Investigazioni in tema di detenzione di materiale pedopornografico e cooperazione informativa
Autore | Antonio Barili - Davide Gabrini - Dario Lanterna |
Carica | Gli AA. svolgono attività di ricerca presso il Laboratorio di Informatica Forense del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione dell'Università di Pavia |
Pagine | 303-313 |
Investigazioni in tema di detenzione di materiale
pedopornografico e cooperazione informativa
ANTONIO BA RI LI, DAVID E GAB RIN I, DAR IO LAN TE RNA ∗
SOMM ARI O:1. Introduzione – 2. Sviluppo della normativa di contrasto – 3. I proce-
dimenti per detenzione di materiale pedopornografico – 4. Conclusioni
1. INT RODU ZI ONE
L’utilizzo sistematico di minori a fini di realizzazione di materiale porno-
grafico va di pari passo con l’evoluzione delle tecnologie che ne permettono
la produzione e la diffusione.
La prima fase di tale processo assume dimensioni significative a partire da-
gli anni Sessanta e raggiunge il suo apice negli anni Settanta del secolo scorso
grazie alla diffusione della stampa rotocalcografica1eoffset2. Tali tecnologie
consentono di realizzare riviste ricche di immagini a colori di buona qualità,
a costi contenuti e in grandi volumi, il che contribuisce a contenere il costo
finale dei prodotti.
Questo fenomeno – e non la diffusione della rete Internet come si tende
a credere – determina la nascita dell’industria della pornografia “di massa” o
– come viene oggi indicata – l’“Adult Entertainment Industry”.
Sul mercato si diffondono rapidamente riviste talvolta di ottima qualità
grafica ed editoriale, ma caratterizzate da un contenuto dichiaratamente ero-
tico se non esplicitamente pornografico (distinzione difficile, il cui approfon-
dimento non rientra nello scopo di questo lavoro).
Risalgono agli anni Settanta le cosiddette pubic wars, ovvero la rincorsa
delle diverse testate “per soli uomini” alla pubblicazione di immagini sem-
pre più esplicite o revealing, come venivano indicate, tuttavia il fenomeno
∗Gli AA. svolgono attività di ricerca presso il Laboratorio di Informatica Forense del
Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione dell’Università di Pavia.
1Nella stampa rotocalcografical’inchiostro viene trasferito alla carta attraverso un sistema
di cellette di diverso volume (incavografia); il risultato finale presenta elevate caratteristiche
di brillantezza e ottima qualità delle immagini.
2Nella stampa offset l’immagine viene prima formata su una lastra o un cilindro e suc-
cessivamente trasferita alla carta; la qualità del risultato è inferiore rispetto alla stampa ro-
tocalcografica, ma la stampa può avvenire praticamente su ogni tipo di carta e con elevati
volumi.
Edizioni Scientifiche Italiane ISSN 0390-0975 ISBN 978-88-495-3285-2
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