L'impiego degli elaboratori elettronici nel campo del diritto: limiti e possibilità nell' unificazione dei metodi

AutoreLuciano Russi
CaricaIl dottor Luciano Russi è responsabile EDP del Senato della Repubblica italiana
Pagine90-104

    Il testo che segue è la traduzione italiana della relazione presentata al IX Congresso di diritto comparato, svolto a Teheran dal 31 agosto al 7 settembre 1974.


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@1. Innovazione tecnologica e sistemi giuridici

È indubbio che Begli ultimi decenni la tecnologia informatica si è venuta sempre più enucleando tra gli -altri come il fattore primario di sviluppò della civiltà moderna, ma è altrettanto vero che essa non si è diffusa In modo omogeneo in tutti i campi, creando di conseguenza dei domini con applicazioni d'avanguardia ed altri con applicazioni allo stato Iniziale. Inoltre sia il tasso «d'innovazione che i domini d'applicazione sono stati e sono tuttora molto diversi da Nazione a Nazione. Quali siano le cause del ritardi e delle sperequazioni verificatisi, anche all'Interno dello stesso settore in una specifica Nazione, non è sempre facile rilevarlo, poiché I vincoli o gli incentivi variano, In funzione temporale, di «settore e di dimensione.

Per quel che riguarda il dominio delle scienze giuridiche, l'interscambio delle conoscenze necessario allo sviluppo della tecnologia Informatica nel campo, è Iniziato negli anni '60 e, come molto spesso accade, ha risentito nel suo sviluppo delle difficoltà di acquisizione delle conoscenze del reciproci domini da parte degli esperti d'Informatica e del giuristi. Si sono pertanto sviluppate due tesi, una ottimistica ed una contraria, ambedue frutto d'un approccio superficiale e -per nula Integrato al sistemi informativi giuridici1.

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Gli informatici, inlatti, ritenendo il dominio delle scienze giuridiche analogo a quello di altri domini più vicini alle scienze esatte, hanno formulato ipotesi di automazione nei processi decisionali e nel trattamento" dell 'informazione che ancora oggi, a dieci anni di distanza, devono essere concretamente sperimentati e attuati, I giuristi, confortati da una realtà solo -documentaria o teorica e per nulla sperimentata, hanno egualmente formulato sia ipotesi decisamente ottimistiche, sia ipotesi contrarie2. Oggi è possibile affermare, sulla base dei risultati ottenuti, che, anche nell'applicazione degli elaboratori elettronici ai sistemi giuridici, ovvero nell'informatica giuridica3, i ritardi e le'difficoltà sono stati notevoli e si ravvisa quindi' di estrema utilità tentare un'analisi ed una classificazione delle cause, da comparare poi con quelle degli altri Paesi per trame gli opportuni indirizzi di riforma.

Le cause di tale fenomeno sono riassumibili praticamente in quattro categorie: vincoli istituzionali, economici, innovativi e culturali.

Sono da ricomprendere tra i vincoli istituzionali, o fra le cause strutturali di mancato o limitato sviluppo applicativo delle tecnologie informatiche nel dominio delle scienze giuridiche in Italia:

  1. la mancata diffusione, a livello universitario, nelle facoltà umanistiche, delle innovazioni tecnologiche e particolarmente delle applicazioni degli elaboratori elettronici nei settori che presentino delle analogie di forma e/o di contenuto con le discipline giuridiche (sono da ricordare le iniziative isolate attuate a Roma, Catania, Torino, Firenze, dai professori Lupoi Frosini, Losano e Predieri);

  2. il disinteresse pubblico alle applicazioni di informatica giuridica, fatta eccezione per la notevole diffusione data ai risultati e ancor più ai progetti del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione ed alla conseguente reazione dell'intero settore della Magistratura e dell'Università4, e perle didhiarazioni relative al progetto della Camera dei Deputati di memorizzazione dell'intera legislazione nazionale e della conseguente messa a disposizione d'una vaste rete di utenti5.

  3. la mancata creazione di un organismo, coordinatore e, al limite, gestore in tato dell'informazione giuridica, tale da riunire le limitate risorse di una Nazione, certo non ricca, come l'Italia e da promuovere uno sviluppo concreto delle applicazioni ai più diversi settori del diritto6.

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  4. l'eccessiva formalizzazione e burocratizzazione di ogni rapporto, che rende praticamente impossibile la costituzione d'una task force che riunisca organismi privati e pubblici e sia diretta a recuperare il gap tecnico-applicativo esistente con gli Stati Uniti e con le altre Nazioni europee.

    I vincoli economici sono da considerare in Italia di notevole peso: infatti, a simiglianza di altri settori, è possibile affermare che, per una rapida diffusione delle innovazioni, si rende necessario un ingente impegno di capitali e che, nel dominio del diritto, le innovazioni non presentano caratteri di capitai saving, poiché quantomeno nella fase iniziale delle applicazioni prevedibili, il riordinamento di risorse indispensàbile ad assorbire la nuova tecnologia è socialmente ed economicamente molto costoso.

    L'avvio di sistemi integrati, che realizzino, anche in parte, i desiderata degli operatori del diritto, richiede impieghi di capitale die superano notevolmente i vantaggi, del resto difficilmente quantizzabili, che si potrebbero ottenere nella migliore delle ipotesi7.

    I vincoli innovativi sono da considerare in funzione del basso tasso di assorbimento delle innovazioni nel campo delle discipline giuridiche.

    Infatti, se ipotizziamo l'esistenza di un « moltiplicatore della tecnica », è abbastanza facile prevedere che le dimensioni globali degli effetti moltiplicativi (misurati in incrementi di efficienza del sistema giuridico) entro un periodo relativamente lungo (5/10 anni) saranno, ceteris paribus, funzione" del « moltiplicando » tasso d'innovazione. Di conseguenza, considerando il basso tasso reale d'innovazione, è facilmente dimostrabile come i progetti finora attuati non abbiano raggiunto i livelli di efficienza minimi per giudicare un sistema economicamente e socialmente valido. Allo stato attuale dei progetti e delle realizzazioni riteniamo di grande interesse per il coordinamento delle iniziative e per una valida suddivisione delle risorse analizzare l'ipotesi che la dimensione del progetto o dell'organizzazione in cui si sviluppa sia da considerare vincolo interconnesso a quello innovativo evidenziando comparativamente, con un modello relativamente semplice Fazione che i vincoli in oggetto hanno esercitato nei sistemi d'informatica giuridica attuati nei vari Paesi. In particolare, dovrebbero essere dimostrate due ipotesi e cioè:

    - i progetti sviluppati da organizzazioni di piccole dimensioni hanno identiche possibilità di essere attuati rispetto a quelli di organizzazioni più grandi, purché le scelte sugli stessi siano operate con oculatezza tra quei progetti che rientrano nelle possibilità proprie delle singole organizzazioni;

    - solo all'interno di grandi organizzazioni, o di un unico ente coordinatore di più progetti, è possibile disporre di gruppi spontanei o formalizzati di specialisti e di esperti, sia nella scienza dell'informazione che nel diritto,Page 93 in condizioni di intervenire per aiutare -gli addetti ad un singolo progetto nella soluzione -di problemi particolarmente 'difficili o complessi; è infatti in tale ambiente che si possono trarre vantaggi dal reciproco scambio di idee tra gruppi applicati a progetti diversi e, conseguentemente, raggiungere tassi più elevati d'innovazione.

    I vincoli d'ordine culturale sono rappresentati in Italia dalla distorta, inadeguata e a volte irreale percezione delle possibilità concrete che l'informatica ha offerto alle scienze giuridiche e, conscguentemente, alle teorizzazioni di giusclbernetica o « fantainformatica giuridica » degli anni '608.

    Come nelle teorie di politica internazionale analizzate da K. W. Deutsch, anche nella simbiosi delle scienze giuridiche e dell'informatica si sono sviluppate quattro forme di utopia9 e più precisamente, quelle dirette all'avvenire e quelle dirette al passato, quelle ottimistiche e quelle pessimistiche.

    Le utopie ottimistiche, volte verso l'avvenire, sono essenzialmente delle utopie teorizzanti l'armonia: i sistemi - si ritiene - tendono spontaneamente verso l'unificazione e Integrazione; le singole iniziative sono e saranno superate dai tempi; l'unificazione non rappresenta pertanto un traguardo, ma una quasi-realtà. Vi sono altresì utopie pessimistiche, che vedono l'avvenire non in chiave di armonia, ma di netta separazione, quasi di conflitto, ove questo termine fosse applicabile alle divergenze tra i sistemi di trattamento dell'informazione giuridica (vedi progetti operanti con linguaggi documentati e con linguaggi naturali). Possono in effetti configurarsi anche delle utopie, sempre -rivolte all'avvenire, di tipo misto, dove l'unificazione viene vista come un progressivo predominio del singolo progetto rispetto ad altri più piccoli o rispetto a quelli nei quali sono state impegnate minori risorse; ben s'intende che in tal caso è interesse di ciascun progetto di impegnare e spendere nel più breve tempo possibile la maggior quantità di risorse10. È però interessante che, in nome del realismo, ci vengano spesso presentate anche alcune utopie rivolte verso il passato11, secondo le quali nessuna forma d'innovazione, basata o meno sull'impiego degli elaboratori elettronici,Page 94 potrà, mai muovere i singoli sistemi verso forme diverse da quelle che si ritengono già attuate nelle forme tradizionali. La versione pessimistica di-tali utopie si estrinseca nella conferma dell'impossibilità di unificare, sia sulla base delle esperienze di motivata autonomia derivante da pretese differenze di contenuti, sia sulla base dello scarso apporto fino ad oggi rilevato delle nuove tecnologie sia, sulla base della scarsa possibilità d'interazione di discipline così distanti come il diritto e l'informatica. Per concludere, è possibile riprendere un concetto riportato nel Diebold Research Program del 1971, dove si afferma che, lungi dal semplificare la tecnica o gii affari, l'elaboratore elettronico ne ha aumentato la complessità, imponendo al tempo -stesso ai ricercatori e ai dirigenti una serie di...

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