Giurisprudenza processuale penale europea

AutoreStefano Maffei
Pagine179-181

Page 179

@1. Secondo la Corte Europea fu ingiusto il processo Eni- Sai a carico di Bettino Craxi

CORTE EUR. DIR. UOMO Sez. I, 5 dicembre 2002 Craxi c. Italia ricorso n. 34896/97, Pres. Tulkens

Diritti dell'uomo - Giusto processo - Procedimento penale- Diritto di interrogare o fare interrogare i testimoni a carico - Dichiarazioni rese in sede di indagini preliminari da coimputati e imputati in procedimento connesso che si sono avvalsi in giudizio della facoltà di non rispondere - Dichiarazioni rese in sede di indagini preliminari da un soggetto deceduto prima del dibattimento - Utilizzo di tali dichiarazioni a fini di prova - Violazione dell'art. 6 comma 1 in combinato disposto con l'art. 6 comma 3 lett. d) Cedu.

FATTO - Il ricorrente, nato nel 1934, è deceduto ad Hammamet (Tunisia) il 19 gennaio 2000. Con una missiva datata 16 febbraio 2000 i familiari hanno manifestato la volontà di proseguire il procedimento di fronte alla Corte Europea.

Nel mese di dicembre 1988, i gruppi chimici Eni e Montedison conclusero un accordo per fondersi in Enimont. Alla luce della straordinaria rilevanza della trattativa nel panorama industriale italiano, l'accordo fu preceduto da numerosi incontri tra i rappresentanti dei due gruppi ed esponenti politici di primo piano. Secondo la procura di Milano, le trattative arrecarono vantaggi illeciti alla società privata Montedison e danni ingiusti alla società pubblica Eni. In relazione ad una serie di episodi connessi a tale vicenda, nel 1992, la Procura di Milano sollevò un'ampia serie di accuse contro vari esponenti del mondo politico e industriale italiano, per i reati di falso in bilancio, finanziamento illecito dei partiti, corruzione e concussione.

Uno degli imputati, il sig. Cusani, venne rinviato a giudizio per primo, in via separata. Il processo sollevò notevole interesse pubblico poiché numerose personalità di spicco furono ascoltate come testimoni: tra questi lo stesso ricorrente. La sua deposizione fu trasmessa in diretta radio-televisiva e fu oggetto di attenzione in Italia così come nel mondo intero. Il 23 aprile 1994, il sig. Cusani fu condannato a 8 anni di reclusione per falso in bilancio e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Nel frattempo, nel corso del 1993, la Procura di Milano aveva inviato ben 26 avvisi di garanzia al ricorrente, per i reati più sopra citati. Successivamente, il ricorrente fu quindi rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Milano, in sei diversi procedimenti penali, rispettivamente denominati: Eni-Sai, Banco Ambrosiano, Enimont, Metropolitana Milanese, Cariplo e Enel.

Questa pronuncia si riferisce al solo affare Eni-Sai. Secondo la tesi dell'accusa, il ricorrente aveva, in concorso con altri, influenzato e favorito la creazione di una joint venture tra alcune società operanti nel settore delle assicurazioni. Per concludere l'affare, gli accusati avevano versato illegalmente ai funzionari e dirigenti di tali società la somma di 17 miliardi di lire italiane. Nel corso delle indagni furono interrogati i testi Cusani, Ligresti, Molino e Rapisarda. Un altro coimputato, Cagliari, si uccise nel carcere di Milano il 20 luglio 1993, quattro giorni dopo aver reso la propria deposizione ai magistrati inquirenti milanesi. Il processo a carico del ricorrente ebbe inizio il 29 marzo 1994. Il 5 maggio 1994, il ricorrente abbandonò l'Italia per recarsi in Tunisia, Paese in cui rimase...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT