Legge e capacità formativa

AutoreClaudio Ascoli
CaricaAttore e fondatore della compagnia teatrale Chille de la balanza
Pagine247-249
Legge e capacità formativa
CLAUD IO ASC OLI
Prendo la parola dopo l’intervento della professoressa Valastro, stimola-
to dagli interrogativi appena proposti sul possibile ed auspicabile rapporto
tra legge e narrazione. Sono un attore, e il mio lavoro è quotidianamente in
contatto/relazione con frammenti, e probabilmente anche questo mio breve
intervento non avrà, e non potrebbe avere, il carattere di rif‌lessione com-
piuta: aff‌ido a chi mi ascolta il compito di trovare, se c’è, un senso alle mie
quattro parole.
Ritorno alla narrazione ed all’ipotesi di avvalersi di essa per meglio def‌i-
nire e far comprendere, oggi, la legge.
Lavoro in questi giorni sulla f‌igura e l’opera di don Lorenzo Milani e
soprattutto su ”Lettera a una professoressa”, libro di scrittura collettiva degli
allievi della scuola di Barbiana, che propongo al pubblico con una partitura
di teatro di narrazione.
“Lettera” è del 1967: da allora ai nostri giorni la società è diventata molto
più complessa, in continua e rapida evoluzione tecnologica e culturale. Oggi
nessuno più comprende, e nemmeno ha più l’ambizione di “comprendere
il tutto”: ci si confronta con singole parti, piccoli elementi e tutto ciò av-
viene sempre più in fretta! Siamo, credo, nell’era di una rapida obsolescenza
dei percorsi informativi. E sembra che la sola idea di confrontarsi con una
complessità ci faccia sentire vecchi, quasi fuori tempo.
Anni fa la legge, e prendiamo ad esempio la legge italiana per eccellen-
za, cioè la Costituzione, aveva una doppia funzione: da un lato regolare i
comportamenti, gli avvenimenti, dall’altro formare i cittadini. Oggi questo
ruolo, diciamo così, formativo mi sembra del tutto scomparso: si è soven-
te in presenza di leggi distanti dal comune sentire della gente, astruse, tal-
volta incomprensibili, f‌inalizzate principalmente ad impedire; ecco perché
sempre più spesso si pensa che vadano cancellate, semplif‌icate e/o cambia-
te...seguendo purtroppo l’interesse individuale o di potenti lobbies. È in
merito opportuno ritornare a Don Milani, per marcare la distanza tra la sua
posizione e quella appena enunciata. Nella “Lettera ai giudici” don Lorenzo,
L’autore è attore e fondatore della compagnia teatrale Chille de la balanza (http://www.
chille.it), nata a Napoli nel 1973 e che opera dal 1998 negli spazi di San Salvi, ex manicomio di
Firenze. Il testo riproduce l’intervento dell’Autore al dibattito seguito al Seminario “Entrare
nella legge. Digressioni giuridiche da un racconto di Kafka” (Firenze, 16 dicembre 2011).

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