Informatica e procedimenti decisionali nel diritto

AutoreElio Fameli
Pagine125-162

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@Introduzione

L'applicazione delle tecniche informatiche nel diritto non pone soltanto problemi di compatibilita tra dati e procedimenti giuridici da una parte e caratteristiche ed esigenze dell'automazione dall'altra. Le indagini volte in questo senso sono valse soprattutto a introdurre e diffondere anche nell'ambito giuridico innovazioni tecnologiche e orientamenti metodologici acquisiti negli ultimi decenni. Occorre però tener presente che questo fenomeno di progressivo avvicinamento e graduale compenetrazione tra diritto e tecnologia non può svolgersi in maniera neutrale ed esterna rispetto alla coscienza del giurista e ala stessa teoria e metodologia del diritto, ma, al contrario, va direttamente a incidervi e, nel contempo da esse dovrebbe essere sostanzialmente condizionato e indirizzato.

Nello studio qui affrontato s'è inteso soprattutto ricondurre a quest'ottica particolare l'evoluzione complessiva del'informatica giuridica, ripercorrendone le grandi linee di sviluppo e riesaminandone le varie potenzialità applicative in rapporto alle teorie e agi orientamenti prevalenti sulla struttura e sulla funzione del diritto.

I limiti dell'indagine hanno imposto di segnalare in maniera superficiale i problemi invece di comporne organicamente l'esame in un quadro ordinato di riferimento, ma alla riflessione s'è ritenuto opportuno provvedere il supporto d'un ampio riscontro nell'analisi finalizzata di numerose esperienze concrete.

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@I. Informatica e teoria del diritto: dal normativismo al decisionismo

Nell'area delle scienze sociali otmai da alcuni decenni si assiste a un sempre più frequente ricorso al concetto di decisione: termini come choice, game, decision, decision making, derivati dalla letteratura dei Paesi anglosassoni, sono divenuti d'uso corrente in campi di studio sempre più numerosi e interdisciplinari, in vario modo esprimendo quell'esigenza di razionalizzazione dell'agire sociale che per molti versi contrassegna la scienza contemporanea.

Restringendo l'analisi al diritto, risulta subito evidente come l'attenzione del giurista sia stata inizialmente attratta dal concetto di decisione in riferimento alle scelte di carattere politico e amministrativo; in particolare il rapido e continuo espandersi di queste ultime nella configurazione tipica dello Stato moderno giustifica la rilevanza non solo quantitativa degli studi che vi sono stati dedicati, E tuttavia, una rassegna anche superficiale delle opere giuridiche che su questo tema sono note dimostra come, tanto nella sfera politica quanto in quella amministrativa l'elaborazione d'uno specifico concetto di decisione delimitato in rapporto alle precise esigenze del settore considerato, resti piuttosto al livello delle intenzioni programmaticamente dichiarate dagli Autori, invece di tradursi in costruzioni tecniche adeguate e puntuali1.

Nell'ambito deia teoria generale del diritto solo di recente l'attenzione dei giuristi è tornata ad affiancare e contrapporre al concetto di norma quello di decisione. In questo senso un'influenza non trascurabile ha svolto la consapevolezza sempre più diffusa - e a volte esasperata - degli aspetti e dei valori politici della decisione giuridica: a una scienza giuridica logicistica, che per ogni problema giuridico ritiene di poter individuare con operazioni puramente logiche l'unica soluzione possibile, si è inteso sostituire una scienza giuridica critica che in modo esplicito riconosce di dover inevitabilmente pervenire a una scelta di tipo poltico o valutativo tra le soluzioni logico-giuridicamente possibili. Per tal via, alla norma si ascriverebbero i caratteri della razionalità, della staticità e dell'impersonalità, mentre, per converso, la decisione verrebbe a qualificarsi come irrazionale, dinamica e personale; così pure sarebbero distinte le fonti dell' una e dell'altra2.

Chi nella decisione come « atto poltico e ideologico » individua un momento costitutivo, insieme con la norma, della vita stessa del diritto, chiaramentePage 127 assume a punto di riferimento delle sue elaborazioni teoriche un tipo di decisionismo non circoscritto all'ambito giudiziario ma esteso invece dalla sfera politica a quella amministrativa e alla stessa molteplicità delle manifestazioni in cui l'autonomia dei privati si esprime.

Tuttavia, se si lasciano da parte le costruzioni teoriche generai (che, pur nella varietà delle affermazioni e delle interpretazioni, sono riconducibili alt distinzione delle forme originarie del pensiero giuridico in norma, decisione e ordinamento concreto), non si ritrova nella dottrina un'elaborazione organica e completa del concetto di decisione, considerato non soltanto come fondamento dell'insieme delle norme (dell'ordinamento giuridico), ma come momento costitutivo della vita e quindi della dinamica del diritto nella sfera pubblica come in quella privata.

Queste brevi considerazioni sull'elaborazione del concetto di decisione nell'ambito della dottrina giuridica da un lato rivelano la frammentarietà e l'occasionatiti con cui è stato affrontato il problema, dall'altro evidenziano il significato e la funzione che a questa corrente di pensiero possono riconoscersi: prescindendo dalle teorie particolari che riguardano manifestazioni specifiche della decisione (la decisione politica, la decisione costitutiva dell'ordinamento la decisione amministrativa, la decisione giudiziaria, la decisione negoziale e in genere la manifestazione dell'autonomia dei privati), il decisionismo non può esser considerato né come una teoria generale del diritto, né come un contributo settoriale all'elaborazione di questa; esso deve essere invece rettamente inteso come l'espressione d'una crisi ormai largamente avvertita all'interno d'una società non più disposta ad attribuire al diritto il monopolio della regolazione dei rapporti umani in un contesto che lo riduce drasticamente a mera « tecnica funzionalistica del controllo sociale », a neutro « strumento di razionalizzazione formale»3. Senza approfondire i termini della valutazione espressa, del decisionismo qui importa segnalare gli aspetti qualificanti d'una reazione nei confronti deUe forme degenerate del poèitivismo giuridico contemporaneo e soprattutto contro quel processo di razionalizzazione formale del diritto che «progressivamente ha portato a spostare l'interesse dalla volontà del legislatore ala volontà della legge fino alla legge stessa nella sua struttura eormativa formale»4.

@II. Informatica e conoscenza del diritto: la documentazione giuridica automatica nella prospectiva decisionale

À questo punto il discorso sul decisionismo e sulle potenzialità che esso esprime come elemento metodologico riequilibratore nei confronti delle esasperazioni formalistiche del positivismo contemporaneo può saldarsi con l'apprezzamento complessivO di quelle applicazioni sofisticate ed evolute delle tecniche informatiche più recenti che si vanno attualmente realizzando nel campo del diritto.

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Com'è noto, nel corso della sua esistenza ormai più che trentennale, l'informatica giuridica s'è venuta sviluppando in maniera del tutto imprevedibile non soltanto nel senso della varietà e vastità dei campi interessati ma anche della stessa profondità d'incidenza dei suoi impieghi. In quest'ambito la dipendenza delle ricerche e delle applicazioni dai livelli di sviluppo della tecnologia intesa sia in senso stretto che con riferimento all'utilizzazione di metodologie nuove e diverse, impone al giurista (e al giurista informatico in particolare) il grave onere non soltanto di vagliare le crescenti possibilità offerte dagli strumenti sempre più perfezionati e potenti che la scienza e la tecnica rendono via via disponibili, ma anche di valutare i riflessi e le implicazioni che la loro stessa utilizzazione comporta all'interno d'una definita teoria del diritto. In questo senso può agevolmente riscontrarsi la carenza d'un adeguato approfondimento dei problemi connessi con le più recenti e progredite applicazioni informatiche realizzate; ma, se del fenomeno può essere individuata una valida giustificazione nel fatto che è lo stesso ritmo incalzante con cui i progressi tecnologici si susseguono a renderne difficile o talvolta impossibile un assorbimento graduale e critico, resta pur sempre grave e pericolosa la mancanza d'un quadro teorico generale in cui sperimentazioni e realizzazioni possano congniamente collocarsi.

Avendo riguardo all'impatto delle tecniche informatiche sul diritto, le brevi considerazioni esposte acquistano una rilevanza particolare, nel senso che anche i vari tipi d'applicazioni informatiche realizzati in campo giuridico risultano funzionalmente riconducibili alla contrapposizione dialettica tra normativismo e decisionismo che s'è prima sinteticamente descritta. Richiamando quella distinzione tra informatica documentaria, informatica di gestione e informatica decisionale che, per quanto non pacifica e correntemente impiegata, rivela comunque una notevole utilità pratica nella vantazione delle varie applicazioni effettuate, sembra in primo luogo evidente come l'informatica giuridica documentaria (astrattamente considerata nella sua pressoché illimitata capacità di memorizzare conservare e fornire l'informazione) sia almeno in principio del tutto congruente piuttosto con una visione oggettiva, statica e impersonale e quindi anche formalistica e normativistica del diritto, che con una concezione della realtà giuridica di tipo procedimentale, dinamico e quindi anche soggetterò e decisionistico. Da ciò deriva l'esigenza di ricondurre in una diversa ottica l'applicazione delle tecniche informatiche nel campo giuridico.

Nella prospettiv2 assunta l'aspetto decisionale nella vita del diritto dovtà allora essere considerato, in una prima approssimazione, a due livelli generali distinti: sotto il profilo del procedimento che conduce alla creazione e posizione della regola per l'azione (legge, sentenza, decisione amministrativa, contratto) e con...

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