Il ruolo dei social network nella lotta all'hate speech: un'analisi comparata fra l'esperienza statunitense e quella europea

AutoreFulvia Abbondante
CaricaL'A. è ricercatrice confermata in Istituzioni di diritto pubblico e docente di Diritto dell'informazione e della comunicazione presso l'Università degli Studi diNapoli 'Federico II
Pagine41-68
Il ruolo dei social network nella lotta all’hate speech:
un’analisi comparata
fra l’esperienza statunitense e quella europea
FULVIA AB BON DANT E
SOMM ARIO :1. Lhate speech: una categoria in espansione – 2. Ogni tempo ha
il suo nemico: dal marketplace of ideas alla giurisprudenza della Corte Suprema
sul material support – 3. Lhate speech on line nell’ordinamento statunitense tra
irresponsabilità dei social network e autonomia negoziale – 4. Il diff‌icile rapporto
fra hate speech e libertà di manifestazione del pensiero nelle democrazie europee – 5.
La piramide dell’odio sui social network: le soluzioni europee tra autoregolazione e
collateral censorship – 6. Conclusioni
1. LHAT E SPEECH:U NA CATE GOR IA IN ESPANS IONE
L’inquietudine che provail giur ista contemporaneonell’indagare la spinosa
questione dei limiti alla libertà di manifestazione del pensiero nasce non solo
dalle consuete diff‌icoltà di immaginare un punto di equilibrio relativamente
stabile fra tutela di tale fondamentale libertà e altri valori ugualmente pro-
tetti, ma dall’inadeguatezza delle tradizionali categorie concettuali con cui,
sino a oggi, si è confrontato nel momento in cui il rapporto libertà/limite
si trasferisce nella dimensione immateriale della Rete
1
. Le criticità appaio-
no ancora più evidenti quando si affronta il tema dell’hate speech, vuoi per
l’intrinseca diff‌icoltà di trovare una def‌inizione univoca e soddisfacente al
fenomeno già nel mondo off line
2
; vuoi perché la perseguibilità dei discorsi
incitanti all’odio rappresenta una di quelle ipotesi da “maneggiarsi con cura”
per la sua potenziale assimilazione ai reati di opinione
3
; vuoi perché negli
L’A. è ricercatrice confermata in Istituzioni di diritto pubblico e docente di Diritto
dell’informazione e della comunicazione presso l’Universitàdegli Studi di Napoli “Federico II”.
1
Su quest’aspetto si pone in chiave interrogativaG. PI TRUZZ ELLA ,La libertà di informa-
zione nell’era di Internet, in G. Pitruzzella, O. Pollicino, S. Quintarelli (a cura di), “Parolee
Potere. Libertà di espressione, hate speech e fake news”, Milano, Egea, 2017, p. 95.
2
Una recente analisi condotta da A.F. SELLAR S,Def‌ining Hate Speech, https://
ssrn.com/abstract=2882244, esamina il signif‌icato dato al temine hate speech che emerge
dal dibattito interdisciplinare sottolineando come il problema involge non solo le differenti
concezioni che sottendono le diverse discipline ma anche la struttura intrinseca del linguaggio.
3
A. SPEN A,Libertà di espressione e reati di opinione, https://www.academia.edu/1031106/
Libert%C3%A0_di_espressione_e_reati_di_opinione, p. 691.
Edizioni Scientif‌iche Italiane ISSN 0390-0975 ISBN 978-88-495-3707-9
42 Informatica e diritto /Social media e diritti. Diritto e social media
ultimi anni le fattispecie ricomprese nell’ambito dell’hate speech appaiono in
forte espansione4.
La punibilità del discorso incitante all’odio non è un fenomeno nuovo ma
ha assunto f‌isionomie diverse a seconda del momento storico in cui tale reato
è stato introdotto negli ordinamenti di riferimento: negli Stati liberali la re-
pressione di tali manifestazioni del pensiero era funzionale alla conservazione
delle maggioranze nazionali, etniche e religiose. Con l’avvento delle democra-
zie pluralistiche e la trasformazione delle società occidentali in multietniche
e multiculturali – fenomeni questi ascrivibili perlomeno in Europa anche ai
poderosi f‌lussi migratori degli ultimi decenni – la repressione dell’hate speech
è posta a tutela delle minoranze storicamente discriminate in nome dell’u-
guaglianza e della dignità umana
5
. In anni relativamente recenti le ipotesi
di discorsi incitanti all’odio si sono arricchite di nuove tipologie legate all’e-
spansione del fenomeno eversivo: la propaganda e l’apologia del terrorismo.
Il minimo comun denominatore dei reati indicati è la punibilità della mera
condotta comunicativa rivolta peraltro non solo a soggetti individuati ma a
una collettività astratta e distinta dagli individui che la compongono6.
Accanto ai tradizionali timori sulla compatibilità di queste f‌igure punitive
il quadro è reso ancor più complesso, come detto, dall’avvento della Rete. La
modalità espressiva non è aspetto secondario se – come è sotto gli occhi di
tutti – il web ha trasformato la diffusione del pensiero da quantitativamente
limitata e circoscritta nel tempo e nello spazio in capillare, globale e perma-
nente
7
. I nuovi attori della libertà di espressione, i social network nati come
4
G. GOME TZ,L’odio proibito: la repressione giuridica dello hate speech, in “Stato, Chiese e
pluralismo confessionale”, 2017, n. 32, pp. 18-27, http://www.statoechiese.it/images/uploads/
articoli_pdf/Gometz.M_Lodio.pdf.
5
Un’approfonditaricos truzione in chiavecritica della genesi e dei valori che hanno giusti-
f‌icato, nel tempo, la punibilità del discorso incitante all’odio, in particolare, è contenuta in M.
MANE TTI,L’incitamento all’odio razziale trarealizzazione dell’eguaglianza e difesa dello Stato,
in Aa.Vv., “Studi in onore di Gianni Ferrara”,vol. II, Torino,Giappichelli, 2005, pp. 511-512.
6
Critici sulla compatibilità della dimensione collettiva dell’hate speech fra i tanti nella
dottrina costituzionalistica, ivi, p. 520; C. CA RUSO,La libertà di espressione in azione. Contri-
buto a una teoria costituzionale del discorso pubblico, Bologna, Bononia University Press, 2013,
pp. 102-116.
7
Secondo un rapporto dell’UNESCO, I. GAGLI ARDO NE, D. GAL, T. ALVES , G. MAR-
TIN EZ,Countering Online Hate Speech, Paris, Unesco, http://unesdoc.unesco.org/images/
0023/002332/233231e.pdf, 2015, il tempo di permanenza del messaggio odioso sulla rete incide
sul danno che può inf‌liggere sulle potenziali vittime. La permanenza del messaggio d’odio è
favorita da tecnologie in grado di diffonderlo inmaniera esponenziale sul web e, quantunque,
rimosso, può facilmente “tornare in vita” sfruttando un’altra piattaforma o mediante la nuova
ISSN 0390-0975 ISBN 978-88-495-3707-9 Edizioni Scientif‌iche Italiane

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