Interpello tributario e tutela in sede giurisdizionale de l contribuente

AutoreFrancesco Fratini
Pagine201-303
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CAPITOLO TERZO
INTERPELLO TRIBUTARIO E TUTELA
IN SEDE GIURISDIZIONALE DEL CONTRIBUENTE
SOMMARIO: 1. L’indagine sul diritto all’esercizio dell’azione giurisdizionale re-
lativamente all’istituto dell’interpello tributario: motivazione e questioni
fondamentali esaminate. - 2. La posizione giuridico-soggettiva del contri-
buente con riferimento ai rapporti con l’Amministrazione nell’ambito della
disciplina dell’interpello. - 3. La posizione giuridica del contribuente con ri-
ferimento alla vincolatività della risposta resa in sede di interpello. - 4. Le
diverse argomentazioni a favore della qualificazione della posizione del
contribuente nell’ambito della disciplina dell’interpello quale interesse le-
gittimo. - 5. L’esistenza dell’interesse al ricorso quale premessa necessaria
per ottenere un giudizio sul merito nei riguardi degli atti di consulenza giu-
ridica resi dall’Amministrazione. La “Rechtsschutzbedürfnis” letteralmente
“bisogno di tutela giurisdizionale” nella disciplina concernente l’interpello
tributario. - 6. La tecnica dell’enumerazione degli atti elencati dall’art. 19
del D.Lgs. n. 546/92 pone (anche con riferimento a tale specifico profilo)
notevoli perplessità in merito all’impugnabilità degli atti di interpello in-
nanzi le Commissioni Tributarie. - 7. L’impugnazione in via incidentale dei
pareri resi in sede di interpello per quella parte di essi che condizionano
l’atto autoritativo dell’Amministrazione il quale, incidendo sul rapporto giu-
ridico d’imposta, è ascrivibile tra quelli impugnabili. - 8. Il ruolo della giu-
risdizione del giudice amministrativo nell’ambito del sistema della giustizia
tributaria. Le ragioni che portano ad escludere l’ammissibilità di una tutela
diretta davanti al menzionato giudice. - 9. Responsabilità per danni
dell’Amministrazione Finanziaria nell’ambito della disciplina dell’interpello. -
10. Le singole ipotesi nelle quali potrebbe configurarsi la diretta impugnabi-
lità dinanzi al giudice tributario delle risposte fornite in sede di interpello.
La casistica riguardante la normativa in materia di controlled foreign com-
panies legislation. - 11. L’indagine sulle possibili forme di tutela giurisdi-
zionale esperibili avverso l’interpello tributario reso in materia di “consoli-
dato mondiale”. - 12. Alcune riflessioni in ordine all’impugnabilità del pare-
re (negativo) dell’Amministrazione Finanziaria reso in seno alla disciplina
riguardante la disapplicazione delle disposizioni antielusive analitiche. -
12.1. La casistica concernente la disciplina delle società di comodo. - 13.
Alcune considerazioni minime in ordine ai profili di tutela giurisdizionale
previsti dall’ordinamento comunitario in materia di informazioni vincolanti
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adottate dall’Agenzia delle Dogane. - 14. La tematica della inesigibilità del-
la prestazione tributaria in ragione della lesione del principio della tutela
dell’affidamento del contribuente. L’intervento giurisdizionale in un mo-
mento successivo all’adozione dell’interpello tributario. Possibili forme di
tutela azionabili avverso gli atti adottati dall’Amministrazione finanziaria
nell’ambito delle funzioni di accertamento, riscossione e sanzionatorie in
contrasto con le risposte dalla stessa rese in sede di interpello.
1. L’indagine sul diritto all’esercizio dell’azione giurisdizionale
relativamente all’istituto dell’interpello tributario: motivazione
e questioni fondamentali esaminate
Nell’ambito del precedente capitolo abbiamo esaminato le misure
giustiziali in sede amministrativa esistenti ravvisando – in termini ge-
neralizzati – l’operatività del rimedio a carattere straordinario del ri-
corso al Capo dello Stato. La nostra analisi, come ci si era prefissi nel-
le premesse, prosegue nei confronti dei rimedi aventi natura giurisdi-
zionale ed esperibili nei riguardi dei pareri/risposta resi dal Fisco.
In questo specifico contesto l’istituto dell’interpello, stanti i
vincoli presenti nell’ambito della vigente disciplina processuale,
reclama, nella dinamica delle tutele ad esso correlate, soluzioni
giuste ed attuali. Nell’ambito delle nuove regole di organizzazione
dei modelli processuali vigenti occorre risolvere le crescenti istanze
di tutela scaturenti dal progressivo consolidamento dell’istituto.
Secondo questa prospettiva, la nostra indagine è tesa ad esplo-
rare la possibilità del privato di promuovere un’azione giurisdizio-
nale avente ad oggetto (nei termini del petitum immediato) un pare-
re reso in sede di interpello.
Per poter procedere nell’analisi che ci siamo proposti è necessario
effettuare alcune preliminari considerazioni di ordine generale.
Nell’ambito delle dottrine generali, il processo è definito come
una sequenza di atti che viene messa in moto dalla domanda (giu-
diziale) che una parte rivolge al giudice ed avente ad oggettouna
controversia con un’altra parte, per ottenere una pronuncia giuri-
sdizionale1.
1 Con riferimento alla definizione generale si rimanda all’opera di G. CHIO-
VENDA, Istituzioni di diritto processuale civile, Napoli, 1957, 25 ss.
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Da tale definizione emerge che il processo è il risultato della
combinazione di due distinte attività: i) l’esercizio della funzione
giurisdizionale – consistente nell’attività degli organi dello Stato di
adottare provvedimenti giurisdizionali e, quindi, di rendere giustizia –
e ii) l’esercizio dell’azione riguardante le attività compiute dalle
parti per ottenere la pronuncia del giudice.
A causa delle oggettive difficoltà dell’indagine avente ad og-
getto la sindacabilità giurisdizionale dei pareri resi nell’ambito del-
le procedure di interpello (sulla quale ci siamo già espressi in ter-
mini negativi a più riprese nei paragrafi introduttivi), la nostra rifles-
sione non può prescindere dall’approfondimento, nel contesto in di-
scussione, dei concetti generali di giurisdizione e di azione; e ciò al
fine di verificare se, con riferimento a particolari fattispecie di inter-
pello, una forma di tutela giurisdizionale sia ipotizzabile o meno.
Con riferimento alla nozione di giurisdizione – della quale par-
leremo più avanti – ci occuperemo dei tratti differenziali esistenti
tra giurisdizione ordinaria e speciale tributaria.
L’azione è, invece, il diritto di provocare l’esercizio della fun-
zione giurisdizionale; solo dopo essere stato attivato da un atto del
singolo, l’organo giurisdizionale entra in azione sia per riaffermare
la pienezza di un diritto illegittimamente leso, sia per rimuovere
l’incertezza creatasi in ordine alla esistenza di un diritto, sia, infine,
per applicare le misure sanzionatorie contemplate dalla legge.
L’azione, per produrre tutti gli effetti che essa si propone, deve
soddisfare determinate condizioni; al riguardo occorre distinguere
tra due categorie fondamentali di requisiti, la cui esistenza è indi-
spensabile ai fini della fruttuosità dell’esercizio dell’azione stessa:
i) i presupposti processuali – intendendosi per essi la competenza e
la c.d. legittimazione processuale, ossia il potere del soggetto che
propone la domanda, nonché del soggetto nei cui confronti la do-
manda è proposta, di compiere gli atti processuali –; ii) e le condi-
zioni dell’azione intendendosi per esse – oltre alla legittimazione
ad agire (cd. legitimatio ad causam), l’esistenza del diritto –
l’esistenza dell’interesse2.
2 Con riferimento ai presupposti processuali ed alle condizioni per l’eser-
cizio dell’azione giurisdizionale in una dimensione non strettamente connessa

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