Il processo telematico in Europa

AutoreMarco Velicogna
CaricaAssistente di ricerca
Pagine407-427

Marco Velicogna Assistente di ricerca (titolare di assegno di ricerca) presso l''IRSIG-CNR. Si occupa da diversi anni dei processi di innovazione tecnologica ed organizzativa con particolare riferimento ai sistemi giudiziari. Inoltre PhD Candidate presso la Facolt di Giurisprudenza dell'Universit di Utrecht.

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@1. Introduzione

E-justice, e-government, processo telematico, sono termini entrati con forza nel dibattito contemporaneo sul funzionamento della giustizia. Citando il Consiglio d'Europa, "Il progresso nel campo della tecnologia dell'informazione può essere utilizzato per rendere il sistema giudiziario più efficace"1. Miglioramento della qualità della giustizia, dell'efficienza, della certezza del diritto, riduzione dei costi e dei tempi di durata dei procedimenti, sono solo alcune delle aree in cui la tecnologia può dare un contributo significativo.

Questo articolo cerca di fornire un quadro delle principali esperienze maturate a livello europeo, con particolare riferimento allo sviluppo di sistemi informativi per il cosiddetto "processo telematico". Col termine generico processo telematico facciamo qui riferimento alla gestione in formato elettronico delle comunicazioni e dello scambio2 di documenti che intercorrono tra i soggetti coinvolti in un procedimento giudiziario (sia esso civile, penale o amministrativo) e l'ufficio giudicante (d'ora in poi tribunale3).

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I casi qui presentati sono stati scelti sulla base del fatto che si tratta di applicativi effettivamente utilizzati e non di progetti. Per ciascuno di essi si evidenzieranno i tratti distintivi ed i fattori che sembrano aver maggiormente condizionato il loro sviluppo.

La descrizione e l'analisi dei casi si basano sulla pluriennale attività di ricerca che l'Istituto di Ricerca sui Sistemi Giudiziari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSIG-CNR) ha condotto in relazione allo sviluppo ed all'utilizzo di sistemi informativi nelle amministrazioni giudiziarie europee. In particolare, dal 1999, l'Istituto ha promosso e coordinato progetti di ricerca finanziati dal MiUR, dall'Unione Europea, e da altri organismi internazionali4.

Di seguito è presentata una breve panoramica dell'informatizzazione nelle amministrazioni giudiziarie europee, con particolare riferimento agli elementi "tecnologico-infrastrutturali" che sono stati sviluppati ed implementati negli ultimi anni. Si tratta della cosiddetta "base installata"5 su cuiPage 409 gli applicativi di e-justice si sono poi sviluppati. Sono quindi descritte alcune delle principali e più significative esperienze relative alla creazione ed all'utilizzo effettivo di sistemi informativi per il processo telematico. Nelle conclusioni, infine, sono passati in rassegna i principali fattori di complessità che caratterizzano il percorso di sviluppo ed adozione in ambito giudiziario di queste tecnologie. Sono inoltre discusse alcune delle implicazioni emergenti dall'analisi delle diverse esperienze, ponendo particolare attenzione alle caratteristiche specifiche del contesto in cui sono maturate.

@2. Una panoramica sullo stato dell'infrastruttura tecnologica nelle amministrazioni giudiziarie Europee

Nell'analisi dello sviluppo dei sistemi informativi per il processo telematico non si può prescindere da un breve accenno alla più generale informatizzazione delle amministrazioni giudiziarie europee. Occorre segnalare che i dati disponibili sull'innovazione tecnologica nel settore della giustizia sono assai scarsi. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda i dati sull'utilizzo delle tecnologie dell'informazione negli uffici giudiziari e sull'impatto di queste ultime sul servizio giustizia.

Dai dati raccolti dalla Commissione per l'Efficienza della Giustizia del Consiglio d'Europa (Cepej6) nel 2004 risulta che, dei quarantasei paesi europei considerati, quaranta segnalavano la presenza di tecnologie informatiche di base (computer, programmi di videoscrittura ecc.) nel 100% dei loro tribunali, cinque paesi in più del 50% dei tribunali e solo in un caso si andava al di sotto di questa percentuale. Per quanto riguarda invece la connessione internet o la presenza di local area network (LAN) e widePage 410 area network (WAN), trentatré paesi avevano questo tipo di tecnologie nel 100% dei tribunali, cinque paesi in più del 50%, altri cinque in più del 10% ed in solo due casi la percentuale di tribunali connessi alla rete scendeva al di sotto di tale valore. In generale, lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche non ha generalmente incontrato particolari difficoltà, e la maggioranza dei tribunali dei principali paesi europei è cablata e collegata ad una virtual private network (VPN) dell'amministrazione giudiziaria.

