Frodi e contraffazione nel settore agroalimentare: aspetti merceologici

AutorePasquale Giungato - Bruno Notarnicola
Pagine193-222
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PASQUALE GIUNGATO
Professore aggregato di merceologia doganale
II Facoltà di Economia - Università degli Studi di Bari Aldo Moro
BRUNO NOTARNICOLA
Preside II Facoltà di Economia
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
FRODI E CONTRAFFAZIONI NEL SETTORE AGROALIMENTARE:
ASPETTI MERCEOLOGICI
SOMMARIO: 1. La storia millenaria delle frodi alimentari. – 2. Breve elenco delle
frodi e contraffazioni più diffuse. - 3. Implicazioni economiche
1. La storia millenaria delle frodi alimentari
Le frodi e le contraffazioni dei prodotti alimentari hanno una
storia millenaria1, caratterizzata da episodi di varia gravità, sia du-
rante il periodo del baratto che con l’introduzione della moneta
quale indicatore del valore di scambio delle merci. Una fra le cita-
zioni più antiche di frode alimentare, risale alla Bibbia, quando il
profeta ebreo Amos, vissuto intorno al 750 a.C., nel presagire la fi-
ne di Israele, rivolgendosi ai suoi seguaci si indigna con chi aspetta
di “divorare il povero e distruggere gli umili del paese, con chi
aspetta il novilunio per vendere il grano, il sabato per aprire i gra-
nai, per diminuire l’efa [l’unità di misura di volume] e aumentare il
siclo [l’unità di misura di peso] e usare bilance false per frodare,
per comprare con denaro i poveri e l’indigente se deve un paio di
sandali e speculare perfino sugli scarti del grano”. Nella Grecia an-
tica i legislatori si preoccuparono della salute delle popolazioni: ba-
1 G. NEBBIA, “Breve storia delle frodi”, in “Risorse, merci, ambiente”, Qua-
derni del Dipartimento di Scienze Geografiche e Merceologiche, Università degli
Studi di Bari, Progedit editore, 25, 15-22, 2001.
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sta ricordare l’istituzione dell’Ispettorato delle granaglie e delle
vettovaglie, le leggi sui venditori di profumi e fabbricanti di veleni.
Con Solone vissuto nel VI secolo a.C., l’igiene della città venne af-
fidata agli “Astinomi”, magistrati speciali preposti alla salubrità
delle acque pubbliche, mentre il controllo delle granaglie spettava
ai “Sitofilaci”, ispettori con compiti non solo annonari ma anche
della tutela dell’igiene e di sorveglianza dei pubblici mercati, in
quanto dovevano impedire la vendita di frumento, biada, farina e
pane avariati. Gli “Agoranomi” erano ispettori addetti al controllo
della vendita delle vettovaglie nei pubblici mercati, mentre gli “Op-
sonomi”, sorvegliavano affinché il pesce alterato non fosse venduto
come pesce fresco2. I Romani controllavano rigidamente la buona
conservazione e commestibilità degli alimenti. Il “Praefectus anno-
nae”, nell’epoca repubblicana e dell’impero, tutelava l’igiene degli
alimenti, perseguiva come “falsità ordinaria” le frodi e gli inganni
sul peso e la natura dei prodotti acquistati, mentre falsificazioni più
gravi, quali quelle di procurato danno, come la miscelazione del-
l’olio e del vino con sostanze diverse, davano luogo alla risoluzione
del contratto. Le falsificazioni fraudolente su ogni genere di vetto-
vaglie (inquinamento dell’acqua, speculazioni finalizzate al rincaro
degli alimenti), venivano perseguite come “crimina extraordinaria”.
Plinio, nella sua “Storia Naturale”, descrive, come nel primo
secolo dopo Cristo, i commercianti ingannavano la buona fede dei
compratori adulterando alimenti, droghe e spezie ed indica vari me-
todi per svelare le frodi allora molto comuni nel commercio delle
farine e del pane, come anche le adulterazioni dei vini importati
dalla Gallia ed elenca le disposizioni che regolavano il commercio
dei droghieri.
Gli statuti delle Municipalità medioevali sulla sanità pubblica e
sull’igiene contribuirono con un complesso di ordinamenti e pre-
scrizioni all’importante materia del controllo alimentare, per cui
non si poteva vendere carne di animali che non fossero stati abbat-
tuti nei macelli, la vendita del pesce doveva essere praticata in luo-
2 G. RABAGLIETTI, “Lineamenti di una moderna disciplina legislativa e re-
golamentare degli alimenti e bevande”, Atti del I Convegno Regionale dell’Ali-
mentazione e del IV Convegno Nazionale della Qualità, Università degli Studi di
Trieste, 11-12 settembre 1965, pag. 30-59.

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