Il Liber Belial di Giacomo Palladino

AutoreFrancesco Mastroberti
Pagine17-57
17
CAPITOLO I
Il Liber Belial di Giacomo Palladino
(di Francesco Mastroberti)
1. Il Liber Belial: un’opera europea tra diritto e teologia
In Italia pochi si sono occupati della Consolatio peccatorum seu
lis Christi et Belial, opera scritta dall’ecclesiastico Giacomo Palla-
dino ad Aversa nel 1382, che ha circolato in Europa tra il XV e il
XVI secolo attraverso numerosissime edizioni a stampa con il nome
di Lis Christi et Belial iudicialiter coram Salomone iudice a sede
divina dato agitata super spolio et violencia per eundem Christum
in inferno commissum o Processus Luciferi contra Jhesum coram
iudice Salomone e che è comunemente denominata Liber Belial1.
1 Su Giacomo Palladino e la sua opera cfr. L. G. CERRACCHINI, Cronologia
sacra de’ vescovi ed arcivescovi di Firenze composta da L. G. C., Firenze 1716,
pp. 127-8. F. UGHELLI, Italia Sacra sive de Episcopis Italiae et insularium adjacen-
tium, rebusque ab iis praeclare gestis, deducta serie ad nostram usque aetatem, T.
I, Venetiis 1717, p. 1267; N. PALMA, Storia della città e diocesi di Teramo, Teramo
1836, vol. V.; R. STINTZING, Geschichte der populären Literatur des römisch–ka-
nonischen Rechts in Deutshland, Leipzig, 1867, pp. 271–279; U. CHEVALIER, Re-
pertoire des source historiques du Moyen Age, Paris 1894-1907, Bio-Bibliogra-
phie, vol. II, J-Z, p. 3478; G. CRUGNOLA, Belial o Consolatio peccatorum di G.
Paladini, in «Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti», a. XII (1897), fasc.
XI, pp. 499-501; F. NEUGASS, Studien zur Deutchen Kunstgeschichte. Mittelalter-
liches Chorgesthühl in Deutschland, Strassburg, 1927, pp. 5–18; A. MERCATI, Un
vescovo fiorentino del primo Quattrocento millenarista, in «Rivista di Storia della
Chiesa in Italia», 1948, II, pp. 157-165; P. B. SALMON, Belial; an edition with com-
mentary of the German version of Jacobus de Theramo’s Consolatio peccatorum.
Master of Art Thesis, London 1950; A. PELZER, Palladini, Giacomo in Dizionario
ecclesiastico a cura di A. Mercati and A. Pelzer, vol. II, Torino 1955, p. 103; H.R.
von HAGERMANN, Der processus Belial, in AA. VV., Festgabe zum siebzigstein Ge-
burtstag von Max Gerwig, Basel, 1960, 55–83; N.H. OTT, Rechtspraxis und heils-
geschichte. Zu Überliegerung, Ihonographie und Gebrauchssituation des deut-
chen “Belial”, München, 1983. Quest’ultima può essere considerata l’opera più
completa sul Liber Belial. Tuttavia, vanno segnalati alcuni recenti contributi, tesi
18
FRANCESCO MASTROBERTI
L’autore, prendendo le mosse dalla discesa di Gesù agli inferi e dalla
liberazione delle anime dei Patriarchi, immagina che i diavoli non
accettino di buon grado la spoliazione subita e decidano di promuo-
vere un’azione giudiziaria nei confronti di Gesù. Satana, conferita la
procura a Belial, si appella alla giustizia divina ed ottiene la possibi-
lità di avviare una causa giudiziaria che il Palladino segue in tutte le
sue fasi: dal giudizio di primo grado, presieduto da Salomone a quel-
lo di secondo grado tenutosi davanti al patriarca Giuseppe ed, infine,
all’esame dell’intera controversia da parte di un collegio arbitrale
composto da Isaia, Geremia, Ottaviano ed Aristotele. Le suggestioni
e gli spunti che il testo offre sono innumerevoli sul piano della teo-
logia, del diritto, della letteratura, della simbologia, della iconogra-
fia (nelle varie edizioni a stampa il testo è corredato da molteplici
raffigurazioni indicanti fasi processuali e scene tratte dalla Bibbia).