Per quanto riguarda gli applicativi sviluppati, il primo passo è stato quello di sostituire i voluminosi registri cartacei che tenevano traccia dei principali eventi di un procedimento con registri automatizzati. I registri automatizzati presentano ovviamente numerosi vantaggi tra i quali la possibilità di data entry e consultazione da postazioni multiple, la possibilità di automatizzare la produzione di documenti standard attraverso il popolamento automatico dei campi di modelli predefiniti e la possibilità di rielaborare i dati per ottenere limitate informazioni statistiche. Sulla base dei dati forniti dalla Cepej, in venticinque paesi europei il 100% dei tribunali possiede un registro automatizzato ed in altri nove tale sistema esiste in più del 50% dei tribunali.

In molti dei paesi in cui sono stati sviluppati registri automatizzati, si è poi passati a sistemi più sofisticati per la gestione del flusso di lavoro (case management system). Tali sistemi sono disegnati per supportare ed in alcuni casi guidare l'azione degli utenti (in generale si tratta del personale amministrativo) attraverso una serie di funzionalità, avvisi, suggerimenti e vincoli imposti dall'applicativo. Sempre secondo i dati Cepej, in diciassette paesi il 100% dei tribunali possiede un case management system ed in altri dodici tale sistema è installato in più del 50% dei tribunali.

Infine, in un numero molto limitato di casi, si è arrivati all'adozione di sistemi che consentono lo scambio elettronico di documenti, come ad esempio in Austria, Estonia e Finlandia.

Le infrastrutture e gli applicativi di cui si è fornito solo un dato numerico di estrema sintesi, sono per la maggior parte il risultato di decenni di evoluzione, e fondano le loro radici nei primi sistemi di connessione e nei primi database implementati nei tribunali negli anni ottanta. Un ulteriore elemento che non emerge da una rappresentazione puramente quantitativa, e di cui tuttavia occorre tenere conto, è il crescere della difficoltà di sviluppo, ma soprattutto di implementazione, dei sistemi informativiPage 411 all'aumentare della complessità delle attività che si vanno ad informatizzare7. Tale complessità è legata a vari fattori quali, ad esempio, la normativa, l'assetto istituzionale, il numero e gli interessi degli attori coinvolti, le competenze necessarie ed il livello di adozione richiesto dalla tecnologia8.

@3. Alcuni casi di processo telematico in Europa

Come è noto, il procedimento giudiziario è caratterizzato da uno scambio informativo normativamente regolato tra i vari soggetti coinvolti (parti, avvocati, testimoni, ecc.) ed il giudice. Uno degli scopi principali di quest'attività è quello di mettere il giudice nelle condizioni di prendere una decisione9. Lo scambio, per poter funzionare, richiede un insieme sia di conoscenze individuali e collettive, sia di premesse istituzionali e cognitive. Tali conoscenze e premesse, che si formano nel corso delPage 412 tempo, sono date per scontate nel momento dell'azione ed al contempo la rendono possibile10.

Nell'ultimo decennio, le amministrazioni giudiziarie europee hanno iniziato a riflettere ed a sperimentare la possibilità di passare da questo sistema consolidato, che si è sempre basato sull'uso della carta, ad un sistema fondato su un media elettronico. I tentativi effettuati vanno dalla possibilità di pagare le sanzioni amministrative, all'iscrizione di una causa a ruolo, all'invio di una notifica, alla trasmissione ed alla gestione di documenti "originali" in formato elettronico. Tuttavia, a fronte dei molteplici sforzi e delle risorse investite, i casi in cui lo scambio si è verificato effettivamente e continuativamente in modo elettronico rimangono relativamente pochi. Solo Inghilterra, Austria, Finlandia e più di recente Germania ed Estonia mostrano dei sistemi che sono usciti dalla fase pilota e che vengono diffusamente usati11. Molti sono infatti i casi in cui non si è ancora superata la fase progettuale nei suoi vari livelli. In Olanda, ad esempio, sebbene l'e-mail venga impiegata nello scambio di informazioni tra le parti e gli uffici giudiziari, il Ministero della giustizia sta ancora discutendo con il Consiglio Giudiziario su come ed a quali condizioni lo scambio di informazioni tra gli uffici giudiziari e le parti possa avere luogo per avere piena validità giuridica12.

Di seguito presentiamo una descrizione di alcuni dei casi di maggiore successo, ed in particolare, il caso inglese, quello austriaco e quello finlandese. Viene inoltre descritto il caso turco, che solo di recente è uscito dalla fase pilota e che, dato il peculiare contesto in cui è stato sviluppato e le sue caratteristiche tecnologicamente all'avanguardia, può suggerire alcuni interessanti spunti di riflessione. I dati relativi a questo ultimo caso provengono da una ricerca ancora in corso. Per quanto riguarda l'Italia, si è deciso di non includere il Processo Civile Telematico in questa breve rassegna in quanto oggetto di approfondimento in altri articoli presenti in questo stesso volume.

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@@3.1. Il Caso Inglese: il CPC-CCBC e MCOL

L'Inghilterra ed il Galles presentano due sistemi, strettamente collegati tra loro, per lo scambio elettronico di dati tra le parti ed il tribunale. Il primo...

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