La formazione dell’avvocato in Francia: qualità professionale, deontologia e mercato

AutoreMichel Benichou
Occupazione dell'autoreCapo della Delegazione del CCBE per la Francia
Pagine105-107

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Questo intervento tratterà tre argomenti: la formazione in Francia, le sfide della professione e le proposte che, già al termine di questa giornata, potremmo avanzare.

@La formazione in Francia

I giovani, per diventare avvocati dopo aver trascorso un minimo di quattro anni presso l’università, devono sostenere un primo esame per essere ammessi nelle scuole create dagli Ordini (11 scuole in Francia) dove frequentano per due anni. Alla fine del biennio, devono sostenere un secondo esame e, se lo superano, diventano avvocati. Una media di 10.000 studenti supera il primo esame, 3.000 studenti continuano nei successivi 2 anni e solo un 20% di questi ultimi completa il percorso. Il nostro sistema si basa sulla selezione: non vogliamo dei giuristi bravi, non vogliamo dei giuristi molto bravi, vogliamo degli ottimi giuristi.

Una volta diventati avvocato, bisogna continuare ad apprendere. Da noi, come in Italia e in altri paesi, la formazione permanente è obbligatoria; è un dovere, sia nei confronti del cliente sia nei confronti dell’Ordine. Se non completassi la mia formazione permanente tutti gli anni (20 ore) rischierei una sanzione disciplinare. Ogni anno il Presidente dell’Ordine forense accerta il rispetto degli obblighi della formazione permanente e ogni anno l’avvocato deve dare prova di averli adempiuti. Venti ore annuali non sono tante, ma devono essere completate.

@Le sfide della professione

Cosa c’è davanti a noi? C’è il mercato, la competizione, la concorrenza e le difficoltà. Se vogliamo continuare ad essere avvocati, dobbiamo soddisfare tre aspetti.

Prima di tutto bisogna essere eccellenti. La prima sfida è la qualità che passa dalla formazione, perché se operiamo con azioni ripetitive, se non creiamo, se non introduciamo delle innovazioni giuridiche finiremo per scomparire, perché non apportiamo niente al mercato. Per esistere dobbiamo essere i migliori. Questa è la questione più importante.

La seconda sfida è la più delicata: dobbiamo essere avvocati specializzati. Nel 1817 un economista ha definito il concetto di specializzazione riferendosi a due paesi o a due aziende. Questi ha spiegato che quando due paesi fanno esattamente la stessa cosa, entrambi perdono capitale, così anche quando due av-Page 106vocati di una stessa struttura fanno la stessa cosa non sviluppano la clientela. La specializzazione è un fatto imprescindibile, non perché siamo noi a volerlo, ma perché è il cliente a richiederlo. Il cliente vuole un...

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