Nonostante il titolo la Consolatio peccatorum, pur investendo que-
stioni teologiche e risentendo delle vicende politiche del tempo (era
in atto lo Scisma d’Occidente), presenta un interessante contenuto
giuridico. Attraverso la “discesa” dei protagonisti nell’agone giudi-
ziario, essa individua i complicati e oscuri meccanismi processuali,
svelandone – in una godibile forma romanzata - gli arcana al vasto
mondo dei profani. L’intreccio tra teologia e diritto abilmente intes-
suto con l’evidente finalità di offrire ai lettori una chiara esposizione
del processo civile in tutte le sue fasi, connota la Consolatio come
un’opera assolutamente medievale e in quanto tale poco e mal consi-
derata dalla modernità, sia sotto il profilo teologico che sotto quello
giuridico. Per questo il Liber Belial non smette di riservare infinite
difficoltà e qualche sorpresa a chi vi si accosti nel tentativo di offrir-
ad una rivalutazione dell’opera di Palladino e al suo esatto inquadramento nell’am-
bito della pubblicistica del Medioevo: C. CARDELLE de HARTMANN, Die Processus
Satanae und die Tradition der Satanprozesse in «Mittellateinisches Jahrbuch»
39 (2004), pp. 417-430; G. KOCHER, Prozessuale interaktion im Bild, in Symbo-
lische Kommunikation vor Gericht in der Frühen Neuzeit a cura di R. Schulze,
Berlin 2006, pp. 281-297; J. MÜLLER, Belial, in «Handwörterbuch zur deutschen
Rechtsgeschichte», Bd. 1, 2. Aufl., Berlin 2008, pp. 519-520. L’esposizione dei
principali risultati della presente ricerca si può leggere in: F. MASTROBERTI, The
Liber Belial: an European work between law and theology. Introductory notes for
an ongoing research project, in «Historia et ius. Rivista di storia giuridica dell’età
medievale e moderna»» - www.historiaetius.eu – 1/2012.
19
Il Liber Belial di Giacomo Palladino
ne un significato plausibile rifiutandosi di accodarsi alla schiera di
detrattori che da secoli liquidano l’opera come curiosa, stravagante,
empia, farsesca, bizzarra, scherzosa e così via dicendo. Consideran-
do i diversi aspetti di studio si può parlare di una sorta di poliedro
che assume una forma diversa a seconda dell’angolo d’osservazione
e che risulta quasi impossibile considerare nella sua complessità. La
prima difficoltà consiste nel censimento delle edizioni a stampa. Per
il secolo XV si può avere qualche certezza. Il catalogo più attendibi-
le è quello degli incunaboli della British Library (attualmente on line
al sito http://istc.bl.uk/search/search.html) che alla voce “Belial” ri-
chiama 38 edizioni della seconda metà del secolo XV.
Dieci edizioni in lingua latina:
Quattro in Germania. Due ad Augusta (entrambe nel 1472), una a
Colonia (nel 1473) ed una ad Erfurt (nel 1477).
Tre in Francia (due a Lione, di cui una fra il 1476 ed il 1478 e
l’altra precedentemente al 1494; la terza a Strasburgo nel 1484).
Una a Lovanio, in Belgio, fra il 1474 e il 1475;
una a Vienne, in Francia, nel 1478;
una in Olanda, a Gouda nel 1481.
Ventotto edizioni in idiomi nazionali:
una in fiammingo, stampata ad Haarlem nel 1484.
Otto in francese, pubblicate tutte a Lione, rispettivamente nel
1481, nel 1482, fra il 1483 e il 1484, fra il 1484 e il 1485, nel
1486, nel 1487, nel 1490 e nel 1494.
diciannove in tedesco tra le quali vi è la più antica in assoluto,
quindi anche fra quelle stampate in altre lingue, pubblicata a
Bamberga nel 1464. Dodici edizioni sono state pubblicate ad Au-
gusta nel 1472, nel 1473, intorno al 1476, nel 1479, nel 1481, nel
1482, nel 1484, nel 1487, nel 1490, nel 1493, nel 1497 e nel 1500;
tre a Strasburgo, pubblicate nel 1477, nel 1481 e nel 1483; una a
Essling, pubblicata probabilmente nel 1475 (e non dopo questa
data) e una a Magdeburgo stampata nel 1492.
Come si vede l’area europea nella quale il Belial ebbe maggiore
diffusione, almeno nella seconda metà del XV secolo, fu la Germa-
nia dove in tutto – tra edizioni in latino ed edizioni in tedesco – ab-
biamo ben 23 edizioni. Per quanto riguarda il XVI e il XVII secolo
non esiste un inventario affidabile ma si può dire che nella seconda
metà del Cinquecento l’interesse per l’opera venne via via sceman-

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT