Diritti di proprietà intellettuale e finanziamento alle imprese: le garanzie reali sulla proprietà industriale
Autore | Elena Christine Zaccaria |
Carica | Dottoranda in Financial Law presso la London School of Economics and Political Science |
Pagine | 411-437 |
411
rivista di diritto privato Saggi e pareri
3/2013
Diritti di proprietà intellettuale
e nanziamento alle imprese: le garanzie reali
sulla proprietà industriale
di Elena Christine Zaccaria*
SOMMARIO: 1. Introduzione – 2. Norme applicabili ai diritti di garanzia sui titoli di
proprietà industriale – 3. La natura della garanzia e il ruolo della pubblicità – 4.
L’assenza dello spossessamento e gli obblighi del costituente – 5. La difesa del credito
garantito: il diritto di ritenzione e l’assegnazione del bene in pagamento – 6. Prospet-
tive di riforma: cenni all’esperienza statunitense – 7. Il modello UNCITRAL: un tenta-
tivo di adattamento della disciplina tradizionale alle nuove esigenze di modernizza-
zione e di sviluppo delle imprese.
1. Introduzione
L’attività dell’impresa è sempre legata alla necessità di ottenere nanziamenti sen-
za privare l’imprenditore dei beni necessari al completamento del ciclo produttivo.
Questa esigenza economica ha favorito la creazione di gure nuove di collateral che
consentono alle imprese di ottenere nanziamenti, assicurando nel contempo la
tutela del credito. Ciò è reso possibile attraverso l’adozione di garanzie mobiliari
convenzionali che consentono all’imprenditore/debitore di costituire il collateral,
ossia il bene oggetto della garanzia, su una varietà di beni materiali o immateriali
rientranti nel patrimonio dell’azienda e aventi valore commerciale.
La creazione di queste nuove forme di garanzia è avvenuta in maniera diversa nei
vari ordinamenti nazionali, che hanno dimostrato un diverso grado di essibilità
nell’adeguarsi alle nuove esigenze economiche.
Tra i vari tipi di collateral, i beni immateriali costituiscono ormai un asset impor-
tante del patrimonio aziendale e, in quanto “componente strategica della capacità
competitiva dell’impresa e della sua stessa idoneità alla produzione di risorse”,1 sono
spesso impiegati dall’imprenditore/debitore come oggetto della garanzia per facilita-
re la concessione del credito.
* Dottoranda in Financial Law presso la London School of Economics and Political Science.
1 G. Piepoli, Autonomia privata e garanzie reali sulla proprietà industriale in Contr. e Impr., 3, 2009, 627 e in
Annali it. dir. autore, 2009, 289 ss.
412
Saggi e pareri rivista di diritto privato
3/2013
In questa nuova prospettiva si colloca la tematica delle garanzie mobiliari con-
venzionali su quella specica area dei beni immateriali, che, insieme agli strumenti
nanziari, costituiscono un punto di riferimento essenziale per le garanzie del credi-
to, ossia gli asset di proprietà intellettuale o IP asset.
Si tratta, infatti, di beni che hanno ormai acquisito un signicato economico ri-
levante per la vita delle imprese e questo spiega in parte la tendenza ad aancare
l’attuale sistema di protezione della proprietà intellettuale ad un’ecace politica
aziendale di valorizzazione del patrimonio dei beni immateriali.
Oltre ad incrementare la redditività aziendale grazie allo sfruttamento dei pro-
venti derivanti dal loro utilizzo, i diritti di proprietà intellettuale possono anche
ottimizzare la patrimonializzazione e la gestione nanziaria attraverso un loro im-
piego per acquisire nuove risorse nanziarie. L’interesse, infatti, ad avvalersi dei di-
ritti di proprietà intellettuale per ottenere la concessione del credito è senz’altro te-
stimoniato dalla prassi. Si pensi alla crescente frequenza di garanzie reali sui marchi
e sui brevetti che, sebbene al momento poco utilizzate nella pratica bancaria italiana,
sembra costituire una tendenza ormai consolidata in molti paesi a capitalismo avan-
zato, come ad esempio gli Stati Uniti e la Germania2. Un esempio signicativo è
dato dal caso di General Motors, il colosso automobilistico americano, che nel 2009
ha dato in pegno al governo degli Stati Uniti il proprio portafoglio brevetti, a garan-
zia della restituzione dei nanziamenti federali.3 Andando indietro nel tempo, si
può ricordare anche il caso di omas Alva Edison che, verso la ne del XIX secolo,
aveva impiegato il proprio portafoglio brevetti come collateral per ottenere i nan-
ziamenti necessari alla costituzione della Edison General Electric Company, dalla
quale è nata successivamente la General Electric.4
Questa tendenza si inserisce in un trend più ampio diretto anche alla realizzazio-
ne di nuove pratiche di monetizzazione degli asset di proprietà intellettuale. Queste
“nuove pratiche” si presentano come alternative rispetto alle più tradizionali tipolo-
gie di sfruttamento e sono basate principalmente su nuovi strumenti nanziari qua-
li i c.d. nanziamenti asset-backed o cartolarizzazioni. Tali operazioni di nanza
strutturata, i cui primi esempi sono stati realizzati nei Paesi di common law, sono
basati su procedure di cartolarizzazione di diritti IP (IP-Asset Backed Securitization).
In particolare, negli ultimi anni, questa pratica si è aermata principalmente in am-
bito cinematograco attraverso la valorizzazione dei diritti d’autore che sono senza
2 V., a riguardo, L. C. Ubertazzi, Spunti sulla valutazione dei marchi, in Riv. Dir. Ind., 2006, 166 ss e G. Capo,
I nanziamenti bancari garantiti da IP, in Annali it. dir. autore, 2009, 19-20.
3 GM receives $4 billion in government loans in Topnews del 1 gennaio 2009.
4 Sul punto v. S. K. Balwin, To Promote the Progress of Science and Useful Arts: A Role for Federal Regulation of
Intellectual Property as Collateral, 143 U. Pa. L. Rev. 1701, 1995, 1703.
Per continuare a leggere
RICHIEDI UNA PROVA