I rimpatri degli stranieri irregolari: a) operazioni non semplici, b) i servizi di scorta

AutorePiero Innocenti
Pagine15-15
219
dott
Rivista penale 3/2017
DOTTRINA
I RIMPATRI DEGLI STRANIERI
IRREGOLARI: A) OPERAZIONI
NON SEMPLICI, B) I SERVIZI
DI SCORTA
di Piero Innocenti
In un periodo in cui si è tornati a parlare, con parti-
colare insistenza, di immigrazione, fenomeno ritenuto “...
problema non solo di ordine pubblico ma di tenuta demo-
cratica del Paese...” (Ministro dell’interno Minniti, genna-
io 2017), di riapertura dei Cie e di una loro collocazione
regionale, di piani straordinari di controllo delle forze
di polizia per “bonif‌icare” il territorio dagli “irregolari”,
spesso organizzatisi in gruppi autonomi delinquenziali o
arruolati dalla criminalità locale, pare opportuno fare al-
cune precisazioni sui “rimpatri” degli stranieri, punto sul
quale sono state dette, anche recentemente, nella polemi-
ca politica che ne è scaturita, alcune sciocchezze e molte
approssimazioni, frutto anche di ignoranza della materia.
Il rimpatrio dei cittadini stranieri irregolari ha, quindi, un
ruolo chiave in tale contesto attesa la necessità di assicu-
rare effettività alle misure di allontanamento dal territorio
nazionale, per conferire credibilità all’azione dei Governi.
E tuttavia, va sottolineato che le procedure per organiz-
zare i servizi di rimpatrio non sono così semplici come si
potrebbe immaginare e vanno osservate, rigorosamente, le
(molteplici) disposizioni contenute in regolamenti, diret-
tive comunitarie e le “linee guida” di un minuzioso manua-
le elaborato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel
2012 (dopo le polemiche per i due cittadini algerini foto-
grafati a bordo di un aereo e rimpatriati con vistosi cerotti
sulla bocca ed i polsi legati con una fascetta di plastica).
Se, a livello UE, è l’agenzia di Frontex che fornisce assi-
stenza ai Paesi membri per organizzare le operazioni di
“rimpatrio congiunto” (un Fondo europeo assicura il cof‌i-
nanziamento di tali attività), in Italia, il “rimpatrio forzato”
(si distingue da quello “ volontario assistito” che riguarda
gli immigrati che chiedono di tornare nel loro Paese, ma
non hanno la possibilità di farlo), invece, viene organizza-
to dalla Questura della provincia dove è stato rintracciato
il destinatario della misura. È questo Uff‌icio che deve in-
dividuare il tipo di vettore e il relativo itinerario del rimpa-
trio, effettuando una “valutazione del rischio” della opera-
zione per determinare l’eventuale necessità di una scorta
di polizia. Non va trascurato, peraltro, lo stato di salute
del “rimpatriando”. Se si deve procedere al rimpatrio di un
consistente numero di stranieri della stessa nazionalità,
la Direzione Centrale dell’Immigrazione della Polizia delle
Frontiere, può noleggiare un aeromobile (c.d. volo char-
ter), laddove accordi di riammissione o semplici intese ope-
rative esistenti tra l’Italia e i Paesi interessati prevedano
la possibilità di tale modalità di esecuzione del rimpatrio.
Si è accennato alla “valutazione del rischio” che, nella
sostanza, fa riferimento al prof‌ilo di “pericolosità” dello
straniero da rimpatriare e che può essere desunta da mol-
teplici fonti informative (documentazione amministrativa
e giudiziaria, comportamento tenuto durante il tratteni-
mento in un Cie o nel carcere, al momento del rintraccio,
della identif‌icazione, precedenti tentativi di rimpatrio
falliti ecc..). Analoga, attenta valutazione va fatta in re-
lazione all’itinerario di rimpatrio e al vettore prescelto
(aereo, marittimo, terrestre). Peraltro, va tenuto presente
che, quando si opta per il vettore aereo, occorre informare,
preventivamente, la compagnia aerea sull’imbarco di tale
passeggeri, utilizzando un apposito modello di “notif‌ica”
previsto dal Regolamento (CE) 622/2003 della Commissio-
ne Europea del 4 aprile 2003 in cui deve essere indicato
anche il tipo di rischio valutato (alto, medio, basso). La
presenza di patologie, inf‌ine, può comportare la necessità
di assicurare allo straniero adeguata assistenza sanitaria
durante tutto il viaggio, prevedendo l’impiego di persona-
le medico e/o infermieristico. In relazione, poi, al tipo di
rischio valutato viene predisposta la scorta che è sempre
assicurata nel caso di rischio alto e medio (se specif‌icata-
mente motivato) mentre, nella ipotesi di rischio basso, di
norma, non è necessaria. Nei rimpatri con vettore aereo,
la composizione e la consistenza numerica della scorta di
polizia “devono essere idonee ad assicurare un adeguato
livello di sicurezza a bordo..” (in genere due agenti di poli-
zia per ciascuna persona da rimpatriare) tenendo presen-
te che “..il personale deve essere abilitato a svolgere tale
particolare tipologia di servizio..” (appositi corsi di forma-
zione vengono riservati al personale della Polizia di Stato
in servizio nelle diverse Questure, negli Uff‌ici di Polizia di
Frontiera e della Direzione Centrale dell’Immigrazione e
della Polizia delle Frontiere). Da tutto ciò si può facilmen-
te dedurre quanto onerosi siano, dunque, tali servizi, sia
sul piano delle risorse umane da impiegare (già ridotte da
tempo) che su quello f‌inanziario.

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT