Le guarentigie consolari

AutoreStelio Campanale
Pagine149-175
Sommario: 1. Nascita ed evoluzione della funzione consolare. – 2. – Le preroga-
tive dello status consolare. 3.– Le facilitazioni concesse all’esercizio dell’uffi-
cio consolare. – 4. Inizio e termine delle immunità consolari.
1. Nascita ed evoluzione della funzione consolare
Tradizionalmente le relazioni internazionali, specie nei tempi di
pace, si sono caratterizzate, in particolare ma non solo, dallo stabi-
limento di agenti inviati da un popolo presso un altro al ne di tu-
telare i propri connazionali ed il commercio nazionale. Tali agenti
o delegati erano persone che il sovrano di una nazione teneva in
una paese straniero e principalmente nei porti e piazze di commer-
cio per sovrintendere all’osservanza dei diritti e privilegi che il so-
vrano di quella determinata città o territorio aveva accordato ai sud-
diti del sovrano inviante e, nel frattempo, per esercitare nei loro
riguardi determinate funzioni amministrative e giudiziarie, nei li-
miti di quanto possibile in virtù dell’accordo concluso con quel go-
vernante locale.
Tali soggetti erano chiamati “Consules”. Originariamente la fun-
zione principale dei Consules era quella di giudicare in merito a
controversie insorte fra i mercanti stranieri nei limiti di quella por-
zione di giurisdizione stabilita per loro dal sovrano, giacché il po-
tere giudiziario, per molti secoli e sino all’avvento delle teorie del
Montesquieu, era riservato esclusivamente al Re il quale, sua
sponte, poteva decidere se ed in quale misura e condizioni attribu-
CAPITOLO VIII
LE GUARENTIGIE CONSOLARI
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irlo anche ad altri. Tali magistrati erano diversamente nominati: te-
lonari, bajuli, prepositi, seneschalli, priores mercatorum, seniores.
Con il trascorrere dei secoli e l’incremento dei trafci commer-
ciali, i mercanti iniziarono a manifestare una certa difdenza verso
i giudici nominati dai vari sovrani locali, i quali spesso ignoravano
sia la lingua che gli usi commerciali di coloro che dovevano giudi-
care, ottenendo così da parte dei governanti di alcune città e porti il
privilegio di eleggere essi stessi i propri giudici; questo fenomeno
fu molto più accentuato nelle località del Medio Oriente e del Me-
diterraneo meridionale che, durante e dopo le Crociate, erano desti-
nati a diventare il teatro delle conquiste commerciali. Questi privi-
legi furono dapprima circoscritti a quei paesi dei quali i Crociati si
erano impadroniti ma in seguito si estesero anche agli stati barbare-
schi e mussulmani che trovavano un loro tornaconto nel favorire i
commerci con il mondo occidentale, il quale a sua volta, però, sa-
rebbe stato poco incline a svilupparli in mancanza di adeguate ga-
ranzie85.
I trattati o i privilegi in virtù dei quali molte città sviluppavano i
commerci, organizzavano Fiere ed nominavano Consoli nei paesi
barbareschi quali l’Egitto, la Siria oppure a Costantinopoli erano, in
principio, il risultato di negoziazioni intraprese e concluse in nome
proprio e senza l’intervento o l’autorità dei regni di cui erano sud-
diti. Ma ben presto i relativi monarchi cessarono di essere indiffe-
renti ai progressi del commercio ed al usso nanziario che deter-
minavano e, conseguentemente, decisero di intervenire nella nomina
dei Consoli sino a divenire, sempre più, gli unici che avessero il
diritto di farlo oppure di revocarli e sostituirli.
Sino a quando i Consoli furono nominati dai commercianti di
una città o di una comunità etnica altro non furono se non arbitri il
cui carattere pubblico risultava esclusivamente per il consenso rila-
sciato all’esercizio del loro servizio da parte del sovrano locale nel
cui territorio esercitavano la loro giurisdizione; le nomine fatte, in-
vece, dai sovrani che governavano sulle stesse persone che da tali
85 Si vedano in proposito i numerosi documenti raccolti e citati dal De Militz nella sua
opera Manuale di Consoli.

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