Il ruolo giocato nel Regno Unito dai concetti di Duty of Care e Standard of care nella tutela risarcitoria per responsabilità medica

AutoreKatarzyna Gromek Broc - Ettore Smiroldo
Pagine621-648
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rivista di diritto privato Problemi delle professioni
4/2011
Il ruolo giocato nel Regno Unito dai concetti
di Duty of Care e Standard of care nella tutela
risarcitoria per responsabilità medica
di Katarzyna Gromek –Broc e Ettore Smiroldo
1. Il problema della responsabilità medica al centro della nuova disciplina
del “Medicale Law”. Oggetto e metodo dell’indagine
Questo lavoro si occupa del dovere di assistenza dei medici nel diritto inglese. Il
concetto di dovere di assistenza (the duty of care) non sembra avere un preciso equi-
valente negli ordinamenti di civil law, dove esso viene in genere quasi integralmente
ricondotto alla ordinaria disciplina della responsabilità civile. Il diritto inglese im-
piega invece il concetto di duty of care per stabilire se in base al diritto atti negligen-
ti o omissioni possano condurre alla responsabilità del medico1.
I temi del duty of care e degli standards di cura, con le conseguenti azioni per il
risarcimento del danno, costituiscono una parte importante della disciplina del “di-
ritto sanitario”2 (medical law), materia in Inghilterra formatasi in tempi relativa-
mente recenti, il cui status di disciplina autonoma è peraltro ancora discusso, utiliz-
zando concetti e istituti appartenenti ad aree disciplinari più tradizionali come il
diritto privato, il diritto del lavoro, il diritto penale e il diritto pubblico e non è
pacico che abbia un territorio di sua esclusiva pertinenza3. Ma proprio l’intreccio
tra problemi di diritto privato e problemi di diritto pubblico costituisce uno dei
tratti di maggior interesse di questo nuovo campo di studi.
Non c’è consenso, tuttavia, sulla terminologia da adottare. In letteratura si trova-
no una varietà di espressioni: “diritto dell’assistenza sanitaria”, “diritto della medicina
clinica”, “diritto e medicina” o, circoscrivendone l’oggetto, “diritto della responsabilità
medica”. Altri autori preferiscono usare l’espressione “etica medica”, adottando evi-
dentemente un approccio di tipo losoco indirizzato a mettere in luce gli “obblighi
di natura morale che governano la prassi medica”4: in questo modo, però, si pone l’ac-
1 Howarth D., Many Duties of Care: Or a Duty of Care? Notes from the Underground, 2006, 26 OJLS, p.
449-72, McBride N., Duties of Care: Do ey really exist?, 2004, 24 OJLS, p. 417.
2 In letteratura si incontrano svariate denominazioni.
3 Kennedy I., e emerging problems of medicine, technology and the law, e Cambridge Lectures, 1985.
4 Dunstan et al, Dictionary of Medical Ethics, 1981 (Danton, Longman and Todd 2ed).
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cento sulla questione delle scelte morali, mettendo in secondo piano gli aspetti relativi
all’organizzazione dell’assistenza sanitaria e alle sue implicazioni pratiche.
In ogni caso, la disciplina del diritto sanitario attraversa una fase di espansione e
ciò è dovuto tanto al progresso della ricerca medica in campi tecnologicamente d’a-
vanguardia, come la fertilizzazione in vitro, la clonazione umana, la separazione dei
gemelli siamesi o la donazione degli organi; quanto alle spinte provenienti dal dibat-
tito, tuttora vivace, su alcuni temi più tradizionali, come, ad esempio, il consenso
informato, il segreto professionale, l’aborto e l’eutanasia. La sua rilevanza emerge,
però, soprattutto rispetto al problema della responsabilità medica, come dimostra il
cospicuo numero di controversie giudiziarie instaurate ogni anno in questo ambito.
Per quanto il focus del presente saggio ruoti attorno ai proli giuridici dell’imperi-
zia medica, non dobbiamo dimenticare che, nel complesso, i pazienti del National
Health Service (NHS) mostrano un elevato livello di soddisfazione nei suoi confronti:
in un sondaggio di qualche anno fa il novanta per cento degli intervistati esprimeva un
giudizio positivo sulle cure ricevute5. Questo a dispetto del fatto che, nella prassi me-
dica, si verichino incidenti ed errori con eetti devastanti: ogni anno, infatti, circa
400 persone perdono la vita o riportano lesioni gravi a causa di trattamenti sanitari. I
dati a nostra disposizione indicano che l’undici per cento dei pazienti ricoverati in
ospedale ha patito conseguenze negative a seguito delle cure ricevute: in più della metà
dei casi, tali conseguenze si sarebbero potute evitare applicando gli standard di cura
appropriati6. Nel 2004, il 44 percento del personale dell’ NHS ha riferito di essere
stato testimone di errori medici o di aver rilevato condotte al limite dell’errore7.
Quali conseguenze derivano, sul piano giuridico, dal fatto che una persona abbia
subito un danno a seguito di un trattamento sanitario?
L’ordinamento appronta, per questi casi, alcuni rimedi, il più comune dei quali è
l’azione in sede civile: una persona può promuovere un giudizio per il risarcimento
del danno da imperizia medica nell’ambito del National Health Service oppure,
quando l’assistenza medica sia stata prestata da un soggetto privato, invocare la vio-
lazione degli obblighi contrattuali8.
È altresì possibile, per i pazienti, promuovere un procedimento disciplinare
all’interno del NHS. Questa procedura non ha, però, una nalità risarcitoria rispet-
to alle pretese del soggetto che lamenta un danno da negligence e, di conseguenza,
risulta meno interessante per il paziente.
5 Healthcare Commission, Healthcare Commission Patient Survey (2004) in Herring J, Medical Law and
Ethics, (OUP, 2006) p. 37; vedi anche Herring J., Medical Law and Ethics, 2010 (OUP, 3ed).
6 Vincent, Neal, Woloshynowych, Adverse events in British hospitals: Preliminary retrospective record re-
view, 2001, 7285, BMJ, p 322-517 (2001) anche in Herring J, Medical Law and Ethics, (OUP, 2006) p.38.
7 Healthcare Commission (2005) in Herring J, Medical Law and Ethics, (OUP, 2006) p.38.
8 Ibid., Herring J., p.39 anche Herring J., Medical Law and Ethics, 2010 (OUP, 3ed).

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