Introduzione

• Autore: Vincenzo Di Maggio
• Occupazione dell'autore: Avvocato. Presidente del C.d.A. Fondazione Scuola Forense di Taranto
• Pagine: 6-7

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Una rinnovata liturgia del corpo e dell’anima ha restituito al cibo, in questi anni, l’attenzione che merita, portandolo al centro di un dibattito multidisciplinare incentrato sui temi della vita, della salute e del “progresso secondo natura”.

Il tema del cenacolo diventa oggi l’occasione di un confronto tra giuristi attenti al cambiamento.

Il rapporto tra cibo e vita, come quello tra cibo e tradimento, o tra cibo e morte, affascina, oggi, più di ieri, arricchendo di colori e argomentazioni le tavole imbandite da Leonardo e Bassano, da Caravaggio e Sassu, da Guttuso e Warhol.

Il vino dipinto da Berentz potrebbe, oggi, essere quello di Manduria, il pane raffigurato da Bassano, potrebbe essere quello di Matera e il prosciutto rappresentato da Munari, potrebbe essere di Parma.

Il simbolo evoca oggi molte più argomentazioni di quante storicamente ne contenga.

Non rimanda solo alla vita, ma alle problematiche ad essa connesse.

Implica un cambiamento e, soprattutto, allude ad una ricerca ossessiva della qualità, in contrapposizione al dilagante ed impersonale fenomeno della clonazione industriale e tecnologica.

Il diritto alimentare, nato dalla necessità di definire e risolvere le problematiche afferenti alla produzione, consumazione e scambio di cibo all’interno di un mercato globale fortemente disomogeneo, trova in queste pagine lo spazio per un approfondimento mirato.

L’identificazione di un consumatore qualificato impone, in fatti, un’attenzione particolare alla normativa di riferimento, alle dinamiche ed ai principi che regolano sia la “selezione”, laPage 7 “catalogazione” e la “protezione” dei prodotti DOP, DOC e IGP, che la loro “tracciabilità”, ovvero l’esatta individuazione della loro provenienza, affinché le scelte che questi compie siano colorate e dettate, sempre più, da consapevolezza e certezze.

Non...