-239
Lingua, legge e letteratura
MARCO BI FFI
Un linguista, e in particolar modo uno storico della lingua italiana quale
io sono, dopo aver letto il saggio di Nicola Pettinarinon può che interrogarsi
sulla ragione della propria presenza in una tavola rotonda che di questo sag-
gio mette al centro temi e metodologia. Superato l’impatto di sorpresa inizia-
le, tuttavia, è possibile cogliere alcuni spunti che, insieme a quanto ascoltato
dagli altri partecipanti, mi permettono di proporre alcune rif‌lessioni, con la
speranza di poter contribuire ad arricchire la discussione.
È facile intuire perché mi senta in prima battuta “estraneo” al saggio: io
ne sto fuori come il contadino sta fuori dalla legge. Il mio lavoro comince-
rebbe infatti dopo quella porta: come linguista dovrei analizzare, dal mio
punto di vista, che cosa c’è oltre quella porta e vedere se quello che c’è ol-
tre quella porta è linguisticamente accessibile, o meno, al contadino. Con
un’ulteriore criticità, oltretutto, perché la legge si manifesterebbe comun-
que in una lingua che non è l’italiano, e che invece conosciamo attraverso
il f‌iltro dell’italiano (perché la base dell’analisi di Pettinari è la traduzione
del racconto curata da Barnaba Maj1e non la versione originale in tedesco).
Sarebbero quindi necessarie numerose cautele nel proporre considerazioni
“chirurgiche” sulla lingua. Per esempio nella traduzione di riferimento tro-
viamo, appunto, la parola accessibile (zugänglich)2, che oggi è molto evocativa
per chi si occupa di informazione sul web e di semplif‌icazione della scrittura
normativa e amministrativa, ma non so se avrebbe la stessa resa per un te-
L’Autore è ricercatore e professore aggregato di Linguistica italiana e storia della lingua
italiana presso l’Università degli Studi di Firenze. È responsabile del Centro informatico e
del sito web dell’Accademia della Crusca. Il testo riproduce, senza sostanziali modif‌iche, la
relazione orale tenuta dall’Autore nel corso della Tavola rotonda nell’ambito del Seminario
“Entrare nella legge. Digressioni giuridiche da un racconto di Kafka” (Firenze, 16 dicembre
2011).
1B. MAJ,Franz Kafka. Davantialla legge, Bologna, Clueb, 2008.
2Scrive Kafka: «das Gesetz soll doch jedem und immer zugänglich» (F. KAFK A,Sämtli-
che Erzählungen, hg. v. P. Raabe, Frankfurt am Main und Hamburg, Fischer Taschenbuch
Verlag, 1970, pp. 148-149, in particolare p. 148; nella traduzione italiana: «la legge, nel suo
pensiero, dovrebbe esser sempre accessibile a tutti», N. PETTI NARI,Un uomo di campagna
‘davanti alla legge’. Joseph K. incontra le leggi e l’amministrazione: una lettura della qualità
dei testi normativi e degli atti amministrativi, della burocrazia e dei suoi principi, tra diritto e
letteratura, in questo stesso numerodella r ivista “Informaticae dir itto”,p. 216).

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT