Per un Tribunale internazionale per l'ambiente. Resoconto della IV Conferenza internazionale

AutoreRoberta Nannucci
CaricaIstituto per la documentazione giuridica del CNR
Pagine245-251

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Dal 2 al 5 giugno 1994 Venezia è diventata la capitale verde del mondo, Alla Fondazione Cini, nell'isola di San Giorgio, si è tenuta la IV Conferenza internazionale «Verso un governo mondiale dell'ambiente», promossa dalla Fondazione per il tribunale internazionale dell'ambiente in collaborazione con il CNR, la Regione Veneto, la Provincia e il Comune di Venezia.

Oltre trecento esperti provenienti da cinquanta Paesi nel mondo sono convenuti a Venezia per gettare le basi per la creazione di una legislazione ambientale internazionale dopo il summit di Rio, avvenuto nel 1992.

Il summit di Rio de Janeiro, promosso nel 1989 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, doveva essere la pietra miliare per un nuovo ordine mondiale dell'ambiente, poiché alla conferenza parteciparono molti rappresentanti politici e di organismi non governativi del pianeta che concordarono una serie di iniziative comuni sintetizzate nella cosiddetta Agenda 21.

Il confronto degli esperti (giudici argentini e giapponesi, ecologi filippini e dell'Uzbekistan, amministratori cinesi, studiosi e ricercatori europei, russi e americani, religiosi islamici e cattolici nonché politici, amministratori pubblici di organizzazioni nazionali e internazionali) presenti alla conferenza si è articolato in cinque forum paralleli, che hanno spaziato nelle più diverse tematiche. Ciascun forum ha in realtà approfondito attraverso una molteplicità di contributi provenienti dai vari Paesi e organismi rappresentati l'apporto alla questione ambientale di alcuni aspetti particolari (quali ad esempio, le politiche e le economie, le istituzioni e le norme giuridiche, la cultura e l'arte, la società, le religioni e la scienza), anche perché la soluzione dei problemi ecologici che colpiscono il nostro pianeta non passa per la sola normativa. Le problematiche dei Paesi sviluppati sono assai diverse da quelle, ad esempio, dei Paesi più poveri.

L'attenzione della conferenza veneziana era comunque rivolta verso laPage 246 creazione di una Corte internazionale di giustizia ecologica, che consenta di realizzare un pilastro essenziale di quell'ordine globale in cui il principio della compatibilita possa armonizzare il diritto alo sviluppo con quello dell'ambiente.

Il Tribunale verde è un'iniziativa che da anni Amedeo Postiglione, magistrato della Corte di Cassazione italiana, persegue. Già nel 1987 ha promosso la Fondazione per il tribunale internazionale dell'ambiente e Comitati spontanei di sostegno all'iniziativa si sono formati in Argentina, Grecia, Giappone, Messico, Spagna e Portogallo.

Il magistrato pensa ad una sorta di tribunale sovranazionale, simile a quello dell'ONU che ha sede all'Aja, a disposizione non solo degli Stati ma anche dei cittadini del mondo. Il tribunale dovrebbe essere un organo permanente con il potere giuridico di dirimere le controversie e i problemi emergenti sull'utilizzo delle risorse comuni (ad esempio, mari e fiumi), ma anche con la forza di far applicare le convenzioni e il diritto internazionale in materia. Allo stato attuale, molte sono le leggi o le intese tra Stati che non vengono rispettate da quei governi che quegli accordi hanno sottoscritto. Come esiste la Corte dei diritti umani di Strasburgo o quella interamericana, dovrebbe esistere un organismo giuridico che si occupi deie grandi questioni ambientali (il buco dell'ozono, la distrazione della foresta amazzonica, l'inquinamento dei mari e i molti altri problemi che minacciano la vita sulla terra).

Numerosissimi i crimini ecologici che hanno minacciato la sopravvivenza sul pianeta; a titolo esemplificativo si ricordino Seveso, 1978; Chernobyl, 1988; Sandoz, 1989; Haven 1991; Exxon Valdez, 1991.

Il Tribunale dovrebbe essere affiancato da un'Agenzia internazionale di pronto intervento, con un ruolo di controllo sia della legislazione ecologica sia di tutte quelle aree - gli oceani, l'Antartide, lo spazio - che non ricadono sotto la...

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