1984. L"informatica nella società contemporanea

AutoreVittorio Frosini
Pagine163-178

Page 163

@1. Dall'utopia di Th. More alla anti-utopia di G. Orwell

Se un anno merita di essere ricordato con un nome di persona, il 1984 deve essere designato come l'anno di George Orwell, lo scrittore inglese che diede il numero di quest'anno come titolo al suo romanzo, l'ultimo da lui scritto poco prima della sua morte. Esso apparve trentacinque anni or sono, quand'era finito da poco il 1948; giacché il libro porta come titolo, diversamente da tutti gli altri romanzi, non una parola ma una cifra, simile in questo ad una macchina prodotta nell'età industriale; e questa cifra risulta dall'inversione del '48, l'anno della sua composizione, nell'84, l'anno della sua profezia.

Scrivendo questo libro, Orwell ha proiettato la sua immaginazione dinanzi a sé, nel tempo di un mondo ancor non nato; così come un altro scrittore inglese, Thomas More, aveva collocato l'isola di Utopia in uno spazio inesistente. Il 1984 di Orwell fa riscontro alla Utopia di More, giacché esso consiste precisamente in una utopia negativa, anzi nella negazione proprio di quel mondo, che More aveva immaginato come il regno della ragionevolezza, dell'eguaglianza, della felicità. Il 1984 diPage 164 Orwell è dunque una anti-utopia, cioè una profezia politica a rovescio: giacché esso è la profezia atterrita di un futuro che non si vuole vedere realizzato, e che perciò si provvede a rimuovere dalla coscienza con un procedimento deprecatorio, che vale come esercizio di un esorcismo letterario per fugare i fantasmi assedianti la coscienza dell'uomo a metà del XX secolo.

Tuttavia, nell'opera di Orwell vi è un elemento fondamentale della sua composizione, che ha conferito ad essa il suo fascino, la sua popolarità e la sua verità più profonda. Orwell ha individuato e previsto la caratteristica più significativa di questa seconda metà del secolo, che consiste nell'avvento di una tecnologia dell'informazione, ossia nel trattamento razionalizzato, automatizzato, reificato dell'informazione, che è divenuta elemento primario della nuova società tecnologica.

@2. La «pentecoste tecnologica» nella cultura della società contemporanea

Questa è, infatti, la novità più rilevante emersa dal progresso scientifico, culturale, sociale della seconda metà del secolo; intendendo «culturale» come attributo proprio dell'uomo in quanto «animale culturale», soggetto a mutazioni antropologiche a seguito di eventi e trasformazioni di carattere culturale, cioè connessi alla struttura mentale dell'uomo, all'immagine che egli esprime di se stesso. Gli esseri viventi in genere sono infatti sottomessi alle leggi ed alle variazioni dell'ambiente fisico, in cui essi vivono e si perpetuano con la generazione; ma il caso dell'uomo è diverso. Una scoperta di carattere tecnico può fare di questo bipede un cavaliere, fornito della velocità e resistenza del cavallo; può fare di questo animale terrestre un essere marino, capace di attraversare gli oceani su una zattera; può fare di lui un volatile, che si innalza nei cieli. Con l'invenzione dell'elaboratore elettronico, si è verificataPage 165 una nuova trasformazione dell'uomo, che ha profondamente modificato la sua immagine interiore. Orwell non conobbe questa scoperta, che avrebbe avuto applicazioni e conseguenze che si spingono al di là della sua stessa profezia. Egli però intuì la direzione, in cui procedeva l'uomo alla metà del nostro secolo: quella della ricerca di una forma nuova della conoscenza e della comunicazione adatta alla società di massa nella nuova età tecnologica.

Si vorrebbe dire, con una metafora arrischiata, che egli avvertì l'avvento di una «pentecoste tecnologica»: ossia la capacità dell'uomo di disporre di una nuova forma dell'informazione, che richiama alla memoria l'episodio miracoloso narrato negli Atti degli Apostoli (2, 1-13), allorché gli uomini di quindici popoli diversi ascoltarono il discorso degli Apostoli ciascuno nella sua lingua, e si realizzò così l'unità spirituale del genere umano.

@3. L'informazione come vincolo di socialità umana

L'informazione è divenuta un bene primario per l'uomo contemporaneo, che senza di essa non potrebbe vivere e tanto meno sopravvivere nel ricordo; la società umana può essere oggi definita correttamente come «società dell'informazione», nella quale l'informazione costituisce il vincolo essenziale fra gli uomini, in quanto essa serve a fare riconoscere l'uomo negli uomini, senza distinzione di frontiere. La nuova tecnologia dell'informazione, che si vale delle trasmissioni televisive, degli elaboratori elettronici, dei satelliti artificiali, assolve così ad un compito, che veniva svolto in precedenza dalla diffusione dell'ideologia religiosa o politica, e cioè quello di stabilire l'unità morale della specie umana nella dimensione planetaria.

L'informazione può essere definita sinteticamente come la capacità di accumulazione, elaborazione e distribuzione dell'esperienza umana per mezzo di unPage 166 linguaggio, che può essere orale, o gestuale, o simbolico: che può cioè valersi delle facoltà umane dell'udito, o della vista, o dell'astrazione. Nella società contemporanea l'informazione si presenta con caratteri finora sconosciuti nella storia della civiltà umana, per quanto attiene alla sua quantità, alla sua varietà, alla sua rapidità, alla sua persistenza, e infine, e questo è il carattere decisivo e condizionante gli altri, alla sua automazione.

Come ha scritto uno studioso norvegese, Jon Bing, l'elaboratore elettronico ha «messo in libertà» l'informazione: essa non fa più corpo con la parola scritta sulla pietra o sulla pagina, o incisa sul disco o sulla colonna sonora, e nemmeno con la carica fissata sulla piastrina di silicio, che compone la memoria magnetica dell'elaboratore: perché essa non ha più bisogno di essere trasportata con l'oggetto che la incorpora. Questa autonomia è stata acquistata dall'informazione odierna grazie alla sua trasposizione in un procedimento elettronico, che non solo riceve e trasmette ma produce nuova informazione.

@4. Caratteri dell'informazione nel passato e nel presente

La civiltà ha avuto inizio con lo scambio di informazioni fra gli uomini, scambio inteso come accumulo e flessibilità e comunicazione, con cui l'esperienza...

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