Introduzione

AutoreMichele Nardi
Pagine13-17
INTRODUZIONE
I
Perché Dio consente che il male si abbatta sui deboli, gli innocenti, i giusti?
Il dolore dell’innocente che si leva da ogni angolo della terra deve rimanere
materia di riessione dei teologi o può diventare la base per una riessione più
ampia che investa la stessa struttura delle associazioni umane, delle collettivi-
tà, dei popoli e, inne, degli Stati?
E quando possiamo parlare di giusto o di innocente?
È sufciente il verdetto di un Tribunale, nelle migliori delle ipotesi, per se-
gnare il discrimine fra un uomo che merita di soffrire e uno che non lo merita?
Ed è legittimo per uno Stato irrogare il dolore, in qualche modo addirittura
reclamarne il monopolio come strumento di governo dei popoli?
Il nostro senso comune ci dice che questo ci basta.
Vi è una meritocrazia del dolore.
Vi sono uomini che lo meritano.
Ma è proprio questo quello che pensano, che hanno sempre pensato, gli
aguzzini di ogni angolo della terra.
Il secolo appena trascorso ha partorito ideologie aberranti che hanno pre-
teso di dimostrare che occorreva annientare uomini e popoli interi per il bene
dell’umanità.
La mano del boia è sempre sorretta dalla convinzione di praticare la giusti-
zia, in ogni angolo della terra.
E in nome di questa convinzione vengono praticati i peggiori crimini con-
tro l’umanità.
Persino la Chiesa istituzione ha ceduto a questa maleca tentazione, a que-
sto inganno diabolico.

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